Fondo donne vittime di violenza: la ferma replica di “Rinascita per Zambrone”
Mariella Epifanio, Amelia Conca e Fabio Cotroneo rispondono, inoltre, anche al sindaco Corrado L’Andolina in merito all’asilo nido
«È arrivato il riscontro sulla proposta del fondo di libertà comunale per le donne vittime di violenza, a firma dell’assessora Vincenzina Carrozzo e delle consigliere Romana Grillo e Mariana Iannello. Una proposta già realizzata da altri comuni italiani e, che era stata positivamente accolta anche dal pubblico, dopo l’uscita del nostro comunicato stampa. Diversi sono stati infatti, i messaggi di apprezzamento: da cittadini, vittime di violenza, e da diversi politici con ruoli provinciali e regionali. I punti fondamentali del riscontro arrivato sono questi: “Si esprimono riserve dovute al fatto che sono già previsti altri sussidi pubblici, per quanti, più in generale, versano in condizioni di disagio economico” […] “La compagine amministrativa è fermamente convinta che le risorse vadano investite in ambiti e profili che sono più congeniali ad un comune con poco più di 1800 abitanti: promuovendo forme di assistenza e un’appropriata promozione educativa che si rivolga agli studenti” […] “Il gruppo consiliare Identità e futuro per Zambrone, ha promosso la presenza dell’associazione Le Foglie di Dafne nella precedente amministrazione, a dimostrazione dell’attenzione e della sensibilità, sobria e concreta, da sempre manifestata sull’argomento”». A parlare sono i consiglieri di opposizione del gruppo “Rinascita per Zambrone” Mariella Epifanio, Amelia Conca e Fabio Cotroneo, che così proseguono: «Ben vengano tutte le programmazioni educative rivolte a temi così delicati che sono necessari per sensibilizzare l’opinione pubblica già dalle fasce più giovani: l’ente comunale nel suo impegno politico e la scuola in maniera distinta e separata dalla prima, nella sua dimensione educativa. Tutti possono dimostrarsi sensibili davanti ad un evento così doloroso e devastante a livello psicologico/morale e purtroppo, molto spesso anche fisico. Ma viviamo tempi duri, con il costo della vita arrivato a livelli per molti insostenibile, in una regione in cui spesso una donna, senza i servizi adeguati a sostegno della famiglia (Asili nido o ospedale di comunità ad esempio, che avevamo chiesto con accesso ai fondi Pnrr), e con le difficoltà oggettive di poter trovare un lavoro che le garantisca una vita dignitosa per sé e per i suoi figli, non è possibile vivere della sola sensibilità degli altri. Questa infatti, non serve per pagare le bollette, o visite mediche private urgenti, o per fare rifornimento all’auto per andare a lavorare o a prendere i figli a scuola o vestirli e assisterli in quello di cui hanno bisogno». [Continua in basso]
Dopo avere chiarito che non è in discussione «il grado di sensibilità che ognuno sente in maniera propria, ma è aiuto sicuramente più concreto, un fondo economico destinato alle vittime», i consiglieri di minoranza fanno presente che «compito dell’amministrazione pubblica, è quello di mettere a disposizione le proprie conoscenze per l’ottenimento anche di fondi sovra comunali e non ci risulta che questo sia successo. Sotto il Governo Gentiloni, con sottosegretaria alle Pari opportunità Maria Elena Boschi, sono stati ripartiti i fondi pari a oltre 12 milioni di euro tra tutte le Regioni d’Italia. Il mancato utilizzo dei fondi, ne prevedeva la restituzione al governo. La Regione Calabria, a fine 2021, doveva restituire al governo 170mila euro. Ecco a cosa serve la politica, quella con la P maiuscola, a fare in modo che nessun cittadino perda la sua opportunità e resti indietro. La politica serve per garantire equità sociale ma anche sostenere e promuovere ogni azione possa essere di aiuto e supporto ai cittadini. Serve per servire i cittadini e non le proprie ambizioni personali. Il riscontro è arrivato a firma non solo delle due consigliere interpellate per la loro delega (Pari opportunità e politiche sociali e alla persona) ma anche dell’assessora Vincenzina Carrozzo. Nel giorno dedicato alla lotta contro ogni tipo di violenza di genere, le donne del gruppo di maggioranza hanno escluso altre donne dalla possibilità di organizzare o manifestare insieme, su un tema che doveva legarci. Nessun invito ufficiale o per le vie brevi, è mai arrivato. Così come per tutti gli altri eventi, compresa la giornata della legalità. Manca sul riscontro la firma del sindaco a cui avevamo rivolto la proposta, oltre le due consigliere. L’esempio più sbagliato e moralmente inaccettabile, che delle donne potessero dare non solo alla loro comunità ma a chiunque leggerà l’intero riscontro e questa nota».
Asilo nido: la replica al sindaco
I consiglieri rispondono anche al sindaco in merito al suo ultimo comunicato stampa, «in cui – si fa notare – definisce sterili le nostre proposte. Un asilo nido sarebbe stato per la comunità di Zambrone e non solo, un grande punto di riferimento e appoggio per tutte quelle donne che lavorano o hanno bisogno di lavorare e non hanno la possibilità di lasciare i figli a nessuno. Una possibilità mancata in termini di servizio utile alla loro autonomia ma anche, sotto il profilo di occupazione lavorativa, perché avrebbe dato possibilità a qualche giovane, di lavorarci dentro. Dietro ogni proposta c’è sempre un’attenta valutazione e studio di fattibilità affinché l’idea proposta, possa avere benefici sul territorio e sul miglioramento delle condizioni socio/economiche della popolazione. Le proposte valide dal gruppo di minoranza sono pervenute, contrariamente a quanto afferma il sindaco. Tutte opportunamente documentate, e con riscontri che negano la possibilità di valutazione nel medio e lungo termine per scelte politico/amministrative già assunte. Per alcune poi, non sono mancate battute denigratorie, sminuendone l’utilità, nel corso di alcuni consigli comunali. Considerata la grande passione per i libri del sindaco L’Andolina, consigliamo di iniziare a scriverne qualcuno, il cui titolo azzeccato al suo modo di porsi con chi chiede confronto potrebbe essere: “L’arte del dire no, senza dire no”».