Vibo Capitale del Libro, Lo Gatto: «Le Marinate escluse da tutto, è tempo di indignarsi»
Il componente della segreteria cittadina di Azione si sofferma sulla mancanza di strategia da parte dell’amministrazione comunale, sui risultati non raggiunti e sui “contentini” che si vorrebbero destinare alle frazioni
«Strategia e tattica. Generale e particolare. Visione futura e azioni attuali. Ecco una capacità fondamentale di un leader o comunque di una classe dirigente: stabilire degli obiettivi ed utilizzare metodi e strumenti adeguati per realizzarli, tappa dopo tappa. E quale strategia si è prefissata l’attuale amministrazione, ossia quali obiettivi a breve, medio e lungo termine aveva intenzione di raggiungere con la programmazione di Vibo Capitale del Libro 2021? Gli eventi organizzati concorrono tutti a realizzare quegli obiettivi? Le somme a disposizione – 600.000 euro – sono state coerentemente utilizzate per concretizzare quella strategia»? E’ quanto si chiede Pierluigi Lo Gatto, componente della segreteria cittadina di Azione.
«Democrazia è partecipazione, cantava Giorgio Gaber, e questo genera altre domande: gli intenti sono stati condivisi con la popolazione? Davvero sono state chieste e soprattutto ascoltate le proposte della parte attiva, pur presente, della città? E secondo quali criteri e quali canoni di decente trasparenza sono stati profusi finanziamenti e distribuite risorse dei cittadini (perché, da qualunque ente provengano, sono comunque soldi dei contribuenti)? [Continua in basso]
Le risposte sono sotto gli occhi di tutti, così come oramai tutti hanno compreso l’assoluta assenza di una strategia, se non quella di compiacere gli amici questuanti. Senza tale visione generale, quindi, le azioni conseguenti hanno condotto ad escludere una larga fetta di popolazione dalla kermesse -frazioni e marinate – che più di tutti aveva necessità di essere valorizzata e a dilapidare i finanziamenti in progetti inconcludenti e fini a se stessi. In particolare, se davvero non vi è l’intenzione di realizzare la Biblioteca a Vibo Marina, ciò significa distinguere fra cittadini di serie A e di serie B e dimenticare, nonostante l’ostentata elevatezza culturale dell’attuale amministrazione, che è della civiltà del mare (greca e romana) che siamo figli, e che proprio dal mare Cicerone giunse nell’antica Hipponion. Ed è certo solamente da lì, dall’enorme potenziale costiero, che può provenire una ripresa economica che, altrimenti, sarà oggetto solo di promesse mentre la nave affonda. E cosa si vorrebbe fare, per dare, come farebbe Maria Antonietta di Francia, un contentino alla plebe che invoca più attenzione e considerazione? Nientepopodimeno che… un “punto lettura”, una surroga offensiva che dovrebbe invece essere un’aggiunta, non certo una sostituzione, di un fondamentale centro di crescita culturale come la Biblioteca. Urge pertanto un’interrogazione in Consiglio comunale, per capire quali motivazioni spingano la colta amministrazione – conclude Lo Gatto – a disdegnare ancora una volta Vibo Marina. Il cambiamento nasce dall’indignazione. È tempo di cambiare. È tempo di indignarsi».
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