Il pasticcio con la scuola di Portosalvo e le mancate risposte sul Sant’Anna di Bivona
Le rassicurazioni dell’assessore Giovanni Russo nel corso dell’ultimo Consiglio comunale non convincono e finiscono per alimentare nuovi dubbi. Ecco tutte le contraddizioni di un esecutivo che naviga a vista
L’ultimo Consiglio comunale ha confermato, ammesso che ce ne fosse bisogno, il motivo per il quale questo esecutivo cerca con ogni espediente di evitare il confronto in aula, il quale costringe il sindaco e gli assessori a spericolate arrampicate sugli specchi, nel tentativo di fornire risposte alle interrogazioni presentate dalle opposizioni. In tal senso riteniamo che il protagonista assoluto dell’ultima assise comunale sia stato l’assessore ai lavori pubblici Giovanni Russo, cimentatosi nell’ingrato compito di difendere l’indifendibile. Nello specifico egli, attraverso aggrovigliate argomentazioni poco attinenti ai quesiti postigli, più che fornire risposte ha tentato piuttosto di sfuggire ad esse. L’esempio lampante è rappresentato dalle sue dichiarazioni in ordine all’ormai famoso tetto della scuola di Portosalvo ed al perenne sconcio rappresentato dal torrente Sant’Anna che insozza la spiaggia di Bivona. In relazione al primo argomento, onde evitare “depistaggi”, è opportuno fissare quali erano gli intenti dell’interrogazione presentata dal consigliere di “Azione” Stefano Luciano. Essi miravano a conoscere le seguenti circostanze: 1) i motivi per i quali la scuola dopo la realizzazione del tetto, costato ai contribuenti centomila euro, sia stata subito dopo chiusa dal sindaco per inagibilità; 2) come i motivi addotti nell’ordinanza di chiusura si sposino con le perentorie affermazioni di segno contrario, messe nero su bianco in data 7 marzo 2022 dall’ingegnere comunale responsabile del procedimento (secondo il tecnico la scuola, all’esito degli accertamenti effettuati, risultava sicura e la realizzazione del tetto non aveva comportato modificazioni strutturali tali da giustificarne la chiusura). Chiariti tali aspetti, va rilevato che l’assessore Russo, nel suo intervento, ha confermato che il tetto non ha appesantito la struttura preesistente, aggiungendo poi che la chiusura predisposta dal sindaco è stata dovuta a successivi accertamenti, i quali avrebbero attestato l’inagibilità dell’edificio. Come appare evidente, l’assessore ha cercato di salvare capra e cavoli aggravando però le responsabilità dell’esecutivo; infatti, se dovesse essere vero che il rifacimento del tetto non ha appesantito la struttura preesistente, vuol dire che la stessa presentava, già prima dei nuovi lavori, delle carenze tali da renderla inagibile. Stando così le cose, l’esecutivo Limardo sarebbe responsabile di aver consentito e/o non aver fatto nulla per impedire che nel precedente anno scolastico l’incolumità dei bambini fosse messa a rischio dalla frequenza di un edificio pericolante. Va poi aggiunto che Russo si guarda bene dall’indicare il tecnico che avrebbe effettuato i nuovi accertamenti sulla scorta dei quali il sindaco ha emesso l’ordinanza di chiusura del 16 settembre 2021, la quale è in antitesi con quanto attestato dal tecnico comunale in data successiva (7 marzo 2022) in ordine alla sicurezza della scuola. Comunque stiano le cose, un dato è certo: l’arrampicata sugli specchi dell’assessore Russo non si è rivelata idonea a celare i limiti dell’esecutivo, il quale, se fosse stato di alto profilo per come propagandato dal sindaco, quantomeno avrebbe agito in maniera più razionale, effettuando i presunti rilievi di cui parla Russo prima della realizzazione del tetto e non dopo aver speso centomila euro. [Continua in basso]
Ma l’assessore, a nostro avviso, è riuscito a fare anche di peggio nel rispondere all’altra interrogazione presentata da Luciano, mirante a sollecitare utili interventi per evitare che le acque del torrente Sant’Anna continuino a sversare in mare con il loro carico inquinante. A tal proposito Russo ha rassicurato sulle condizioni del mare antistante la costa comunale, facendo riferimento ai risultati dei prelievi effettuati dall’Arpacal ed aggiungendo che dal prossimo 15 maggio le acque del torrente saranno fatte confluire nel depuratore del Corap. Anche in questo caso, nel fare l’analisi logica di quel che sostiene l’assessore, occorre partire dall’unico dato certo concernente l’inquinamento delle acque del torrente Sant’Anna che, altrimenti, non sarebbe necessario far confluire nel depuratore. Tale assunto porta alle seguenti deduzioni: 1) appaiono poco attendibili le rassicurazioni di Russo in ordine alla qualità delle acque marine accertata dall’Arpacal, a meno che la stessa non effettui i prelievi in zone diverse e distanti dai punti critici; 2) il proposito, ritenuto risolutivo dall’assessore, di far confluire, come ogni anno, le acque del torrente nel depuratore a partire dal 15 maggio fa il pari con la soluzione adottata da chi usa nascondere la polvere sotto il tappeto. Infatti – salvo che Russo non voglia far credere che ogni anno il torrente Sant’Anna solo a partire dalla data prescelta scarichi in mare acque inquinate mentre fino al giorno precedente le stesse sono caratterizzate da effluvi profumati – emerge in modo inconfutabile l’incapacità e/o la mancanza di volontà di affrontare in modo veramente risolutivo la problematica che sta mettendo in ginocchio gli operatori turistici della frazione Bivona.
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