Verbali delle commissioni secretati, il Forum delle Associazioni: «Un abuso»
Il Forum delle Associazioni vibonesi annuncia battaglia affinché i verbali delle commissioni consiliari siano pubblici: «Nulla si lascerà di intentato, compresa la via giudiziale»
«La possibilità, o meglio , il diritto dei cittadini di assistere alle sedute consiliari sarebbe stato disatteso in occasione dell’ultimo Consiglio e ciò sarebbe aperta violazione del principio di trasparenza e di partecipazione popolare alla vita amministrativa dell’Ente: non siamo convinti che il Presidente del Consiglio non potesse disporre la chiusura dell’aula (la materia riguardava persone e erano ipotizzabili giudizi sul loro comportamento), ma certo è che per ben altro l’Amministrazione comunale merita di essere tacciata di poca trasparenza».
È quanto si legge in una nota diffusa dal Forum delle associazioni vibonese.
«Non ci uniamo al coro di chi rinfaccia che non sono state mantenute le promesse elettorali: lo sapevamo, e lo abbiamo detto e scritto già da tempo perché la esperienza dimostra che i nostri amministratori, presenti e passati disconoscono il ruolo che la normativa vigente riconosce al cittadino.
Nella vita degli Enti locali, infatti, l’introduzione dello Statuto, la legge 241/90 e successive modificazioni, – prosegue la nota – le modifiche costituzionale dell’anno 2001 e infine il d.lgs. 33/2013 sulla trasparenza amministrativa hanno comportato una rivoluzione copernicana nei rapporti Amministrazione – cittadino ,trasformando il cittadino da mero destinatario in compartecipe della vita pubblica: quali sono le parti di siffatta normativa, realizzata da questa e dalle precedenti Amministrazioni comunali? Nessuna, se non quella della costituzione del sito informatico “Amministrazione trasparente” che non si sa sino a che punto è trasparente perché palazzo Razza (amministratori o burocrazia?) si è arrogato il diritto di stabilire quali siano i documenti, informazioni e dati soggetti a pubblicazione.
Ci riferiamo espressamente ai verbali delle commissioni consiliari che sono a tutt’oggi secretati,nonostante la pubblicità delle sedute sia espressamente contemplata dall’articolo 38 TUEL. Sul punto abbiamo già pubblicamente formulato le nostre considerazioni: in questa sede ci limitiamo a rilevare che nei corridoi del palazzo si è fra l’altro sentito dire che una cosa è la pubblicità delle sedute e altro è la pubblicazione dei verbali. Come a dire che che non si può leggere ciò che è lecito vedere e sentire.
Non è ovviamente solo questo ciò di cui il cittadino si duole: quali sono le parti dello Statuto al quale questa e le precedenti Amministrazioni hanno data attuazione? perché non è stata mai data attuazione alla norma che impone la formazione del registro delle associazioni? Quali sono i provvedimenti adottati per la formazione della Consulta ? Quali i provvedimento adottati per il contenimento dei costi della politica? La regolamentazione delle sedute delle commissioni discende da un provvedimento generale del Comune o è invece rimessa alla discrezionalità dei loro componenti?
Noi ci rendiamo conto – continua – delle difficoltà di ordine amministrativo, finanziario e burocratico a carico dell’Amministrazione, ma esse non possono giustificare la totale mancanza di iniziativa in ordine alla modifica dello Statuto (tranne quella del consigliere delegato che persegue finalità politiche), né la mancata adozione degli atti propedeutici al processo di partecipazione del cittadino al governo della città nei limiti, modi e forme assentite dalle norme statutarie.
L’unica ragione è la mancanza di volontà politica e l’antigiuridico convincimento che, ottenuto il consenso elettorale, si abbia il potere-dovere di amministrare senza forma alcuna di controllo da parte del cittadino elettore, salvo il giudizio che alla fine del mandato elettorale si esprime con il voto. Non è cosi : se si amministra in nome e per conto del cittadino, è consequenziale che lo si renda partecipe della gestione amministrativa fornendogli innanzitutto conoscenza di quanto si fa e dispone nel suo interesse. Questa, che è regola principe della rappresentanza genericamente intesa, lo è a maggior ragione anche in quella elettorale. In siffatto ordine di idee si innesta il convincimento del Forum delle Associazioni che giudica la mancata pubblicazione dei verbali delle commissioni, ovviamente in forma sintetica, un “abuso”al quale l’Amministrazione deve porre rimedio. Peraltro non si è compreso sino a che punto possa definirsi razionale il deliberato con il quale il Consiglio comunale nella seduta del 26 gennaio ha acconsentito allo streaming delle sedute delle commissioni (da regolamentare nel futuro) ma ha rifiutato quella della pubblicazione dei verbali.
Ad ogni buon fine, nulla si lascerà di intentato, compresa la via giudiziale, affinché i verbali delle commissioni consiliari vengano pubblicati. Non sarà fatto? Chiederemo copia e qualcuno spieghi perché mai dovrebbe essere rifiutata. Sarà rilasciata copia? Qualcuno spieghi – conclude la nota – alla Corte dei Conti se è lecito che un Comune dissestato impieghi risorse finanziarie e umane che possono essere evitate con la pubblicazione informatica dei verbali».