Provincia di Vibo, Forza Italia attacca Solano ma non vede le proprie contraddizioni
Il gruppo consiliare azzurro parla di spettacolo “indecoroso” dopo l’assegnazione delle deleghe ai consiglieri da parte del presidente, ma dimentica di essere il partito che ha scelto e sostenuto l’attuale sindaco di Stefanaconi alla guida dell’ente. Ecco perché la propaganda prevale sulla politica
“Il presidente della Provincia di Vibo e la sinistra perdono il pelo ma non il vizio: per una poltrona, ma anche per uno strapuntino, sono pronti a tutto, anche a smentire se stessi e a prendere in giro i cittadini”. È quanto afferma il gruppo di Forza Italia nel Consiglio provinciale di Vibo Valentia.
“I consiglieri di centrosinistra – affermano gli esponenti azzurri – hanno assunto le deleghe assegnate dal presidente Solano, quello stesso presidente per il quale, non troppo tempo fa, avevano chiesto le dimissioni a causa dei suoi problemi giudiziari. Una decisione che sfida ogni pudore politico, anche alla luce del proposito, poi tradito, di non presentare liste in occasione dell’ultima tornata elettorale. Oggi, tuttavia – continua il gruppo di Forza Italia alla Provincia –, i cittadini del Vibonese sono loro malgrado costretti ad assistere esterrefatti a una giravolta spericolata, che trova giustificazione solo nella brama di potere di alcuni rappresentanti istituzionali. Quanto al presidente Solano ha dimostrato, ancora una volta, di essere capace di qualsiasi cosa pur di rimanere imbullonato alla poltrona, perfino di concedere incarichi a chi voleva defenestrarlo con ignominia. Quello messo in scena dal centrosinistra e dal presidente Solano – concludono i consiglieri forzisti – non è altro che uno spettacolo indecoroso che, oltre a squalificare l’ente Provincia, dà la prova di quanto, a volte, possa essere sconosciuto un sentimento come la vergogna”. [Continua in basso]
Sin qui la nota del gruppo consiliare di Forza Italia alla Provincia di Vibo Valentia rappresentato da Roberto Scalfari (vicesindaco al Comune di Tropea), Daniele Galeano (consigliere comunale a Serra San Bruno), Giuseppe Leone (vicepresidente del consiglio comunale di Nicotera) e Vito Pirruccio (assessore al Comune di Capistrano). A Forza Italia, tuttavia, sfuggono alcuni particolari di non poco conto e che la dicono lunga su come certa classe politica – ad alcune latitudini – intende esercitare il proprio mandato: attraverso la propaganda e le verità a metà. Il gruppo consiliare di Forza Italia, infatti, dimentica – o fa finta di non sapere – che tre (su sei) dei consiglieri provinciali ai quali il presidente della Provincia, Salvatore Solano, ha assegnato delle deleghe non appartengono affatto al centrosinistra, bensì al centrodestra ed esattamente a “Coraggio Italia”, compagine politica alleata a Forza Italia a livello nazionale e regionale. Si tratta, nel caso di specie, dei consiglieri provinciali: Carmine Mangiardi (Coraggio Italia), “Lavori Pubblici, Gestione e Valorizzazione del Patrimonio”; Alessandro Lacquaniti (Coraggio Italia), “Viabilità e Ambiente”; Elisa Fatelli (Coraggio Italia), “Edilizia Scolastica, Trasporti Pubblici, Pubblica istruzione e Programmazione della rete scolastica provinciale”.
E’ poi assolutamente vero che altri tre consiglieri provinciali – loro sì di centrosinistra – si ritrovano ad aver ora accettato delle deleghe da parte del presidente Salvatore Solano – Domenico Tomaselli (La Provincia del Futuro), “Avvocatura e Contenzioso, Affari Generali”; Marco Miceli (La Provincia del Futuro), “Attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Politiche Comunitarie”; Maria Teresa Centro (La Provincia del Futuro), “Pari Opportunità, Cultura e Politiche giovanili” – ma è altrettanto vero che solo una parte dei loro colleghi di centrosinistra (alcuni settori del Pd) hanno chiesto le dimissioni del presidente per via dei suoi problemi giudiziari. Così come è altrettanto vero che si aspetta ancora – ad oltre sei mesi di distanza – di conoscere la posizione di Forza Italia in ordine proprio alla situazione giudiziaria di Salvatore Solano che lo vede imputato per estorsione elettorale, corruzione e turbata libertà degli incanti (in quest’ultimo caso con l’aggravante mafiosa) con l’ente Provincia costituito parte civile nel medesimo procedimento penale. Forza Italia, infatti, su tale questione non ha sinora preso alcuna posizione, ma ha fatto registrare solo un assordante silenzio. [Continua in basso]
Perché è troppo facile attaccare ora, e solo ora, Salvatore Solano ed essere rimasta in silenzio per mesi dimenticando tre cose fondamentali: se Salvatore Solano ha fallito nella sua azione politico-amministrativa – come sostiene Forza Italia che ne ha preso le distanze lamentando la mancata risoluzione di tutte le problematiche di competenza provinciale (strade, scuole, ecc.) – il fallimento è per primo da imputare proprio al partito di Forza Italia che nell’ottobre del 2018 ha scelto, sostenuto e fortemente voluto proprio Solano a presidente garantendo che si trattava del miglior amministratore e politico possibile; Solano ha gioco facile nel ricordare a Forza Italia che la Provincia è uscita dal dissesto finanziario durante il suo mandato (ad avviso di chi scrive sarebbe uscita anche se alla sua guida ci fosse stato il suo predecessore Andrea Niglia o chiunque altro) e se Forza Italia la boccia allora figuriamoci cosa dovrebbe fare la stessa F.I. al Comune di Vibo che continua invece a navigare nel dissesto finanziario avendo la Corte dei Conti bocciato anche il Piano di riequilibrio finanziario approntato dall’attuale amministrazione a trazione Forza Italia; se alla Provincia si assiste ad uno “spettacolo indecoroso che, oltre a squalificare l’ente, dà la prova di quanto – per come sostiene testualmente Forza Italia – possa essere sconosciuto un sentimento come la vergogna”, altrettanto vero è che Forza Italia farebbe bene – una volta tanto – ad assumersi le proprie responsabilità politiche (cosa sinora mai fatta) ed essere conseguenziale al proprio dire: chiedere scusa per aver individuato una persona – Salvatore Solano – a loro stesso dire rivelatasi fallimentare; rompere l’alleanza con “Coraggio Italia” in tutti gli enti locali del Vibonese in cui governano insieme (per non parlare della Regione Calabria); abbandonare finalmente la propaganda politica per essere credibile.
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