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Vibo: l’ingarbugliata storia del Parco archeologico con i suoi siti chiusi. E l’assessore spiega perché

La titolare della Cultura Daniela Rotino illustra le vicende che hanno accompagnato le singole aree. Le critiche del gruppo di “Vibo Democratica”, mentre il Pd chiede la revoca delle convenzioni alle associazioni

Vibo: l’ingarbugliata storia del Parco archeologico con i suoi siti chiusi. E l’assessore spiega perché
Il sito archeologico di S. Aloe
L’assessore Daniela Rotino

«Devo confermare che i Parchi archeologici di Vibo Valentia sono sette e sono stati dati in gestione attraverso delle convenzioni che noi abbiamo subito inviato ai gestori aggiudicatari. C’è stato naturalmente un iter burocratico da seguire. L’ufficio contratti ha dovuto seguire le norme di legge e controllare tutti i requisiti previsti. Nel seguire questo iter si sono persi purtroppo alcuni mesi. Bisogna precisare che la convenzione non è unica, ma per ogni affidatario è stato necessario stipularne una. Quindi, le convenzioni sono quattro, una per ogni affidatario, due delle quali sono state restituite firmate, le altre invece non sono mai giunte con la necessaria firma». Parola dell’assessore alla Cultura Daniela Rotino che ha così risposto in aula durante il Question time ai consiglieri di minoranza di “Vibo Democratica” Giuseppe Policaro e Marco Miceli e del Partito democratico Stefano Soriano e Laura Pugliese, i quali a suo tempo hanno presentato due rispettive interrogazioni per sapere – in buona sostanza – le ragioni per le quali, ad oggi, detti siti risultino «chiusi e non valorizzati» nonostante sia stata fatta una manifestazione di interesse per la gestione del grande Parco archeologico urbano della città di Hipponion-Valentia. [Continua in basso]

Fenomenologia di siti archeologici ancora chiusi al pubblico

Le antiche mura greche di Vibo
Le Mura Greche

L’assessore al Comune di Vibo Valentia ha, quindi, precisato che hanno firmato le convenzioni l’Ente Promozione Calabria per quanto riguarda il Parco di Sant’Aloe e le Mura greche, mentre per il Parco del Rimembranze e il Parco di San Leoluca la convenzione è stata firmata dall’associazione Valentia. «In relazione agli altri – ha avvertito l’assessore – è necessario fare una premessa: i Parchi sono di competenza del Comune, ma ancora la competenza specifica delle Mura greche e del Còfino è sempre della Soprintendenza. Quindi, noi pensavamo che il problema della rimozione dei teloni del Còfino, che erano stati vandalizzati, fosse semplice da risolvere. Invece, la Soprintendenza ci ha informati che esiste una ditta incaricata di sistemare la luce, che prima non c’era, e le telecamere. Ma il problema dei teloni ha comportato molti ritardi perché ci sono problemi di reperimento di questi materiali, ma anche in ordine alla rimozione, che prevede procedure specifiche allo smaltimento dei teloni stessi che sono di materiale particolare ed infine alla messa in opera degli stessi per coprire i reperti. Quindi, in relazione al Còfino se ne sta occupando la Soprintendenza».

Stessa cosa per le Mura greche. «In virtù di diversi sopralluoghi – ha spiegato l’assessore – si è accertato che, forse a causa delle intense piogge, il cancello di accesso si era quasi spostato, per cui aprirlo sarebbe stato pericoloso. Pertanto, è stato oggetto di manutenzione straordinaria da parte della Soprintendenza. Inoltre, devono ancora sistemare la copertura delle Mura. Quindi, di questi due siti se ne sta occupando ancora oggi la Soprintendenza per lavori straordinari». Per quanto concerne il Museo di Santa Chiara, «insieme con la Soprintendenza – ha riferito sempre in aula Daniela Rotino – siamo andati a fare un sopralluogo e lo abbiamo trovato in condizioni disastrose. Era un deposito di tutto. Grazie all’assessore Bruni e all’Ecocar, e grazie anche alla collaborazione dei lavoratori che percepiscono il reddito di cittadinanza, siamo riusciti a ripulirlo ed è stato rimosso tutto il materiale non idoneo. Dodici reperti sono stati già collocati e, con l’ausilio della Soprintendenza, bisognerà dare loro un percorso un po’ più logico. Esistono anche delle teche di vetro che dovranno accogliere nuovi reperti. Dopodiché si potrà aprire. A breve ci sarà un incontro con il nuovo sovrintendente Sudano, nel corso del quale affronteremo tutte queste tematiche». [Continua in basso]

Il Castello di Bivona e quell’accesso ancora dei Capialbi

Patte del Castello di Bivona

Per quanto riguarda, invece, il Castello di Bivona «esiste un problema in relazione all’ingresso perché tale area fu lasciata agli eredi Capialbi. Di conseguenza – ha evidenziato l’assessore – per poter accede al Castello è necessario attraversare la proprietà Capialbi. Per evitare l’accesso da tale zona si dovrà creare un altro accesso in modo tale che l’associazione Electa, che al momento si occupa di questo sito, non dovrà accedere tramite l’area di proprietà Capialbi. Questo nuovo passaggio garantirà l’accesso più immediato. Con questi lavori si metterà in atto anche la canalizzazione del torrente, sarà creato un parcheggio e il ripristino dell’impianto di illuminazione e dell’impianto idrico. Quindi, l’associazione Electa ci ha fatto sapere che per questioni di sicurezza al momento non può prendere in gestione il sito perché non possono entrare i mezzi di soccorso, non esiste l’attacco dell’acqua, le telecamere sono state vandalizzate, così come anche la luce. Pertanto, finché non saranno conclusi questi lavori, di cui se ne occuperà la Soprintendenza, l’associazione non può realizzare le attività in programma per il Castello di Bivona».

