Vibo, Romeo invita il centrosinistra a fare una proposta di unità. «La città ha bisogno di tutti»
Ampio intervento del presidente del Centro studi Progetto Vibo Valentia in vista del voto per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale. E alla politica dice: «Lasciare le stanze anguste delle discussioni di facciata e accettare con umiltà di fare tabula rasa»
«Si è molto animato il dibattito politico sulle elezioni comunali che si terranno tra un anno e mezzo circa. In modo particolare nei partiti che compongono l’area del centrosinistra. Ma anche nel mondo progressista, tra i cosiddetti corpi intermedi che costituiscono luoghi di elaborazione associativa, culturale ed economica, un tessuto denso di cittadinanza che da tempo invoca uno scatto d’orgoglio in favore di Vibo Valentia, in direzione di un cambiamento reale, di un’inversione di tendenza rispetto al declino evidente della nostra amata città, peraltro costantemente testimoniato dagli indicatori nazionali sulla qualità della vita». Anche Enzo Romeo, già presidente della Provincia di Vibo Valentia, ex presidente dell’assemblea provinciale del Partito democratico e oggi alla guida del Centro studi “Progetto Vibo Valentia” si inserisce nell’ormai ampio dibattitto che sta interessando da qualche tempo l’area vibonese di centrosinistra e progressista in vista dell’appuntamento elettorale per l’elezione del nuovo sindaco e del consiglio comunale.
Confessa innanzitutto di avergli fatto «molto piacere che alle voci diffuse della politica, delle figure del mondo professionale e dell’associazionismo, si sia unita anche quella di Franco Sammarco, già sindaco apprezzato per la sua dirittura morale e per le sue capacità, amico e galantuomo, uomo di integra visione progressista. Sammarco – aggiunge Romeo – in questi ultimi anni, è rimasto riservato: il suo intervento indica quanto il livello del disagio generale sia molto alto e non più tollerabile». [Continua in basso]
Enzo Romeo: «Condivisibili le parole di Franco Sammarco»
Detto ciò, l’interessato spiega di avere trovato «condivisibile l’analisi di Sammarco, chiaro il suo generoso obiettivo di unità delle forze di centro e sinistra, lungimirante la sua visione di un coinvolgimento vasto dell’associazionismo. Da qualche tempo ho anch’io avviato una riflessione pubblica, condivisa sul mio profilo social: mi rendo ormai pienamente conto di quanto la mia percezione non fosse isolata. Così è nato “Progetto Vibo Valentia”, un Centro studi – viene annotato – dedicato all’elaborazione politica di una proposta di sviluppo della città, aperta a tutte le forze sociali, ai singoli che vogliano scendere in campo, alle migliori competenze ed esperienze che non intendano soggiacere silenziose alla caduta verticale del diritto di cittadinanza. E per quanto ciascuno di noi sia portatore di una storia politica personale che tendenzialmente ci obbligherebbe a una logica di schieramento, ho maturato un’opinione ormai solida: Vibo Valentia ha bisogno di tutti. Di tutti i cittadini che vogliano concretamente agire per modificare, in modo radicale, un andazzo cinico, rassegnato, involgarito da una propaganda sempre più grottesca capace solo di ritardare all’infinito l’ineludibile fase di cambiamento».
Invito alla politica a «ripatire dal basso, dai problemi più piccoli»
Per Romeo, quindi, «o si cambia o si accetta il declino: questa è l’alternativa». E allora la politica viene sollecitata a «lasciare le stanze anguste delle discussioni di facciata e accettare con umiltà di fare tabula rasa, ripartire dal basso, dai problemi più piccoli risalendo fino alle criticità generali, definendo le priorità: inutile e perfino sconcertante abbellire una piazza mentre Vibo Marina langue in un’incuria diffusa assieme ad altri quartieri della città, mentre nelle frazioni i servizi primari appartengono al disastro. La città si governa per tutti i suoi cittadini e non per un solo ristretto “cerchio magico”. Dopotutto – si chiede l’interessato – quale parte sociale della città se non quella più debole soffre di più per questo sistema di pubbliche incompiutezze e di intollerabili carenze? E il ceto produttivo? Commercianti, artigiani, professionisti, professioni atipiche, piccole imprese -. Si domanda ancora l’esponente democrat – quale faticosa sorte potranno sostenere in una città che non sostiene il loro impegno? La domanda è: cosa può fare Vibo Valentia per i suoi cittadini?». [Continua in basso]
«Dai cittadini l’avvio di un progetto per una nuova Vibo Valentia»
Dunque, a parere dell’ex presidente della Provincia, è proprio dai cittadini che «dovrà nascere il progetto della nuova Vibo Valentia: saranno le loro indicazioni sulle criticità reali, sui problemi quotidiani, sui disagi atavici e sui loro suggerimenti, proposte, idee, a fare la differenza. Soprattutto hanno il diritto di partecipare. Se si prende atto, con onestà politica, che la città sia di tutti, allora tutti coloro che vorranno farlo, potranno partecipare a questa stagione di rivoluzione razionale, eticamente fondata sull’interesse a vivere in una città notevolmente migliore di quella attuale. Semplicemente perché è possibile: una piccola città di trentamila abitanti può essere ben governata e aspirare a una prolungata fase di sviluppo. Si può tornare a vivere bene a Vibo. I partiti sono una fondamentale componente politica. La mia storia, che rivendico con orgoglio, è quella di un uomo di partito. Ma anche di un uomo che ha saputo smettere i panni della “parte” per assumere quelli istituzionali dell’interesse collettivo: mi piace fare buone cose per la mia città».
«Dal Centro studi una nuova visione culturale nella politica»
Romeo non esita, quindi, ad ammettere che oggi «è giunto il momento di una politica diffusa», costruita direttamente dai cittadini e – osserva in merito – «imperniata su un unico principio guida: una città che funzioni e che possa mettere a frutto la sua bellezza nascosta. Su questi presupposti è nato il Centro studi “Progetto Vibo Valentia”, che presiedo e che già coinvolge alcune figure di qualità e molte altre che verranno a breve. Con trasparenza, vogliamo portare una nuova visione culturale nella politica e la politica come realizzazione di un progetto concreto, solido, dinamico, avanzato e coordinato. Ci stiamo avviando a quest’avventura con la semplicità che ci proviene dalla chiarezza di idee e dall’onestà d’intenti. L’amore verso la città e il suo destino, come destino dei suoi cittadini, non è questione solo di belle parole ma di ascolto, elaborazione, proposta e realizzazione. Adesso – conclude Romeo – siamo nella prima fase, quella dell’ascolto. Ma abbiamo gran voglia di correre. Abbiamo entusiasmo. Ce la faremo».
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