Il “modello Vibo” alla presidenza dell’Anci ed i rischi per l’intero centrodestra calabrese
Il sindaco di Vibo Maria Limardo in corsa per il centrodestra quale presidente dell’associazione dei Comuni calabresi. Il centrosinistra schiera il primo cittadino di Cosenza Franz Caruso, ma la sfida è tutta sugli scenari politici futuri dove più di qualcuno rischia di farsi male. Ecco perchè
Rischia di trasformarsi in un boomerang politico per l’intero centrodestra calabrese, l’aspirazione del sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, di diventare il nuovo presidente dell’Anci regionale. Dopo l’esperienza del sindaco di Rende, Marcello Manna – inciampato in inchieste giudiziarie al pari del suo predecessore Gianluca Callipo (già sindaco di Pizzo) – e la momentanea reggenza dell’Anci Calabria (che riunisce i Comuni calabresi) da parte del sindaco di Cassano Gianni Papasso, il centrodestra calabrese punta sul primo cittadino di Vibo Valentia (l’ufficialità dovrebbe arrivare oggi) Maria Limardo, in quota Forza Italia. L’assemblea regionale dei sindaci calabresi si riunirà venerdì a Feroleto Antico e potranno partecipare all’elezione del Consiglio regionale dell’Anci tutte le amministrazioni locali in regola con il pagamento delle quote. Il centrosinistra punta invece sul sindaco di Cosenza, Franz Caruso, che potrebbe incassare il sostegno non solo del centrosinistra, ma anche di numerosi altri amministratori di diverso orientamento della provincia cosentina, la più estesa per numero di Comuni e che potrebbe fare la differenza per l’elezione del presidente dell’Anci, a discapito del sindaco di Vibo. In tal senso, Franz Caruso ha già ottenuto il sostegno del sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi. [Continua in basso]
La Limardo in cerca di una riconferma tutta in salita
Il proposito politico del centrodestra è naturalmente quello di avere alla guida dell’Anci calabrese un presidente dello stesso colore politico del governo regionale e nazionale. E sin qui tutto normale. La scelta del nome di Maria Limardo per puntare alla presidenza dell’Anci viene però letta anche in altra chiave, cioè quella di ottenere un trampolino di lancio in vista del “via libera” ad una sua seconda candidatura alla guida della città di Vibo Valentia quale sindaco. E qui potrebbero aprirsi scenari imprevedibili (o facilmente prevedibili per alcuni) con i quali il centrodestra non solo vibonese, ma a questo punto calabrese, sarà costretto a fare i conti non avendo sinora tenuto in debita considerazione alcune “variabili”.
La città di Vibo che sprofonda in vista di un secondo dissesto
Innanzitutto per il centrodestra calabrese proporre il sindaco di Vibo Valentia alla guida dell’Anci regionale significherà, per forza di cose – al di là della persona di Maria Limardo – voler sorvolare sullo stato attuale in cui versa la città, in dissesto finanziario e indietro su tutto rispetto ai capoluoghi calabresi ma anche ad altre città come Lamezia Terme, Corigliano-Rossano, Palmi, Amantea e tanti altri centri calabresi. Voler sorvolare su questo implicherà un’assunzione di responsabilità politica non da poco per l’intero centrodestra calabrese che rischia seriamente di farsi male e di perdere ogni credibilità, atteso che il tempo degli spot elettorali e della propaganda è finito da un pezzo ed i cittadini sono costretti a confrontarsi con la realtà di tutti i giorni che a Vibo Valentia (città governata ininterrottamente da undici anni dal centrodestra) si chiamano: dissesto finanziario enorme, possibile e prossima bocciatura del Piano di riequilibrio finanziario, opere pubbliche eternamente incompiute (teatro, scala mobile, tangenziali e strade “colabrodo”, scuola di Porosalvo chiusa dopo aver speso 100mila euro per il tetto, ecc.), ultimi posti in quasi tutte le classifiche annuali per qualità della vita e servizi.
