Congresso del Pd a Vibo: il triste epilogo di un partito che un tempo dominava la scena
Incompatibilità e situazioni paradossali non risolte alla vigilia del voto per il segretario del circolo cittadino nel capoluogo e per il direttivo
Le vicende connesse al congresso del Pd occupano da giorni le prime pagine di tutti gli organi di informazione impegnati nel non facile compito di seguire l’incalzante ritmo degli eventi. Considerato che per quanto riguarda l’elezione del segretario provinciale il partito è riuscito a trovare in qualche modo una posizione unitaria sul nome di Giovanni Di Bartolo, riteniamo utile concentrare il nostro intervento sugli eventi che attengono al rinnovo della segreteria del circolo cittadino della città capoluogo, contesa da Claudia Gioia e Francesco Colelli. I fatti sono noti, ma è necessario riassumerli per consentire anche a chi non segue assiduamente le tematiche politiche di avere una visione complessiva dell’intera vicenda. Il punto di partenza va individuato con l’inizio delle operazioni di tesseramento la cui gestione ha fatto assurgere ad un ruolo centrale Teresa Esposito la quale presiedeva la Commissione provinciale per il tesseramento che avrebbe dovuto vigilare sul corretto iter delle operazioni. Già in questa sede sono emerse le prime anomalie in seguito ad un ricorso presentato da Samantha Mercatante, componente della stessa commissione ed espressione del gruppo di Stefano Luciano, ricorso che portò all’annullamento di oltre duecento tessere. Chiusa questa prima fase, la commissione per il tesseramento si “trasformò” in quella per il congresso la quale, presieduta sempre dalla Esposito, avrebbe dovuto controllare la regolarità delle candidature degli aspiranti segretari del circolo, nella fattispecie Gioia e Colelli, ed in un secondo momento le liste dei candidati al direttivo del circolo collegate ai due. In questo contesto è subito emersa l’abnormità della circostanza che la presidente Esposito ha vagliato la regolarità della candidatura del proprio figlio Francesco Colelli e della sua antagonista Claudia Gioia. Tale evidente incompatibilità, veniva denunciata dalla Gioia alla Commissione Regionale di Garanzia, presieduta da Italo Reale, senza ottenere però alcun riscontro concreto. Ma il dato più sconvolgente si è registrato al momento della presentazione delle liste dei candidati al direttivo di circolo, dove nella lista a sostegno di Colelli figurava candidata, dopo aver presieduto e gestito le commissioni per il tesseramento ed il congresso, la propria madre Teresa Esposito e Carmelo Apa componente delle stesse commissioni. Le sorprese non finiscono qui, infatti la commissione per il congresso – nella sua nuova composizione presieduta da Antonio Carchedi in seguito all’auto sospensione della Esposito – in sede di verifica della regolarità delle liste, era costretta in via preliminare a dichiarare decaduto da componente Carmelo Apa al fine di evitare che lo stesso, dopo aver fatto parte delle commissioni per il tesseramento e per il congresso sotto la presidenza dell’Esposito e dopo essersi candidato a sostegno di Colelli, avesse potuto addirittura sindacare sulla regolarità della lista della Gioia. La trama di tutti questi fatti, se da un lato, per gli aspetti esilaranti ed al contempo tragicomici, sembra appartenere più che a un congresso di un partito politico, ad una di quelle famose commedie napoletane partorite dalla fervida mente di Peppino De Filippo e Totò, dall’altro fa pienamente comprendere perché il Pd nella nostra provincia rivesta un ruolo marginale. Comunque stiano le cose, ed in attesa dell’epilogo finale, non vi è dubbio che in questo momento la posizione più scomoda appartiene al segretario regionale Nicola Irto il quale dovrà necessariamente trovare una soluzione alla problematica vibonese, essendo impensabile che si possa andare al voto in queste condizioni che delegittimerebbero il partito, il congresso e gli stessi candidati agli occhi di simpatizzanti, elettori e cittadini. Inoltre lo stesso Irto dovrà dimostrare di possedere quella tempra necessaria per poter gestire al meglio questo tipo di situazioni. Diciamolo chiaramente, sotto quest’ultimo profilo, Irto si è dimostrato deficitario non solo su Vibo, ma anche nelle altre province, infatti su Cosenza e Catanzaro è dovuto intervenire Boccia, responsabile nazionale per gli enti locali, su Reggio si è adoperato Provenzano, vice segretario nazionale, mentre Crotone non presentava problemi particolari.