domenica,Dicembre 29 2024

Fondi per l’integrazione dei migranti, il Comune di Vibo ristruttura due immobili

L’amministrazione individua due stabili nelle frazioni Vena Media e Vena Inferiore dove realizzare un centro culturale e un centro di aggregazione

Fondi per l’integrazione dei migranti, il Comune di Vibo ristruttura due immobili

Il Comune di Vibo Valentia ha presentato al ministero dell’Interno una proposta progettuale per il recupero di due immobili da destinare a centro culturale e a centro di aggregazione sociale. Gli immobili in questione, da tempo inutilizzati, si trovano a Vena Media, in via Piemonte, e a Vena Inferiore, in via Toscana. Il progetto, denominato “Aggreghiamo nelle frazioni”, redatto dall’ufficio tecnico di Palazzo Luigi Razza prevede un investimento di un milione e 135mila euro che verrà finanziato, se approvato, direttamente dal ministero dell’Interno. L’invito a presentare una proposta progettuale, infatti, giunge direttamente dal Viminale, che ha stanziato i fondi sulle risorse del Pon Legalità 2014-2020 destinate all’accoglienza e integrazione dei migranti. Lo stesso ministero ha individuato il Comune di Vibo in ragione degli «ingenti flussi migratori degli ultimi anni» ed in quanto «presenta un alto tasso di cittadini immigrati extracomunitari residenti». 

Il Comune di Vibo ha colto l’occasione con una apposita delibera di giunta, per «creare i presupposti per la realizzazione di un sistema complessivamente più equilibrato e sostenibile in cui l’integrazione dei migranti diventi fattore di crescita delle comunità locali e che rappresenti un punto di riferimento dell’area, anche attraverso attività di animazione sociale, culturale e partecipazione collettiva, con l’obiettivo di ridurre l’esclusione sociale anche con il coinvolgimento del partenariato istituzionale, economico-sociale delle organizzazioni di volontariato presenti sul territorio». Con la delibera, l’ente assume l’impegno a sostenere l’onere derivante dalla manutenzione e la gestione della struttura per almeno i 5 anni successivi alla conclusione del progetto, garantendo inoltre che il bene verrà poi affidato «mediante procedura ad evidenza pubblica».

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