Il passato che non insegna e gli scenari futuri
C’è poi un secondo dato sul quale occorre riflettere. L’eventuale presidenza dell’Anci calabrese al sindaco di Vibo, Maria Limardo, potrebbe non bastare affatto per proporre la sua ricandidatura a sindaco. Allo stato attuale, infatti, il sindaco non gode quasi più neppure della maggioranza consiliare, con consiglieri eletti fra le sue fila nel maggio del 2019 che si sono da tempo smarcati in Consiglio ed hanno preso le distanze (e continuano tuttora a prenderle) rispetto ad un’azione politica ritenuta da loro fallimentare, poiché fatta di soli slogan e annunci, incarnata da Maria Limardo, la quale trova sponda nel deputato – e coordinatore regionale di Forza Italia – Giuseppe Mangialavori, la cui vicenda personale di mancato ministro prima, mancato sottosegretario poi, e infine tutto il clamore nazionale che ne è seguito per via di articoli apparsi su Repubblica e Il Fatto Quotidiano (per fatti che noi avevamo scritto in solitudine con un anno di anticipo) non sembra aver insegnato nulla al centrodestra calabrese. Ma vi è di più.
L’Anci, il capitolo giustizia, Gratteri e l’inchiesta sul Comune di Vibo
La nuova presidenza dell’Anci calabrese dovrà infatti necessariamente confrontarsi anche con il capitolo “giustizia” che, per quel che riguarda i Comuni ed i sindaci, significa dover prendere posizione rispetto sia alla sempre paventata riforma del reato di abuso d’ufficio (in realtà già “ritoccato” sensibilmente anni fa lasciando il reato solo dinanzi ad un vantaggio patrimoniale), sia soprattutto con la richiesta da parte di diversi sindaci di rivedere le norme che regolamentano gli scioglimenti per infiltrazioni mafiose degli enti locali (Comuni, Province e Asp). E qui si aprono scenari di credibilità politica per l’intero centrodestra calabrese che da un lato plaude alle inchieste antimafia del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri – sindaco Limardo e coordinatore di Fi Mangialavori in testa –, dall’altro si ritrova a dover fare i conti con la realtà vibonese, e del Comune di Vibo in particolare, che è tutta un’altra storia anche – lo ripetiamo – rispetto ad altre realtà calabresi. Una storia che in parte resta da scrivere e che attende la chiusura di un’inchiesta, proprio della Dda di Catanzaro sul Comune di Vibo, venuta alla “luce” a seguito del blitz della Guardia di Finanza nel Municipio di Vibo il 29 ottobre 2019 (concorso esterno in associazione mafiosa e illecita concorrenza con minaccia o violenza aggravata dal metodo e dalle finalità mafiose i reati ipotizzati), in parte è già scritta nelle pagine della colossale inchiesta Rinascita Scott. E cosa emerge da inchieste come Rinascita Scott o Rimpiazzo? L’abbiamo scritto più volte, ma occorre necessariamente ripeterlo per gli smemorati (pochi) di turno: un consigliere comunale di Vibo (poi costretto alle dimissioni) sotto processo per corruzione elettorale aggravata dalle finalità mafiose in concorso con il fratello arrestato per associazione mafiosa ed un’altra sfilza di reati, sei consiglieri stretti congiunti di imputati di Rinascita Scott oppure emersi nelle intercettazioni per contatti con chi è finito sotto processo, sempre per Rinascita o per l’operazione Rimpiazzo, un assessore con il marito indagato in un’inchiesta della Dda di Reggio Calabria e altra consigliera comunale con il cognato finito nella relazione di scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Soriano Calabro.
Tutto ciò, naturalmente, dovrebbe indurre a riflettere seriamente chi sta pensando alla presidenza dell’Anci quale “trampolino” di lancio in vista di un secondo mandato amministrativo per la guida della città di Vibo (si voterà, salvo “imprevisti”, nel 2024), in considerazione pure di altri dati emersi proprio in questi giorni e che hanno visto i sindaci del Vibonese convergere sul primo cittadino di Ionadi quale nuovo presidente del Sistema Bibliotecario preferendolo alla stessa Maria Limardo. Non resta, dunque, che attendere i prossimi eventi e capire in quale direzione vorrà andare la maggioranza dei sindaci calabresi. L’appuntamento è per venerdì a Feroleto Antico. Chi vivrà, vedrà.
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