Maierato, Silvaggio rompe il silenzio dopo il commissariamento del Comune
A seguito della fine anticipata della consiliatura dopo le dimissioni della maggioranza dei consiglieri, l’ex sindaco replica alle accuse e traccia il bilancio delle attività svolte in tre anni
L’ex sindaco di Maierato, Danilo Silvaggio, insieme ai componenti della sua amministrazione, ha deciso di «fare chiarezza» sui motivi che a suo dire hanno determinato la fine anticipata della consiliatura e su ciò che è stato fatto in questi tre anni di lavoro.
Innanzitutto è stato espresso «rammarico» per non aver potuto dibattere in aula sui problemi politici della coalizione, «dato che le dimissioni dei sei, protocollate fra l’altro con un unico numero, a dimostrazione del loro chiaro accordo, hanno reso impossibile tale passaggio». Come mai, si chiede l’ex maggioranza, «i consiglieri uscenti non hanno approvato il bilancio in aula mentre lo avevano approvato in giunta?». E poi viene rivendicato «il fatto che tutto è stato realizzato in piena trasparenza, con bandi pubblici regolari ed assegnazioni dei lavori secondo ogni criterio legale e amministrativo». Da qui, appunto, i risultati ottenuti: «C’è stato un enorme miglioramento nella gestione della raccolta differenziata, che ha anche consentito un finanziamento di 70mila euro già investiti nell’acquisto di due nuovi mezzi e di un distributore di sacchetti con codice a barre che a breve saranno a disposizione della comunità». Ed ancora: «Installazione dell’illuminazione a led, videosorveglianza che garantirà la sicurezza sulle strade del centro abitato e che è stata realizzata malgrado la decisa opposizione della minoranza che pure ne aveva riconosciuto la necessità nella passata campagna elettorale». Da poco avviata, poi, «la manutenzione in molte delle strade urbane». Investimenti pure sulle «strutture scolastiche per il miglioramento degli ambienti e con due progetti di efficientamento energetico per le scuole media ed elementare finanziati per un totale di 400mila euro», con l’ottenimento, tra l’altro di due grossi finanziamenti per adeguamento antisismico: 1.481.267 euro per la materna e 1.518.660 per la elementare».
L’amministrazione uscente ha poi voluto fare «chiarezza sul bilancio», che è stata la «causa principale» di rottura in seno alla maggioranza. I consiglieri uscenti hanno ricordato che al loro insediamento il Comune risultava «in disavanzo di 960mila euro» e che, nel corso degli accertamenti successivi, è stato rilevato «un ulteriore disavanzo di oltre 1 milione di euro per “crediti inesigibili su tributi mai riscossi”, ovvero su tasse mai richieste a partire dal 2000 ed ora non più riscuotibili, come evidenziato dal revisore dei conti». Per quanto riguarda invece l’accusa mossa dagli ex consiglieri di minoranza all’ex sindaco in merito ai rimborsi dovuti alla Bcc, viene chiarito che «in realtà si tratta di rimborsi dovuti per legge al datore di lavoro e che solo per un errore tecnico di gestione da parte dell’ufficio preposto sono finiti tra i debiti fuori bilancio; d’altra parte Silvaggio ha da tempo rinunciato alla sua indennità di sindaco a favore delle casse comunali e pertanto non ha mai creato danni erariali, semmai ha contribuito alle spese del paese». Il lungo intervento si chiude ricordando alla cittadinanza che in sintesi la raccolta differenziata è passata dal 10% al 65% (con conseguenti sgravi per i cittadini), che in totale sono già stati ottenuti finanziamenti per 4,5 milioni di euro e altre richieste sono ancora in itinere, «a fronte di 300mila euro spesi dall’amministrazione “Maierato Democratica” per la “strada Costeri” e su cui è ancora in corso un’indagine della magistratura; così come sul 1.460.000 euro stanziati a suo tempo dagli organi competenti per la frana e riassorbiti dalla Regione “alla luce del tempo infruttuosamente trascorso e dell’inerzia del Comune”.»
Ultima accusa a cui l’amministrazione uscente ha voluto rispondere, è stata quella mossa dal gruppo di “Maierato Democratica” in merito al presunto blocco di alcuni conti correnti bancari intestati ad ignari cittadini. «Si è trattato in realtà di un atto dovuto compiuto non dal Comune bensì dall’ente di riscossione tributi per il mancato pagamento di bollette dovute, non pagate e regolarmente richieste nei tempi previsti per legge; si invita in tal senso l’ex capogruppo della minoranza a ricordare come lui stesso abbia dovuto provvedere al saldo degli arretrati per poter accedere alla conferma degli eletti alle scorse elezioni».
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