Fenomeno Schlein | Damiano Silipo: «Può rappresentare la svolta anche nel Vibonese per un Pd da rilanciare»
Il professore di Economia dell’Unical, storico militante sin dai tempi del Pci, analizza i punti di forza che hanno portato il popolo dem a scegliere la nuova segretaria del Partito democratico. Scuola, sanità e integrazione degli immigrati le tematiche da cui ripartire anche in Calabria
“Il popolo democratico è vivo, c’è ed è pronto a rialzarsi con una linea chiara”. E’ il 26 febbraio scorso e queste sono le affermazioni a caldo della prima donna alla guida del Partito democratico. Elly Schlein si è aggiudicata le primarie su Stefano Bonaccini e questa rappresenta la novità più importante nel panorama politico di centrosinistra degli ultimi anni. Data abbondantemente per sconfitta, la volontà degli iscritti le ha invece consegnato una vittoria trionfale portandola a guidare il maggiore partito di opposizione al Governo. La base – ma non solo – ha scelto lei, Elly Schlein, che ha fatto breccia negli animi di iscritti e simpatizzanti del Pd grazie a fermezza e brio nell’esporre le proprie idee per il rilancio del partito. Non è un caso che in molti seggi si è rivista gente che disertava da anni i circoli. Lavoro e precarietà, diritti delle fasce più deboli della società, giustizia sociale e battaglie in favore dell’ambiente. Per Elly Schlein il Pd “deve tornare a essere un partito di sinistra che rappresenta chi non ce la fa”. Una linea chiara: meno privilegi per i soliti eletti.
Per i suoi sostenitori, la nuova segretaria nazionale democrat rappresenta il cambiamento che aspettavano da anni, in contrapposizione alla vecchia nomenclatura che ha racimolato sconfitte su sconfitte negli ultimi anni. Nel Vibonese – analogamente al resto della Calabria – la maggior parte dei quadri dirigenti del partito si era però schierato con Stefano Bonaccini, in controtendenza rispetto al trend nazionale ed a riprova dell’incapacità di percepire gli umori della base.
Sull’affermazione della Schlein abbiamo sentito il professore Damiano Silipo, docente di economia all’Unical di Cosenza militante del Pci, Pds, Ds e infine del Pd. Un militante che vede nell’elezione di Elly Schlein un barlume di speranza per il popolo dem. [Continua in basso]
Prof. Silipo, che giudizio dà dell’elezione di Elly Schlein alla segreteria nazionale del Pd?
“Credo che ci troviamo dinnanzi a una possibile svolta per il Partito democratico e per il Paese perché la sua affermazione ha consentito di avviare un processo di mobilitazione degli iscritti, soprattutto quelli storici, che si sono recati al voto. Pertanto, l’elezione della Schlein potrebbe portare il Pd a riavere una linea politica su diverse tematiche, prima assente o inesistente. Ho la sensazione che con la guida del nuovo segretario ci si possa trovare realmente di fronte ad una ripartenza a livello nazionale con l’idea di un Pd che sappia conciliare l’affermazione dei diritti con la capacità di essere un partito riformista poichè diritti e riforme sono inscindibilmente legati”.
Quali sono i punti del suo programma che la convincono?
“Personalmente condivido tutti i punti cardine, ma in particolare quelli su Scuola e Sanità. Sul primo ritengo che sia necessario investire risorse economiche e umane perché bisogna garantire l’istruzione a tutti e puntare sulla sua innovazione, soprattutto nel Meridione. Per quanto concerne il secondo, serve continuare a battersi per avere servizi migliori; certo servirà anche attuare una riflessione seria per stabilire quali siano stati realmente gli effetti del commissariamento del settore in Calabria. In particolare occorre battersi per fermare la privatizzazione strisciante in atto della sanità e puntare ad avere servizi migliori”.
Abbiamo ancora tutti negli occhi la tragedia di Cutro. L’integrazione degli immigrati resta un nodo difficilmente risolvibile. Qual è il suo giudizio?
“E’ indubbio chel’Italia vada verso “l’inverno demografico”, la gente va via da questo Paese, non solo dalla Calabria, perché altrove ci sono migliori occasioni di crescita a livello professionale. Fermare questa emorragia è un processo di lungo corso, ma nell’immediato ritengo che si debba riuscire ad immettere gli immigrati nella società, ma per far sì che ciò avvenga è assolutamente necessario stringere accordi con le forze produttive”.
Lei è vibonese e il suo partito di riferimento in questi anni è andato incontro ad una sorta di implosione. Ora sta cercando di riorganizzarsi ma anche qui il discorso richiede tempo. Secondo Lei è possibile che ci riesca?
“Allora, nel Vibonese si registra la situazione di un partito un po’ chiuso dove registro una prevalenza di dinamiche che fanno pensare a logiche personalistiche anziché ad interessi collettivi. Però credo che nulla sia imperituro e, pertanto, tornando al discorso iniziale, ho fiducia che l’elezione della Schlein possa segnare anche a Vibo uno spartiacque per chiudere definitivamente con quelle logiche del passato che hanno smembrato il partito. Se l’obiettivo verrà raggiunto lo sapremo soltanto tra qualche tempo. Ma c’è un dato del quale i quadri dirigenti non possono non tenere conto: che la base si è espressa per il cambiamento. Vediamo se anche chi sta alla guida del partito vibonese avrà il coraggio di fare lo stesso. Mi auguro che il gruppo dirigente vibonese abbia l’intelligenza di cogliere il messaggio che proviene da questa elezione aprendosi al confronto ed al contributo di tutti”.
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