Comunali a Pizzo, il candidato a sindaco Pititto: «Condividiamo l’ideale di essere e non apparire»
Intervista all’aspirante primo cittadino che spiega il proprio progetto politico mirando alla condivisione ed all'aggregazione. E su Mangialavori e il sostegno di Forza Italia: «Se qualunque figura politica ha fiducia in me è una buona notizia»
Prosegue il nostro “viaggio” fra i candidati a sindaco di Pizzo Calabro. Gli elettori saranno chiamati alle urne il 12 giugno prossimo per rinnovare il Consiglio comunale ed eleggere il primo cittadino, ponendo così fine a due anni di commissariamento per infiltrazioni mafiose degli organi elettivi dell’ente. Dopo Emilio De Pasquale, abbiamo posto qualche domanda al candidato a sindaco Sergio Pititto, che da mesi sta lavorando ad un proprio progetto politico per rilanciare le sorti del Comune. Di origini miletesi, sindacalista della Cisl nonché presidente del comitato provinciale dell’Inps di Vibo, Sergio Pititto vive a Pizzo da più di trent’anni. [Continua in basso]
«Che tipo di progetto lei e la sua lista state mettendo in campo?»
«Il nostro programma sta prendendo sempre più forma e due sono le parole chiave: condivisione e aggregazione. Le istanze popolane sono quelle che noi ascoltiamo maggiormente, e vogliamo puntare alla stratificazione del sociale. Abbiamo anche creato dei manifesti, con scritto “Ricominciamo con i giovani”, ed una “S” in basso. Questa lettera, oltre che il mio nome, indica tanti concetti: sinergie, speranze, solidarietà, stato sociale, splendore e così via».
«Cosa dice, invece, sulla lista?»
«E’ assolutamente civica e si identifica con persone che si possono caricare dei bisogni della città. Si tratta di gente con esperienza, di professionisti capaci di dare opportunità senza false illusioni. Ci sono giovani e meno giovani, ma tutti condividiamo un unico ideale: essere e non apparire».
«Il progetto della sua lista è già ben consolidato?»
«Assolutamente sì, è il riflesso del nostro gruppo, ben strutturato e deciso. Ad esempio, la stagione estiva sta arrivando e già da tempo ci siamo messi in contatto con aziende per la depurazione. Da settimane mi sento con strutture, direttivi, ed io personalmente ho girato tutti i dipartimenti della Regione. Ma non solo: vogliamo far ritornare l’educazione alla cultura. A Pizzo ci sono tanti beni che devono essere rivitalizzati, così come le stagioni teatrali. Vogliamo rendere attrattiva la nostra città, portare infrastrutture, parcheggi, trasporti. Ed è un progetto basato sulla praticità. Vorrei fosse chiaro che noi già stiamo lavorando, anche perché, con il mio lavoro da sindacalista, la Regione Calabria è la mia seconda casa. Si cresce con il confronto».
«C’è qualcosa che le sta più a cuore?»
«Senza dubbio l’ambiente e dunque la depurazione del mare, che è fonte di ricchezza. Ma anche il centro storico: dobbiamo riscoprire tutti i vichi. E poi, ancora, dare la possibilità a tutti i cittadini di uscire e di vivere a pieno il paese».
«Cosa pensa dei motivi che hanno portato allo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose?»
«Se si tratta di verità accertate non posso che condividerle. Naturalmente io non conosco a fondo i fatti. Quel che posso affermare con certezza è che le illegalità, se indubbie, vanno condannate. Ma sul punto vorrei precisare un concetto: bisogna parlare di quello che dovremmo fare, non di quello che c’è stato. Personalmente penso al futuro».
«Il senatore di Forza Italia, Giuseppe Mangialavori la sta supportando in questa avventura. Ne è contento?»
«Sì, io penso che lo sarei se qualsiasi figura politica decidesse di supportarmi. Significherebbe che qualcuno ha fiducia in me ed è sempre una buona notizia».
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