Il Corsivo | Pd vibonese: le contraddizioni di Mirabello e Colelli alimentano la solita “minestra”
Il primo si preoccupa dei suoi alleati alla Provincia ma non si accorge che proprio un esponente del Pd sostiene il presidente, mentre il secondo non vede quanto accaduto nell’ultimo congresso
La prima assemblea cittadina post congresso del Partito democratico, tenutasi nei giorni scorsi è apparsa come la solita minestra riscaldata e tale è rimasta, nonostante lo sforzo di qualche cronista che è giunto a storpiare anche i nostri interventi, attribuendoci cose mai scritte, per impreziosire con polemiche poggiate sul nulla i propri resoconti tendenti a trasformare una scodella fumante in un invitante vassoio di lasagne. Dopo questa doverosa premessa “culinaria” possiamo affrontare gli aspetti salienti, di ciò che è avvenuto in via Argentaria, al fine di supportare il nostro assunto. I protagonisti assoluti in tal senso sono stati il neo eletto presidente provinciale Michele Mirabello ed il nuovo segretario del circolo Francesco Colelli. Prima di entrare nel merito occorre puntualizzare che mentre Mirabello ha sviluppato un ragionamento poggiato su delle argomentazioni condivisibili in via di principio, il secondo si è distinto unicamente per aver tentato, attraverso improperi, senza né capo e né coda, rivolti all’ex capogruppo consiliare Stefano Luciano, di allontanare dalla sua persona la responsabilità delle forzature che hanno caratterizzato l’iter congressuale. [Continua in basso]
Ciò posto si può cominciare col riassumere il pensiero di Mirabello nei seguenti termini: il partito deve uscire dall’isolamento ed in tal senso il dialogo con le altre forze politiche dell’area di centrosinistra è importante, ma in questo contesto occorre fare chiarezza su alcuni punti per sgombrare il campo dagli equivoci. A tal fine l’ex consigliere regionale ha fatto riferimento alla situazione venutasi a creare alla Provincia, dove il Pd ha scelto di mantenere una posizione di distanza politica dal presidente Solano, mentre Cinque stelle e Partito Socialista, con i quali si vuole avviare un dialogo, si ritrovano con persone elette nelle proprie liste, rispettivamente Marco Miceli e Domenico Tomaselli, schierati a sostegno di Solano. Un Pd alleato ai Cinque Stelle ed al Partito Socialista senza un preventivo chiarimento sul punto darebbe luogo ad una situazione paradossale ravvisabile, secondo Mirabello, nella circostanza che mentre Forza Italia, pur avendo proposto e fatto eleggere Solano, ne ha preso le distanze, il Partito Democratico, attraverso i suoi probabili futuri alleati, di fatto lo sosterrebbe. Quel che dice Mirabello sarebbe condivisibile se la sua prospettazione poggiasse su dati reali, mentre invece essa è viziata da quel consueto marchio di fabbrica – la solita minestra – consistente nell’attribuire ad altri le inconcludenze del proprio partito. A tal fine basta evidenziare come Mirabello, nel porre il problema dell’alleanza con Cinque Stelle e socialisti a causa del sostegno di Miceli e Tomaselli al presidente della Provincia, sorvoli con sconcertante superficialità su quello che rappresenta il vero paradosso tutto interno al suo partito, ovverosia la decisione di Maria Teresa Centro, vice sindaco di Briatico e candidata ed eletta a consigliere provinciale nella lista del Pd, non solo di sostenere Solano ma di accettare pure la presidenza di una commissione.
Ancor peggio Colelli, le cui esternazioni (“….abbiamo vissuto una fase congressuale travagliata, sporcata da certi atteggiamenti…”) per la loro temerarietà alimentano il dubbio che si possa trattare di una persona diversa dal Francesco Colelli protagonista principe insieme alla propria madre dello stravolgimento avvenuto, nella fase congressuale, di statuti e regolamenti. Le ipocrisie politiche sopra accennate non rappresentano una novità ma confermano quello che avevamo scritto in precedenza in relazione ad un partito mummificato ed incapace di rinnovarsi nei metodi e nei volti e per questo poco attraente agli occhi dei giovani, tant’è che per ricoprire le cariche apicali del circolo cittadino si è dovuto distogliere dal proprio meritato riposo qualche attempato signore dai gloriosi trascorsi politici. Lo spazio finale va dedicato a Laura Pugliese, la quale ha scelto di rimanere nel partito ed accettare la carica di vice segretario provinciale. Riteniamo, nonostante la stessa abbia effettuato una inversione di rotta di 360 rispetto alla precedente determinazione polemica di non partecipare all’assemblea provinciale in occasione dell’insediamento di Di Bartolo, che la sua decisione sia legittima e non debba sorprendere, atteso che i repentini cambiamenti in politica sono all’ordine del giorno, ed infatti tale evenienza la avevamo messa nero su bianco. Pensiamo invece che la Pugliese non abbia brillato nel gestire il rapporto personale con Luciano: infatti una cosa è la diversità di vedute politiche che presiedono scelte e valutazioni contrapposte, ed altra è sedere al tavolo, senza proferire una parola, insieme a chi, facendo scempio della verità, denigra il precedente compagno di viaggio. Evidentemente sbagliamo noi nel ritenere che i rapporti personali debbano sempre occupare un gradino più alto rispetto ai contrasti politici.
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