Decreto Scura, Mirabello avverte: «Non si facciano forzature sugli atti aziendali»
Per il presidente della Commissione Sanità «in un quadro segnato da incertezza e con un decreto che fa acqua da tutte le parti, non ha alcun senso imporre diktat alle Asp».
«Le proteste pressoché unanimi e trasversali che dai territori, dalle categorie e dalla politica si sono levate in questi giorni sul tema del decreto di riordino della rete ospedaliera varato dal duo Scura-Urbani senza alcuna forma di concertazione e dialogo, hanno evidenziato la necessità ineludibile di usare una volta per tutte il senso di responsabilità e di ridiscutere l’intero impianto organizzativo della sanità calabrese».
È quanto afferma in una nota il consigliere regionale e presidente della Commissione Sanità Michele Mirabello, in relazione all’ormai famigerato decreto Scura. Per l’esponente del Pd, «la stessa intransigenza con la quale si chiede ai direttori generali delle Asp calabresi di definire lo step fondamentale degli atti aziendali, rischia di rivelarsi ancora una volta contraddittoria e fuori luogo».
Mirabello ricorda che «una circolare di Scura di recente emanazione ha in effetti apposto una perentoria scadenza, quella di venerdì 15, entro la quale dovrebbero essere decretati atti aziendali che rischiano di nascere già monchi a causa della mancanza del fondamentale tassello della rete territoriale. Credo che in un quadro così complesso, con un decreto sulla rete ospedaliera che fa acqua da tutte le parti e con una rete territoriale carente di riorganizzazione ed in attesa di definizione, pensare di arrivare al varo degli atti aziendali con forzature e toni ultimativi non avrebbe alcun senso».
Si chiede il consigliere regionale: «Come possono Scura e Urbani pensare di imporre la definizione di atti aziendali da parte delle aziende sanitarie in totale assenza di definizione della rete territoriale? Che senso avrebbe condurre un’operazione di questa natura? Ancora una volta ed anche su questo passaggio così importante emerge una visione scoordinata della sanità calabrese che rischia di produrre ancora ulteriori danni. Dunque nessuna forzatura sugli atti aziendali prima di aver rivisto e rivisitato la rete ospedaliera concertandola con i territori e prima di aver definito in maniera seria e credibile l’assetto della rete territoriale».