Maggioranza allargata, Schiavello si chiama fuori dalle polemiche
L’ex assessore eletto nella lista “Territori e libertà” di Cesare Pasqua si chiede chi detti la linea politica di “La città che vorrei”: gli eletti o il rappresentate politico Miceli? Nel frattempo rinuncia alla federazione e chiarisce che agirà nel solo interesse dei cittadini.
«Intervengo per chiarire il senso della mia posizione rispetto alla nascita dell’accordo confederativo tra il gruppo da me rappresentato ed il gruppo “La città che vorrei”. Ci tengo a precisare che non ho mai chiesto di entrare nella maggioranza e sfido chiunque a dimostrare il contrario. Anzi, sono stato invitato ad entrare e proprio perché non ho voluto farlo ho accettato al massimo un accordo confederativo tra il mio gruppo e quello della lista “La città che vorrei”».
Risponde così alle polemiche che lo hanno suo malgrado visto coinvolto, il consigliere comunale vibonese Antonio Schiavello, eletto nella lista “Territori e libertà” che faceva capo al candidato sindaco Cesare Pasqua.
Schiavello rende così nota la sua posizione nella vicenda che non poche fibrillazioni ha registrato all’interno della maggioranza che ha di fatto isolato la scelta dei consiglieri de “La città che vorrei”, diretta espressione del sindaco Costa, dai quali si è dissociato anche lo stesso primo cittadino.
«Visto che questo accordo è stato proposto ed accettato da un gruppo di consiglieri – aggiunge l’ex assessore Schiavello -, ma allo stesso tempo è stato disconosciuto e rifiutato dal sindaco e dal rappresentante della lista, non potendo entrare io in merito a decisioni che spettano soltanto ai consiglieri della lista ed al loro rappresentante i quali, paradossalmente hanno sostenuto pubblicamente due cose distinte e contrarie, non mi rimane altro che prendere atto del fatto che, non potendo sapere chi tra questi veramente comanda, preferisco continuare la mia azione politica in piena libertà e scegliendo di volta in volta nell’esclusivo interesse dei miei concittadini».
Per Schiavello, quindi, «se e quando si farà chiarezza su chi in realtà ha potere decisionale tra il gruppo consiliare “La città che vorrei” ed il rappresentante della lista, allora vorrà dire che forse potrà rinascere un rapporto collaborativo nell’esclusivo interesse della mia città. Fino ad allora lascio a loro le diatribe interne e le polemiche che inevitabilmente sono destinate a derivarne e che per nulla interessano ai miei concittadini»