Elezione presidente Provincia di Vibo, Tucci (M5S): «Noi nel campo progressista»
Il deputato del Movimento 5 Stelle: «A sostegno di chi è alternativo alle destre, vale a dire le formazioni attualmente presenti all'interno di Palazzo Luigi Razza e in Regione»
«Le elezioni di secondo grado per la scelta del presidente e del consiglio provinciale si configurano come un vulnus per la democrazia e per il principio di rappresentatività. Questa situazione è il frutto avvelenato del combinato disposto della sciagurata legge Del Rio del 2014 unita al progetto di revisione costituzionale “Renzi-Boschi”, fortunatamente bocciato il 4 dicembre 2016, che prevedeva la soppressione delle province quali enti costituzionalmente necessari». È quanto afferma in una nota il portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati, Riccardo Tucci, a proposito delle elezioni per la presidenza dell’ente intermedio di Vibo, indette per il 29 gennaio prossimo. «La riforma Del Rio è un progetto mal riuscito – incalza Tucci – poiché ha posto le Province in un terreno di mezzo dai contorni ben poco definiti, in cui vige un metodo d’elezione degli organi politici che fa strame dei criteri di rappresentatività e democrazia. Gli amministratori dell’ente, infatti, con questo sistema elettorale – osserva Tucci – risponderanno più ai capataz dei partiti presenti nelle città più popolose e, quindi, detentori di un voto relativamente più pesante, che ai sindaci dei piccoli paesi». [Continua in basso]
Ne consegue, a parere del deputato, che «la presidenza e il consiglio si porranno maggiormente in ascolto dei propri “sponsor politici” a scapito dei cittadini. Un metodo che francamente lascia molto a desiderare – sottolinea il deputato – e si spera quanto prima possa venire cambiato. Ad ogni modo, il Movimento 5 stelle, in vista dell’imminente appuntamento elettorale – continua Tucci – si schiererà nel campo progressista a sostegno di chi è alternativo alle destre, vale a dire le formazioni attualmente presenti all’interno di Palazzo Luigi Razza e in Regione. Una scelta dettata dall’esigenza di dare un futuro dignitoso alla provincia. Ricordo a me stesso di aver contribuito a salvare l’Ente con i miei interventi legislativi, restituendogli l’agibilità politica, non vorrei, però, che lo stesso finisse di nuovo nel baratro amministrativo e contabile», conclude.
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