Bilancio, le ragioni del voto contrario del Partito democratico
Tanti i problemi strutturali sollevati dall’opposizione all’indirizzo del documento finanziario. E sull’aumento della Tari: «Si scaricano le inefficienze su tutti i cittadini».
«Oltre 9 ore di consiglio non sono bastate, all’opposizione per indurre il sindaco e i consiglieri che lo sostengono a rivedere le pratiche proposte all’ordine del giorno. Tanto si è discusso sul consuntivo censurando sia l’aspetto formale della pratica sia quello sostanziale».
A riferirlo sono proprio i componenti del gruppo dem a Palazzo Luigi Razza che nel corso dei loro interventi, hanno evidenziato come «il disavanzo di bilancio (oltre 500mila euro) sia il frutto di una carente programmazione politico/amministrativa. Così come si è evidenziato che per uscire dall’immobilismo amministrativo in cui purtroppo versa il Comune è necessario un netto cambio di passo che deve poggiare su di una sostanziale riorganizzazione dell’apparato burocratico/amministrativo dell’Ente, grazie al quale si dovranno massimizzare le risorse umane presenti all’interno di Palazzo Razza».
Per l’opposizione sono «tanti i problemi strutturali del bilancio che hanno spinto i democratici a votare in maniera contraria, inoltre è stato rilevato come l’Ente non abbia rispettato alcuni parametri quali ad esempio quello relativo alle spese per le autovetture; quello relativo ai fondi spese e rischi futuri; così come si è evidenziato il mancato rispetto dei tempi di pagamento che denota una evidente difficoltà di cassa. La sintesi della difficoltà finanziaria del Comune – asserisce il Pd – si trova a pagina 35 del parere nella parte in cui i revisori scrivono che “il mancato rispetto di tali parametri (riferendosi ai residui attivi e passivi) è causato dalla sfasatura nella riscossione delle entrate…”. Senza una chiara programmazione in tal senso mirata siamo fortemente preoccupati sulla stabilità finanziaria futura del nostro Comune».
Tuttavia, fa notare il gruppo Pd: «Nonostante la difficoltà nell’erogazione dei servizi, il Comune non manca di aumentare la Tasi e la Tari. I consiglieri del Partito democratico sul punto hanno sollevato una questione pregiudiziale in merito all’ammissibilità delle pratiche: le stesse, infatti, sono state aggiunte, in via d’urgenza, ad un ordine del giorno già fissato». Cosa che «sarebbe dovuta avvenire, così come recita il regolamento comunale, mediante un atto da notificarsi ai consiglieri almeno 5 giorni prima della seduta e non già seguendo la procedura della convocazione del consiglio in via d’urgenza che consente la notifica fino a ventiquattro ore prima del consiglio. Pratiche che tra l’altro sono state lavorate dagli uffici e dalla giunta con abbondante anticipo e quindi non avrebbero giustificato in alcuna maniera l’urgenza che si è inteso attribuirgli. Anche su questi punti si è aspramente criticato l’operato dell’esecutivo soprattutto con riferimento alla Tari, evidenziando come la giunta abbia dovuto correggere una prima delibera».
E ancora, «non è passato inosservato ai democratici come la giunta abbia sbagliato a redigere il primo piano e le prime tariffe e sia stata costretta a rivedere il proprio decisum. Il tutto ovviamente sottolineato da un’evidente difficoltà di programmazione in tale materia da parte dell’esecutivo e un approccio un po’ troppo “disinvolto” nell’approvazione delle delibere (non si dimentichi cosa è successo poco più di un mese fa per i lavori di somma urgenza di Via Parisi). Il vero dato su cui si sono battuti i democratici in aula è stato quello dell’aumento per tutti della Tari. I democratici, infatti, hanno fortemente criticato gli aumenti previsti dal piano spalmati a pioggia su tutti i cittadini; gli operatori commerciali; i professionisti. Un aumento, insomma che non “risparmierà” nessuno».
Il Pd ha censurato, in particolare, il fatto che i cittadini vibonesi dovranno pagare un servizio che costa loro 5.174.151,32 euro evidenziando tra glia altri l’inefficienza di alcuni sub-servizi: il Comune spende 896.280,00 per lo spazzamento e il lavaggio delle strade pubbliche. E allora la domanda è d’obbligo: le nostre strade sono lavate e pulite per come è il costo del servizio? Il Comune spende 954.360,00 Euro per il costo della raccolta differenziata e 80.000,00 Euro per il costo di trattamento e riciclo. Allora la domanda: ma a Vibo si fa una raccolta differenziata talmente estesa da avere un costo così importante? Se si ci aspetteremo di avere delle percentuali di differenziata che giustifichino i costi. È su questo che il Sindaco è chiamato a vigilare».
Ed è proprio con riferimento alla percentuale di differenziata prevista dal piano che i componenti dem hanno affondato il colpo. Nel piani, infatti, è previsto il raggiungimento di una percentuale di differenziata pari al 40 per cento entro il 31 dicembre 2016. Percentuale che, visto l’attuale punto di partenza è impossibile da raggiungere secondo l’opposizione «e se ciò non avvenisse, com’è probabile, il Comune si è assunto una grande responsabilità politico/amministrativo nei confronti della città. Perché nel caso in cui quella, secondo noi troppo ambiziosa, percentuale non si dovesse raggiungere il Comune sarà esposto a potenziali debiti fuori bilancio che destabilizzerebbero ancor di più la già precaria situazione finanziaria dell’Ente e soprattutto farebbero lievitare ancora di più i costi per tutti i cittadini vibonesi».