“Mille ragioni per difendere la Costituzione”, nasce un nuovo comitato per il No
Prende le mosse dall’articolo 1 della Carta costituzionale il comitato fondato a Pizzo in opposizione alla cosiddetta riforma Renzi-Boschi
Si richiama all’articolo 1 della Costituzione il nuovo comitato per No alla riforma Costituzionale Renzi-Boschi, nato a Pizzo e denominato “1000 Ragioni per difendere la Costituzione”, raccogliendo l’esortazione del Coordinamento per la democrazia costituzionale promosso da giuristi e costituzionalisti del calibro di Gustavo Zagrebelsky, Luigi Ferrajoli, Gianni Ferrara, Massimo Villone, Stefano Rodotà e altri, al fine di «creare un processo politico-civile che, dal basso, si attivi per impedire la de-forma della Carta costituzionale voluta dall’attuale governo».
Il Comitato per il No pizzitano «prende le mosse dalla prima, e molto riuscita, iniziativa organizzata dai suoi promotori lo scorso aprile; un dibattito con costituzionalisti e giuristi quali Silvio Gambino, Walter Nocito, Nicola Fiorita, per introdurre nella vita politica e civile di Pizzo i temi e i quesiti che saranno oggetto del referendum di ottobre».
Da qui la considerazione che «Nel nostro paese sono in cantiere profonde modifiche dell’assetto politico-istituzionale, perseguite dall’attuale governo attraverso una vasta revisione della Costituzione ed una nuova legge elettorale destinate, purtroppo, ad incidere negativamente sulla qualità della democrazia e sui diritti dei cittadini. Ciò avviene ridimensionando la centralità del suffragio diretto e del Parlamento, quale istituzione rappresentativa della sovranità popolare, alterando le garanzie del bilanciamento dei poteri e realizzando un’inusitata concentrazione di poteri nelle mani dell’Esecutivo espresso da un unico partito e in particolare esaltando il ruolo dominante del presidente del Consiglio».
Per i sostenitori del No si tratterebbe di «un atto pericolosissimo che svuoterebbe la nostra democrazia, privandola dei legittimi strumenti d’azione decisionale, afferendo ad un unico soggetto il potere di decidere le sorti politiche e non di un intero Paese, strozzando il confronto politico e impedendo la necessaria partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica».
A parere dei promotori del comitato (Giovanni Boragina, Domenico Ceravolo, Piergiorgio Colla, Gori Cosentino, Emilio De Pasquale, Giovanni Donato, Raffaela Mazza, Cristina Mazzei, Nanni Naselli, Giap Parini, Francesco Pascale, Silvio Primerano, Nancy Valente; Antonietta Villella) poi, «dietro la menzogna della semplificazione, del risparmio e della fine della casta, si nasconde la tracotanza e la cialtroneria di una classe politica autoreferenziale e inadeguata, che dimostra la mancanza di rispetto per la democrazia e per il popolo italiano».
L’obiettivo del comitato “1000 ragioni” è quello di «difendere e valorizzare i principi democratici della nostra Costituzione e promuovere, attraverso la messa in campo di azioni di piazza e non solo, un dibattito politico che consenta la partecipazione di tutti i cittadini e faccia crescere la consapevolezza della posta in gioco per gli anni futuri».