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Vibo, in Consiglio approda il Valentini: e maggioranza e opposizione si ritrovano

Stefano Luciano (Azione) presenta l’interrogazione. L’assessore Scalamogna: «Stiamo costruendo un nuovo teatro. Poi se c’è la possibilità di dare a quella zona una rinascita, io sarò il primo ad accettare suggerimenti»

Vibo, in Consiglio approda il Valentini: e maggioranza e opposizione si ritrovano
Il cinema-teatro Valentini oggi
L’assessore all’Urbanistica Pasquale Scalamogna

«Condivido in tutto e per tutto le parole legate al grande passato del cinema-teatro Valentini. Era veramente il ritrovo di Vibo Valentia. Era un punto nevralgico della città. Un ricordo a me, peraltro, molto caro. Debbo dire, però, che questa città è andata verso la costruzione di un nuovo teatro e ormai la sua costruzione è alle battute finali e, se andrà come pensiamo, a breve lo inaugureremo. E, poi, non è sostenibile per il solo Comune creare un doppione. Poi se c’è la possibilità di creare, al posto del cinema-teatro Valentini, qualcosa di diverso e dare a quella zona una rinascita, io sarò il primo ad accettare suggerimenti. Però oggi stiamo andando verso la costruzione di una nuova struttura». È quanto ha detto in consiglio comunale l’assessore all’Urbanistica Pasquale Scalamogna, che ha risposto così a una interrogazione presentata, a suo tempo, dal consigliere comunale di Azione Stefano Luciano avente ad oggetto proprio il futuro del cinema-teatro Valentini. [Continua in basso]

Le parole di Stefano Luciano

Il capogruppo del Pd Stefano Luciano

In particolare, il consigliere di opposizione ha fatto presente che lo scopo della sua interrogazione è stato quello di porre al centro della discussione «lo sviluppo di una zona che per lunghissimo tempo è rimasta abbandonata. La questione è complessa perché ci sono varie discussioni che entrano in gioco. Chiaramente – ha riferito l’interessato – il mio obiettivo è quello di sottoporre all’attenzione amministrativa l’immobile che ha rappresentato una parte della storia di questa città. E non soltanto perché ci sono state diverse iniziative, ma perché per lungo tempo quel luogo ha rappresentato il punto di riferimento della classe dirigente vibonese che vive anche attraverso l’identificazione di alcuni luoghi. Quella era una città viva che produceva. Oggi, invece, c’è uno sfaldamento della classe dirigente e questo non è dovuto solo perché non ci sono i soggetti che interpretano una classe dirigente, ma non ci sono più le condizioni oggettive affinché la classe dirigente possa trovare momenti di incontro e di confronto. Rispetto a quando il cinema-teatro Valentini era aperto sono stati fatti passi indietro. Quindi, apriamo una discussione seria partendo dal Valentini, su quella che è la direzione di marcia che la politica intende adottare per rilanciare il tessuto sociale ed economico della città».

L’assessore: «Avevamo pensato di acquistarlo»

Il cinema-teatro Valentini

L’assessore ha, poi, fatto un passo indietro fino al 2010: «Ossia  – ha ricordato – quando, dopo tutta la vicenda dolorosa finita con la causa nei confronti dei progettisti del primo teatro e la restituzione del terreno, ci siamo messi a testa bassa a lavorare e abbiamo deciso di ubicare il nuovo teatro nel terreno di proprietà del Comune a Moderata Durant. Abbiamo, quindi, riempito il progetto originario di altri contenuti e lo abbiamo passato al vaglio del consiglio comunale che ci ha invitati a individuare un terreno più vicino al centro. Abbiamo, pertanto, pensato anche di acquisire il cinema-teatro Valentini. Abbiamo perseguito questa strada, ma  la cifra che ci hanno proposto era talmente alta che è stata ritenuta non sostenibile rispetto al nostro finanziamento. Dico ciò – ha chiuso l’assessore – per sottolineare che il cinema-teatro Valentini è sempre stato al centro dell’interesse del Comune».   

Luciano: «Da Scalamogna parole positive»

Pensieri e parole, queste di Scalamogna che tuttavia Luciano ha infine considerato «positive» in quanto – ha concluso il consigliere di minoranza – «colgo nelle sue parole una volontà politica che è quella di discutere sul futuro di Vibo Valentia. Il problema principale è la volontà politica di affrontare il problema dell’immobile, quello secondario è la sua destinazione. Il fatto, quindi, di dire che rispetto a quell’immobile si apre un ragionamento io ritengo che sia un elemento di positività».

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