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Parco archeologico, la denuncia di “Vibo Democratica”: «Siti chiusi e non valorizzati»

Giuseppe Policaro e Marco Miceli si rivolgono direttamente al sindaco per conoscere i motivi per cui, nonostante l'affidamento della gestione, diverse aree non siano ancora oggi fruibili

Parco archeologico, la denuncia di “Vibo Democratica”: «Siti chiusi e non valorizzati»
Parte dell'area archeologica del Còfino
Da sinistra Giuseppe Policaro e Marco Miceli

La gestione del Parco archeologico urbano della città di Hipponion-Valentia nel mirino dei consiglieri comunali di “Vibo Democratica”. Giuseppe Policaro e Marco Miceli hanno, infatti, rivolto una interrogazione al sindaco del capoluogo Maria Limardo al fine «di riferire quali siano i motivi per cui i siti non sono ancora fruibili e quali azioni intende intraprendere affinché il nostro patrimonio archeologico, quale inestimabile risorsa di Vibo Valentia, possa godere al più presto della giusta valorizzazione». I due esponenti della minoranza a Palazzo Luigi Razza ricordano all’amministrazione che «Vibo dispone di un importante patrimonio storico-archeologico che oggi più che mai merita di essere valorizzato e reso fruibile anche in un’ottica di favorire lo sviluppo turistico, economico e culturale nell’anno in cui Vibo Valentia è Capitale Italiana del libro 2021. Basti pensare – viene annotato nella interrogazione – che abbiamo la cinta muraria di età greca meglio conservata nel Sud Italia (presenti le torri e l’alzato) da essere considerata un unicum come unici ed esclusivi sono i bellissimi mosaici (pavimenti musivi) nelle terme romane di Vibo (sito archeologico Sant’Aloe) ristrutturati ma chiusi e non fruibili». [Continua in basso]  

Nel 2021 la pubblicazione del Bando per la gestione  

Il Comune di Vibo Valentia

E ancora: «Il Comune di Vibo Valentia nel gennaio del 2021 ha indetto, in accordo e su approvazione della Soprintendenza archeologica per la città metropolitana di Reggio Calabria, un avviso per manifestazione d’interesse per la selezione di associazioni-fondazioni-organizzazioni culturali di volontariato, ovvero di loro raggruppamenti, per  affidare la gestione del Parco archeologico urbano della città di Hipponion-Valentia».  Obiettivo: lo svolgimento, «previo stipula di una convenzione che dovrà essere sottoscritta dall’affidatario e dal Comune con l’approvazione della Soprintendenza,  delle attività di gestione, salvaguardia, fruizione, valorizzazione e manutenzione ordinaria e integrata del Parco, in ausilio all’attività svolta, con proprio personale, qualora presente e disponibile, dal Comune e dalla Soprintendenza».

Aree e siti non valorizzati nonostante l’affidamento

Le Mura greche a Vibo
La cinta delle Mura Greche

Detto questo, i consiglieri di “Vibo Democratica” fanno presente che il Parco è costituito dalle seguenti aree e siti archeologici: area archeologica delle Mura Greche di proprietà statale; area archeologica del Còfino di proprietà statale;  area archeologica del Belvedere-Telagrafo di proprietà comunale;  area archeologica di S. Aloe di proprietà comunale;  Castello di Bivona di proprietà comunale;  area archeologica di San Leoluca di proprietà comunale e  Complesso di Santa Chiara di proprietà comunale. Tuttavia, «pur avendo assegnato dette zone alle associazioni che si sono aggiudicate l’affidamento della gestione a maggio del 2021, a distanza di un anno la maggior parte dei suddetti siti sembrerebbero chiusi e non fruibili, non valorizzati e alcuni di essi verserebbero in uno stato di incuria e abbandono». Per tali ragioni, quindi, Giuseppe Policaro e Marco Miceli hanno pensato di interrogare il primo cittadino sulla vicenda per conoscere le ragioni per le quali detti «siti non sono ancora fruibili e «quali azioni l’amministrazione intende intraprendere» per risolvere la quesitone.

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