Vibo, M5s: «Sperpero di soldi con le commissioni consiliari e intanto aumentano le tasse»
Gli attivisti cinquestelle puntano il dito contro l'amministrazione comunale: «Si vantano di aver raggiunto il successo del 70% della raccolta differenziata, ma niente riduzione della Tari per i cittadini»
«In questi giorni, l’amministrazione comunale di Vibo incassa e si vanta, di aver raggiunto il successo del 70% della raccolta differenziata, senza riconoscere alcun merito ai cittadini, il cui contributo nella differenziazione dei rifiuti è stato invece, determinante. Stando così le cose, ci si sarebbe aspettati una corrispondente riduzione nelle tariffe della Tari. I cittadini per tutta risposta, al contrario, si sono visti applicare l’ennesimo aumento, con lievitazione esagerata degli importi, notificati proprio in questi giorni a tutti i vibonesi (senza soffermarci sugli errori commessi da SO.G.E.T. SpA nel conteggio degli acconti già versati)». Così in una nota l’ex consigliere comunale Luisa Santoro e tutti gli attivisti del Movimento 5 stelle di Vibo Valentia, secondo i quali «l’esecutivo continua a giustificare l’aumento delle tariffe quale conseguenza diretta degli adeguamenti Arera e dello stato in cui versano le disastrate casse comunali lasciate in eredità dalle amministrazioni passate, ma quella fetta esigua di cittadini, che ancora continua a pagare i tributi comunali per l’alto senso civico che la contraddistingue, verrà messa a dura prova in questi giorni alla luce del condono fiscale in via di approvazione da parte del Governo centrale, provvedimento che finirà per premiare i soliti evasori». [Continua in basso]
Aggiungono gli attivisti cinquestelle: «Nel frattempo, il civico consesso continua indisturbatamente a sperperare i fondi comunali attraverso le solite, giornaliere convocazioni delle commissioni consiliari, sulla base di un calendario prestabilito sin dal suo insediamento, su tematiche politiche varie che, di volta in volta appassionano le varie testate giornalistiche locali, ma che raramente si risolvono in atti sostanziali e deliberativi di Giunta e Consiglio ed , in quanto tali, in contestuali benefici diretti o indiretti per la collettività vibonese. Tale prassi, oramai consolidata da diversi anni, comporta mensilmente un impegno finanziario di oltre 200.000,00 euro destinato nei prossimi mesi ancora ad aumentare grazie ai recenti aumenti approvati dal legislatore. Ma nella situazione finanziaria in cui versa l’ente e alla luce dei continui sacrifici pretesi ai cittadini ci si chiede: è veramente opportuno continuare a mantenere tali prassi e, soprattutto in tali modalità organizzative che in termini produttivi quasi nulla apportano ai cittadini ed all’Ente stesso?».
E ancora: «Gli unici ad aver avanzato proposte modificative alle organizzazioni delle commissioni, rimaste sempre inascoltate, siamo stati proprio noi del Movimento 5 Stelle che, sin dal primo insediamento in questa amministrazione abbiamo fatto nostro baluardo la riduzione dei costi della politica, ed anche di recente, il nostro capogruppo Domenico Santoro insieme a Silvio Pisani hanno, ancora una volta, ribadito invano, la necessità, non più derogabile, di una riforma del regolamento comunale destinata a rendere le commissioni più utili all’Ente. Ma l’altro aspetto importante, è che un tale sistema finisce anche per creare una situazione accomodante tra gli stessi consiglieri di maggioranza, che mina quel concetto stesso di pluralità e di democrazia rappresentativa, a garanzia degli stessi principi voluti dal legislatore, in quanto viene a stabilizzarsi un naturale equilibrio politico tra le varie forze politiche, che in caso di dissenso con la Giunta, non garantisce un’espressione pienamente libera, svincolata ed indipendente come dovrebbe essere».
Secondo i cinquestelle vibonesi servirebbe dunque una inversione di tendenza e «far capire una volte per tutte a chi si candida, specie in vista delle prossime tornate elettorali comunali, che la politica non è da intendersi occupazione reddituale e che chi ha il privilegio di occupare uno scranno comunale, non dovrebbe mai dimenticare che è il delegato dei cittadini nella gestione dei fondi comunali e, che sarà chiamato a gestirli ed a renderne il conto così come fa il buon padre di famiglia con il suo budget familiare in maniera oculata e produttiva per i cittadini stessi e, non certo per un tornaconto personale. In tale ottica, non ha senso continuare a mantenere in tali modalità organizzative le commissioni consiliari le quali dovrebbero essere chiamate a supporto del Consiglio e della Giunta e non svincolati da questi, dovrebbero essere convocate, solo quando effettivamente necessarie e per l’elaborazione di atti di verifica, di studio e di controllo ben individuati e, dovrebbero sempre, risolversi in atti deliberativi finali. Ma il buon senso – concludono -, è tutt’ altra cosa».
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