Mensa scolastica Vibo, Coraggio Italia alla Teti: «Spieghi in aula perché non si provvede ora»
Duro affondo del capogruppo al Comune capoluogo Katia Franzé che si scaglia contro la dirigente di settore dopo l’incontro della commissione di vigilanza sul servizio
«Prendo atto dell’esito del primo incontro relativo alla commissione di vigilanza della mensa e con molto stupore apprendo delle dichiarazioni della dirigente di settore, dottoressa Adriana Teti, la quale, nonostante le criticità relative al servizio mensa snocciolate da più parti, quindi non solo dai genitori, ma anche da una insegnante facente parte del corpo docente della predetta commissione, la stessa si sia barricata dietro una risposta blindata: ovvero l’impegno a fine anno a convocare l’Azienda sanitaria provinciale per garantire un servizio migliore. Eppure la sottoscritta, che del problema mensa ha parlato decine e decine di volte in sede di IV commissione, ha chiesto la convocazione della dirigente, degli uffici e dell’assessore competente, previo invito a verificare le criticità del servizio mensa e poi a rivedere il menù tanto contestato, al fine di attivare fin da subito una interlocuzione con l’Asp».
A parlare, con tono fermo e deciso, è Katia Franzé, capogruppo consiliare di “Cambiamo-Coraggio Italia” al Comune di Vibo Valentia, la quale commenta in modo durissimo le conclusioni del recente incontro della commissione di vigilanza sul servizio della mensa scolastica messo nelle ultime settimane sotto accusa dai genitori dei bimbi che frequentano gli istituti della scuola dell’Infanzia e della primaria del capoluogo. Nel mirino la qualità e la poca varietà delle pietanze. All’incontro, svoltosi nella sala riunioni del Comune, hanno preso parte Adriana Teti, dirigente di settore del Comune, Anna Santaguida, responsabile dell’ufficio Pubblica istruzione, Domenica Cacciatore, dirigente della scuola “Don Bosco”, il dottore Giuseppe Barbieri, in rappresentanza dell’Asp, nonché una delegazione di docenti e di genitori. Riunione che, dunque, si è concluso con l’impegno da parte della dirigente, «a fine anno scolastico, a convocare la futura ditta appaltatrice, l’Asp e i rappresentanti di tutte le scuole» per fornire un servizio migliore. [Continua in basso]
La dirigente Adriana Teti invitata a dare spiegazioni
«Ma qual è il motivo giuridico sotteso alla risposta della dirigente? – si interroga, non senza meraviglia, Katia Franzé – E quale il motivo tecnico-amministrativo che impedirebbe oggi all’amministrazione comunale di attivarsi per la soluzione della questione? Sicuramente la stessa dirigente dovrà riferire in aula sul punto. Sarà, infatti, nuovamente convocata in sede di commissione sul medesimo punto dalla sottoscritta», insiste il capogruppo di opposizione a Palazzo Luigi Razza, che così prosegue: «La dirigente dovrà spiegare perché non si possa provvedere ora ad affrontare lo stesso problema atteso che ancora mancano circa tre mesi per la fine del servizio della mensa scolastica. L’attenzione sarà alta come lo è stata in passato ma una cosa bisogna chiaramente dirla: se la politica ha un senso, allora non può essere calpestato dalla dirigenza, questa si dovrebbe allineare al servizio della collettività perché quello che viene chiesto alla dirigenza è il controllo su quel capitolato speciale d’appalto relativo alla refezione scolastica. Punto».
«Verificare il rispetto delle prescrizioni previste dal capitolato»
Oggi, dunque, – prosegue sempre il capogruppo -, una volta sollecitato il problema del servizio mensa da parte dell’organo politico in più commissioni, da più anni, e denunciato anche da parte dagli stessi genitori, rappresentato inoltre dal verbale della commissione, quello che deve fare la dirigenza è andare a verificare il rispetto di quelle condizioni e prescrizioni del capitolato speciale e di applicare, là dove si dovessero riscontrare delle difformità, le relative sanzioni. E, quindi, nel caso di contestazioni, come peraltro previsto da parte della commissione stessa, anche sulla questione menù si deve procedere ad un incontro per la revisione dello stesso, attraverso una interlocuzione con l’Azienda sanitaria, come auspicato – conclude Katia Franzè – tante volte dalla sottoscritta in commissione».