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Il Corsivo | Comune di Vibo: in Consiglio vengono meno le certezze della maggioranza

Nessuna risposta convincente sullo sperpero di centomila euro per il tetto della scuola (chiusa) di Portosalvo, mentre si attende l’intervento della Procura della Repubblica. Il nuovo gruppo di “Coraggio Italia” spezza il monopolio politico esercitato in città dal senatore Mangialavori

Il Corsivo | Comune di Vibo: in Consiglio vengono meno le certezze della maggioranza
La sala consiliare a Vibo Valentia
La scuola di Portosalvo chiusa dopo il rifacimento del tetto

I resoconti giornalistici attinenti ai lavori dell’ultimo Consiglio comunale hanno riportato alcuni accadimenti che meritano di essere approfonditi in quanto forieri di interessanti sviluppi futuri. Ci riferiamo in particolare alla tematica sollevata dal capogruppo del Pd Stefano Luciano ed alla posizione assunta dal neo costituito gruppo consiliare di Coraggio Italia facente capo al consigliere regionale De Nisi ed all’ex senatore Bevilacqua. Quanto al primo aspetto va detto che il capogruppo del Pd aveva presentato un’interrogazione mirante ad ottenere delucidazioni in ordine alla nota vicenda del tetto della scuola della frazione Portosalvo. Nello specifico Luciano voleva sapere se a conclusione dei lavori realizzati nel 2021 era stato redatto un certificato di collaudo ed il nome del tecnico sottoscrittore, oppure se l’amministrazione, in assenza di quel documento, era stata così irresponsabile da consegnare un edificio pericolante all’autorità scolastica, mettendo a repentaglio l’incolumità degli alunni e del personale. Come si vede un tema ben circoscritto e delineato rimasto senza risposte in quanto le farfugliate e fuorvianti argomentazioni abbozzate da un imbarazzato ed imbarazzante assessore Bruni, attenevano a dei lavori eseguiti nel 2020 che nulla avevano a che fare con quelli relativi al 2021 oggetto dell’interrogazione e conclusosi con uno sperpero di centomila euro. Se da un lato  Bruni non ha chiarito nulla, dall’altro ha fatto emergere il chiaro intento di questa amministrazione di coprire nomi e responsabilità attraverso il consueto giochetto di far cadere il numero legale trasformando le sempre più rare riunioni del Consiglio comunale in delle rappresentazioni teatrali il cui copione è sempre lo stesso. Di fronte a tutto questo Luciano si è impegnato ad andare fino in fondo ed in ogni sede per non far scendere il silenzio sulla vicenda. La posizione assunta dal capogruppo del Pd, ha favorito l’apertura di un dibattito  nell’opinione pubblica che tra le altre cose ha investito anche il ruolo della locale Procura della Repubblica. La domanda che molti si pongono in relazione a quest’ultimo aspetto è come mai non si è avuta notizia di un interessamento della Procura difronte ad una situazione dove qualcuno ha sottoscritto una certificazione attestante una situazione di fatto difforme dalla realtà, oppure l’amministrazione ha consegnato l’edificio scolastico in assenza della necessaria documentazione attestante la sua idoneità. In merito va subito detto che in assenza di notizie certe non è possibile escludere che gli inquirenti si stiano già interessando alla vicenda, come va pure osservato che spesso ciò che agli occhi dei profani assume un significato, sotto l’aspetto più squisitamente tecnico/giuridico ha una valenza diversa. Comunque stiano le cose, riteniamo che gli interrogativi che serpeggiano nell’opinione pubblica hanno come vera questione di fondo la scarsa fiducia nella giustizia, il cui primo corollario è rappresentato dall’idea che la stessa spesse volte corre su un doppio binario: uno riservato ai comuni mortali e l’altro a coloro i quali tali non sono. Questo   convincimento, nel nostro contesto, testimonia in modo chiaro come i continui annunci del procuratore della Repubblica, Camillo Falvo, ad avere fiducia nella giustizia non hanno sortito gli effetti auspicati.

Chiuso il capitolo Luciano e tornando al gruppo consiliare di Coraggio Italia va rilevato che la scelta di rimanere in aula per mantenere il numero legale, non assecondando le solite strategie di “fuga” del sindaco e della sua maggioranza per sottrarsi dal confronto ed impedire ogni discussione, rappresenta un fatto di straordinaria rilevanza sul quale occorre soffermarsi. Gli uomini di De Nisi e Bevilacqua hanno replicato alle esagitate richieste del consigliere Schiavello, capogruppo di Forza Italia, tendenti ad appurare se Coraggio Italia stava con la maggioranza o con l’opposizione, chiarendo che essi stavano dalla parte dei cittadini e dei loro problemi e che per il futuro avrebbero preso posizione in base all’effettiva rilevanza delle tematiche in discussione a prescindere da chi li avesse proposte. Questi intenti, che rappresentano una rivoluzione copernicana rispetto a quanto fin qui visto, conferiscono credibilità e spessore politico a tutti coloro che stanchi e non più disposti ad avallare il modus operandi del gruppo di Forza Italia lo hanno abbandonato per abbracciare le posizioni di De Nisi e Bevilacqua. In ogni caso nulla sarà più come prima e ciò che è avvenuto in Consiglio conferma quello che avevamo scritto in tempi non sospetti (LEGGI QUI: Il Corsivo | L’amministrazione di Vibo perde pezzi importanti e si riduce ai minimi termini), ovvero che la costituzione del gruppo di Coraggio Italia avrebbe fatto venir meno quella specie di monopolio politico esercitato sulla città dal senatore Mangialavori attraverso l’esecutivo Limardo. Vedremo quali saranno le “strategie” che senatore e sindaco adotteranno per riportare sulla “retta via” il gruppo di Coraggio Italia, oppure se punteranno ad abbindolare qualche componente delle forze di opposizione per ripristinare in Consiglio i numeri necessari per poter riprendere il solito gioco della caduta del numero legale.

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