Comune di Vibo in dissesto, Colelli (Pd): «La Corte dei Conti apre uno spaccato inquietante»
Il coordinatore cittadino del Partito democratico invita il sindaco Maria Limardo e l’assessore al Bilancio Maria Teresa Nardo a trarre le dovute conseguenze, «per ridare alla politica la dignità che merita»
«La delibera della Corte dei Conti apre uno spaccato inquietante sulle finanze del Comune di Vibo Valentia. Non entriamo nel merito degli aspetti contabili in quanto, con competenza indiscutibili, lo si può trovare nelle oltre cento pagine ma un giudizio politico va dato. Si evince, con estrema chiarezza, come la stessa matrice politica di centrodestra abbia accompagnato tutte le fasi che hanno portato al primo ed al secondo dissesto. Inquieta il giudizio, sul periodo precedente al Piano di riequilibrio, che parla di reiterati “artifici contabili” al fine di migliorare i risultati di amministrazione. 12 anni di vita amministrativa che vedono, non solo la stessa matrice ma spesso anche gli stessi attori». Francesco Colelli, coordinatore cittadino del Partito democratico, non usa mezzi termini e, dopo la pubblicazione delle motivazioni che hanno indotto la Corte dei Conti a bocciare di netto il Piano di riequilibrio finanziario predisposto dall’amministrazione del sindaco Maria Limardo, punta il dito contro il centrodestra vibonese e la «politica degli slogan». [Continua in basso]
Per Colelli, insomma, «non regge la storiella delle “colpe degli altri”… gli altri sono sempre gli stessi. Ma non saremmo intellettualmente onesti se non evidenziassimo l’enorme difficoltà che tutti gli enti locali sono costretti ad affrontare per garantire quell’armonia finanziaria che, a fronte dei sempre più ridotti interventi statali e di una politica sempre più a trazione nordista che lascia indietro chi è storicamente più debole, appare sempre più irraggiungibile. Soprattutto – spiega il rappresentante democrat -in territori difficili come il nostro, dov’è il tasso di disoccupazione alle stelle e, quindi, l’evasione sui tributi comunali impera. Ma è proprio questo il punto: se i dati sono drammaticamente chiari, oggi come due anni fa, perché questa maggioranza ha, ostinatamente, optato per un Piano di riequilibrio “palesemente” inapplicabile? Perché – si chiede ancora Francesco Colelli – si sono persi due anni quando, il dissesto, si doveva dichiarare immediatamente? Pensava forse, la giunta Limardo, che la “politica degli slogan”, che contraddistingue questa amministrazione, avrebbe fatto colpo anche sulla corte dei Conti?».
La politica, ricorda l’interessato, «è responsabilità ma questa maggioranza ha dimostrato di fuggire sempre dalle proprie, trincerandosi dietro puerili giustificazioni, dando sempre la colpa agli altri. Sarebbe superfluo fare esempi. Ma è giunto il momento della chiarezza: non si entra nel merito delle cause del debito, che sappiamo essere antiche (e neanche troppo, da quanto si legge). Ma – puntualizza Francesco Colelli – si discute la responsabilità politica di chi ci ha messo la faccia, su un Piano di riequilibrio finanziario palesemente deficitario ed inattuabile. “Tanto non cambia nulla, già paghiamo il massimo”, basterebbe già questa frase a far capire il modo di affrontare temi così complessi e delicati. Si può, con una tale leggerezza, non capire che si stanno compromettendo i prossimi venti anni di storia politica del territorio? Si può non capire, che le prossime generazioni di amministratori, saranno costretti ad una austerità totale per colpe che non gli appartengono? Le regole non scritte della politica dovrebbero far trarre delle conseguenze. Prendano nota il sindaco Maria Limardo e l’assessore Maria Teresa Nardo, per ridare alla politica la dignità che merita», questo l’auspicio finale del coordinatore cittadino del Pd.
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