Il Corsivo | Il Comune di Vibo rischia un nuovo dissesto ma sindaco e Mangialavori non si assumono le proprie responsabilità
Errori su errori, con il primo cittadino e l’assessore al bilancio che hanno deciso di proseguire sulla strada intrapresa dal commissario straordinario approvando un Piano di riequilibrio ritenuto inadeguato dai giudici contabili calabresi ed elevando al massimo per i cittadini le aliquote dei tributi comunali per poi scoprire che lo stesso non andava adottato
Abbiamo atteso qualche giorno prima di ritornare ad occuparci delle vicende inerenti alla pronuncia delle sezioni riunite della Corte dei Conti in quanto pensavamo che su una tematica così importante per le sorti della città e per le tasche dei vibonesi l’on. Mangialavori, nella sua veste di sponsor e sostenitore del sindaco, avrebbe fatto sentire la sua voce. Se da un lato ci siamo sbagliati nel ritenere questo, dall’altro il silenzio del parlamentare conferma tutto quello che da tempo sosteniamo in relazione al suo totale disinteresse per le problematiche cittadine. Ormai la sua presenza la si nota unicamente o in occasione della “distribuzione” di incarichi e prebende, oppure quando deve scegliere ed imporre questo o quel candidato; per il resto solo assordanti silenzi, lontananza e disinteresse. Riteniamo comunque che questo perenne stato di latitanza, il nascondersi, la continua fuga delle tematiche scottanti non fanno certamente venir meno le sue responsabilità politiche sullo stato di profondo degrado in cui è stata trascinata la città. Stando così le cose, non resta che sintetizzare ed approfondire il contenuto dell’ultimo comunicato con il quale il sindaco si è rivolto ai cittadini per informarli sulla decisione nel merito della Corte dei Conti in relazione al Piano di riequilibrio. I giudici romani avrebbero (l’uso del condizionale è obbligatorio trattandosi di una comunicazione del sindaco) ritenuto di non poter valutare il Piano in quanto non vi sarebbero i presupposti iniziali per ricorrere alla procedura avviata dall’allora commissario straordinario che guidava il Comune e pertanto, in mancanza di quei presupposti iniziali, il Piano di riequilibrio successivamente predisposto dall’esecutivo Limardo non avrebbe potuto essere dallo stesso adottato e conseguentemente valutato dalla Corte.
Un vero colpo di scena, il quale non solo non fa venir meno le responsabilità del sindaco in relazione ai tanti errori commessi, ma fa emergere una situazione paradossale a tutto svantaggio dei cittadini. Procedendo con ordine, vanno evidenziate una serie di valutazioni errate da parte del sindaco e dell’assessore Nardo, che hanno portato all’adozione di decisioni le quali, in mancanza della “buona stella” che finora ha vegliato sui vibonesi, avrebbero portato subito ad un nuovo dissesto. Il primo errore è stato quello di proseguire sulla strada intrapresa dal commissario straordinario (ammesso che le cose stiano effettivamente come sostiene il sindaco, sul punto ci riserviamo ulteriori approfondimenti all’esito della lettura delle motivazioni dei giudici della Corte dei Conti): invece di adoperarsi presso gli organi competenti per contestare ed evidenziare le lacune della scelta iniziale, l’hanno supportata, prima predisponendo ed approvando un Piano di riequilibrio inadeguato bocciato dai giudici contabili calabresi, poi difendendolo di fronte alle sezioni riunite della Corte dei Conti, facendo poi scadere i termini concessi dalla normativa in materia per la sua rimodulazione – esponendosi così alla seconda certa bocciatura del Piano se i giudici si fossero pronunciati nel merito – invece di individuare provvidenzialmente quella carenza di “presupposti iniziali”.
Accanto a tutto questo, va rilevata una circostanza, la quale rappresenta il paradosso dei paradossi e fornisce l’esatta misura dei danni causati dalla Limardo e dalla sua maggioranza ai cittadini: sono state alzate al massimo le aliquote dei tributi comunali al fine di supportare e rendere più credibile un Piano di riequilibrio predisposto in assenza di ogni supporto giuridico. Ciò posto, ci sentiamo di aggiungere, in disaccordo col primo cittadino – secondo cui la decisione della Corte dei Conti avrebbe scongiurato il dissesto – che al contrario quella pronuncia lo avvicina, in quanto a questo punto diventa centrale il parere della Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali. Di fronte a tutto questo, due considerazioni vanno fatte: la prima attiene ai tanti proclami del sindaco in relazione allo stravolgimento epocale che il suo esecutivo di alto profilo avrebbe realizzato, mentre i fatti evidenziano invece l’esatto contrario, un esecutivo inadeguato non solo sotto gli aspetti di cui stiamo trattando, ma in ogni campo dell’agire amministrativo.
La seconda considerazione ci riporta alla premessa dalla quale siamo partiti: il silenzio dietro il quale crede di poter nascondere le proprie responsabilità politiche l’on. Mangialavori. Non è dato sapere se la chiave di lettura di questa scelta possa essere una presa di distanza dal sindaco, la cui posizione viene ritenuta indifendibile, di fronte al malumore generale – compreso quello della sua stessa maggioranza – oppure la si debba intendere come una manifestazione di forza che lo porta a pensare di poter proporre la ricandidatura della Limardo nonostante una palese inadeguatezza. Nel primo caso la città ne trarrà beneficio, in quanto difficilmente il parlamentare – che resterà comunque colui il quale indicherà il prossimo candidato a sindaco – pur con tutto l’impegno possibile riuscirà a fare una scelta più infelice della precedente. Nel secondo caso i vibonesi dovrebbero preoccuparsi seriamente cominciando con l’essere meno accondiscendenti verso le imposizioni del parlamentare; un secondo quinquennio targato Limardo completerebbe l’opera di devastazione della città.
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