Per il Parco di San Leoluca e del Belvedere Telegrafo, l’associazione Valentia sta portando avanti la programmazione egregiamente, anzi ha chiesto alla Soprintendenza di poter pulire la teca che chiude il battistero e poi sta provvedendo, con conferma da parte della Soprintendenza ad effettuare i lavori, alla pulizia della recinzione del tempio di Proserpina al Parco delle Rimembranze. Con i gestori sono proseguiti gli incontri, gli ultimi due si sono avuto il 31 marzo e il 6 aprile, e abbiamo anche valutato un addendum alla convenzione, che è necessario fare per poter dare la possibilità ai gestori di erogare i biglietti, il ricavato dei quali servirà alla gestione dei siti, in un secondo momento si stabilirà il costo del biglietto».

Vibo Democratica: «Problema di programmazione e di visione»

Da sinistra Giuseppe Policaro e Marco Miceli

Per il gruppo di “Vibo Democratica” ha risposto Marco Miceli, il quale ha subito dichiarato di non ritenersi «soddisfatto» delle spiegazioni fornite dall’assessore. «Non ho ancora capito – ha infatti precisato il consigliere di opposizione – quale sia la volontà politica di questa amministrazione. Il patrimonio sarà fruibile o no? Sui tempi sorvoliamo, ma sapere che un anno e mezzo fa è stata promossa una manifestazione di interesse senza aver fatto prima i sopralluoghi, senza aver capito se fossero in sicurezza, beh… Lei afferma che ha fatto ora il sopralluogo a Santa Chiara, scoprendone il degrado e l’abbandono. La domanda è: chi ha messo di tutto lì? Chi lo aveva in gestione prima? Ricordo, ad esempio, che lo scorso anno sono state fatte delle iniziative al Castello di Bivona. Quindi la scorsa estate non c’erano tutti questi problemi? Per capire, i beni sono stati affidati il 5 maggio, in estate ha luogo una iniziativa e ora l’assessore il 9 maggio del 2022 dice che il sito non è in condizioni di sicurezza. Il patrimonio archeologico del nostro territorio ha un valore inestimabile. Non può rimanere chiuso. Non consentirne l’accesso  – ha aggiunto sempre il consigliere di “Vibo Democratica” – è un grave danno alla comunità. È una risorsa importantissima del nostro territorio. In virtù delle attività previste in relazione a “Vibo Capitale del libro” non bisognava forse prevedere in anticipo affinché tali siti potessero essere affidati alle associazioni che se li sono aggiudicati e affinché fossero inseriti nella programmazione delle attività stesse? Esiste un problema serio di programmazione e di visione. Avevamo presentato una interrogazione a proposito della Fontana Scrimbia. Lei aveva detto che avrebbe provveduto, ma il sito  – ha concluso Marco Miceli – versa ancora in totale stato di abbandono».

Il Pd: «Revocare la convenzione alle associazioni»

Il capogruppo del Pd Stefano Soriano

Per il capogruppo democrat Stefano Soriano, invece, «anche in questo caso c’è stato il mancato coinvolgimento della minoranza. Assessore, ripeto: non c’è una visione. In ogni Consiglio mi tocca dire che da parte di questa amministrazione non c’è una visione, spacchettare Sant’Aloe o altro non serve. Il Parco archeologico è uno. Posso capire che il Castello di Bivona sia fisicamente lontano, ma fa sempre parte di un unico Parco archeologico. Bisogna fare un Parco archeologico unico. Con un unico biglietto, più entrate, più ingressi. A questo punto  – questa la forte richiesta avanzata dal capogruppo di minoranza – serve revocare la gestione alle associazioni. L’anno scorso abbiamo assistito a delle conferenze stampa ed è un anno che noi diciamo che fate solo conferenze stampa, lanciate delle proposte che poi non portate a compimento. Se le associazioni che hanno firmato la convenzione non hanno fatto nulla revochiamo la stessa convenzione. Se non è colpa loro vuol dire, invece, che c’è un problema del Comune. Completeremo il mandato di questa amministrazione con le Mura greche chiuse, con Sant’Aloe chiusa, il Castello di Bivona chiuso, così come avete iniziato. Io sono insoddisfatto, assessore, perché non c’è una proposta seria sul Parco archeologico. Oggi da parte vostra solo “vedremo…” “…c’è questo problema…” e null’altro. E nel frattempo – ha chiuso il capogruppo del Pd –  è passato un anno».     

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