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Il Pd rinvia l’assemblea a Serra, Canduci: «Iniziativa oligarchica e dirigista»

Proseguono le polemiche nel Pd vibonese, dopo Luciano e Papillo interviene la componente dem che si scaglia contro il segretario regionale in pectore

Il Pd rinvia l’assemblea a Serra, Canduci: «Iniziativa oligarchica e dirigista»

La componente dell’Assemblea Nazionale del Pd Maria Canduci interviene in merito alla manifestazione del Pd che si sarebbe dovuta svolgere a Serra San Bruno, poi annullata causa maltempo. «Mai preannuncio di bufera di neve fu più provvidenziale», scrive Maria Canduci, secondo la quale «il rinvio (forzato?) dell’iniziativa in programma a Serra San Bruno ha evitato che si consumasse l’ennesimo rituale già visto tante volte in questa nostra Calabria, orchestrato dai registi di sempre.

Tutto ciò è accaduto però – aggiunge Maria Canduci- senza che si facessero i conti con una classe dirigente del Pd vibonese che è da sempre tradizionalmente gelosa della propria autonomia politica, e che sul terreno dell’autonomia ha costruito la storia di questo territorio e di tanti dirigenti e militanti di valore. A tenere a battesimo il più triste ed antico dei rituali avrebbe poi dovuto esserci proprio quel Nicola Oddati che in Calabria è stato sin qui capace di distruggere – sostiene l’esponente del partito democratico – tutto ciò che ha toccato o forse anche solo sfiorato, come una specie di Re Mida al contrario. Sorge però spontanea una domanda, di cui vorrò chiedere – conclude – risposta per iscritto direttamente a Letta. Possono le agorà diventare uno strumento utilizzato in maniera così distorta da una correntucola?»

Ero in effetti rimasta esterrefatta – prosegue la componente del Pd – nel constatare che il responsabile nazionale delle agorà democratiche, o almeno il sedicente tale, Nicola Oddati, avesse dato il proprio imprinting ad una non-agorà, in cui un pezzo di partito parla a sé stesso, una iniziativa oligarchica e dirigista che tradisce lo spirito delle agorà e anziché rappresentare una novità ed una apertura del partito a nuovi contributi, per come Letta le ha pensate, avrebbe rappresentato la solita solfa finalizzata a tirare la volata ad un segretario regionale in pectore che in pubblico tutti sembrano ossequiare ma in privato nessuno vuole, e a creare i presupposti per consegnare la federazione di Vibo nelle mani dei soliti poteri cosentini e reggini.

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