mercoledì,Dicembre 25 2024

Forza Italia fa il pienone e rilancia: «Da Vibo riparte il centrodestra»

Bagno di folla per la convention voluta dal consigliere regionale Giuseppe Mangialavori alla presenza, tra gli altri, degli ex ministri Matteoli e Carfagna e del governatore ligure Toti. «Uniti si vince e si possono mandare a casa Oliverio e Renzi» è stato detto

Forza Italia fa il pienone e rilancia: «Da Vibo riparte il centrodestra»

Un saluto preliminare lo ha fatto anche il sindaco Elio Costa, descrivendo il suo intervento come un “benvenuto interessato”. «Sono certo – ha detto il primo cittadino vibonese – che le personalità qui presenti daranno una mano a risollevare le sorti della nostra città, così come il centrodestra saprà farlo per l’intero Paese».

E le personalità presenti, in effetti, erano diverse e di spessore. C’erano gli ex ministri Altero Matteoli e Mara Carfagna, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, i parlamentari Antonio Caridi, Roberto Occhiuto e Jole Santelli, coordinatrice regionale di Forza Italia nonché vicesindaco di Cosenza fresco di nomina. C’era la vice coordinatrice Wanda Ferro e, ovviamente, il padrone di casa, Giuseppe Mangialavori, consigliere regionale incoronato dalle suddette personalità vero “leader politico del territorio”. Leadership sostanziata, evidentemente, con l’importante presenza di sostenitori in sala e fuori dalla sala dell’hotel cittadino che ha ospitato la convention “L’Italia vince se il centrodestra è unito”.

Folla, che ha fatto parlare Matteoli di «una cornice degna dei congressi di partito della Prima Repubblica» augurandosi che «in tutta Italia, il centrodestra possa tornare ad essere così come oggi è a Vibo Valentia».

E come in un congresso vero è stata, da subito, la politica a prendere il sopravvento. Un’analisi a più voci, ha infatti caratterizzo l’iniziativa voluta nel pomeriggio di oggi dal consigliere regionale Mangialavori al 501 Hotel di Vibo. Ma a differenza di un congresso, le varie valutazioni si sono mosse all’unisono, tutte accordate allo stesso spartito: esperienze di governo di centrosinistra da bocciare, sia in Regione che nel Paese; mai più un “Patto del Nazzareno” con Renzi; un centrodestra unito per vincere ma con Forza Italia capofila.

Visibilmente emozionato, il padrone di casa ha incentrato il suo intervento sull’unità della coalizione, distinguendo i livelli regionale e nazionale. «Si vive in Calabria – ha detto – il peggior momento del regionalismo degli ultimi 20 anni. Una regione paralizzata, senza nessuna attività, con una maggioranza fatta di passacarte e burattini, governati dal burattinaio Oliverio». Per Mangialavori, Vibo può essere additata «ad emblema e simbolo dei problemi del Mezzogiorno» ma anche a motore di «un’alternativa che porti la regione ad avere un governo all’altezza». Vi è una battaglia che va però condotta anche a livello nazionale e che vede nel referendum di ottobre uno dei banchi di prova decisivi. Quindi, in sintesi, c’è «bisogno di un centrodestra unito per superare in fretta una delle peggiori esperienze amministrative della Calabria; bocciare riforme che non aiutano il paese; liquidare il governo nazionale. Non servono divisioni interne, serve una forte e chiara proposta di governo».

Per la coordinatrice regionale di Forza Italia Iole Santelli, «ci sono le energie per far ripartire il partito, come dimostrano alcune emblematiche vittorie elettorali. Il centrodestra non è sparito, anzi. Ma potrà vincere le sfide future, referendum in primis, se ritroverà la capacità dei restare unito». Ancora, sulla scorta delle stesse considerazioni è il vicecoordinatore regionale Wanda Ferro ad affermare, citando Micheal Jordan che «con il talento si vincono le partite ma con la squadra si vincono i campionati».

Così anche Antonio Caridi e Roberto Occhiuto convergono sulla necessità di mandare a casa un governo regionale non all’altezza di affrontare e risolvere i problemi dei calabresi» e sulla necessità di costruire una coalizione alternativa alla sinistra che sappia vincere per capacità di innovazione, ragionando sulle idee e non sulle promesse». Per Mara Carfagna, Forza Italia è ancora un «grande partito, che vuole tornare protagonista così come lo è stato in passato, non con slide e chiacchere di propaganda ma con riforme vere. C’è bisogno – ha proseguito – che il centrodestra ritorni ad essere artefice del futuro del Paese, puntando sul dialogo, la convergenza, i valori che uniscono, il rapporto con la gente». Su tutto «la necessità di mettere in campo una classe dirigente di qualità».

Così Giovanni Toti traccia la rotta: «Non ci servono nuovi “Patti del Nazareno”, il nostro futuro non passa da accordi con Renzi, anzi il centrodestra si pone come forza alternativa a Renzi per mandare a casa questo governo. Per vincere, però, dobbiamo essere capaci di aggregare le forze che ci stanno intorno, sulla base di una piattaforma politica chiara, di una classe dirigente capace». Poi un riferimento a chi «ha scelto di andare via. Spero in un loro ravvedimento operoso, e in un ritorno a casa per costruire il futuro del centrodestra senza più ambiguità».

Matteoli, come detto, riscopre a Vibo «il vero popolo di Forza Italia. L’ho visto qui e in altre poche parti d’Italia. Per questo bisogna tornare a lavorare, a riappropriarsi di una visione di politica intesa come scienza viva, che torni a fare le scelte attorno alle quali si muovono la finanza, l’economia, lo sviluppo». E, ancora, anche per l’ex ministro è da «archiviare per sempre il discorso del “Patto del Nazareno”. Ora pensiamo a ricostruire il centrodestra con una coalizione che includa Lega e Fratelli d’Italia, ma che vede Forza Italia come perno: se c’è centrodestra si torna a vincere, se c’è destracentro non vinceremo mai».

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