Provincia e “caso Solano”, il presidente dell’Antimafia condivide interamente il nostro pezzo
Nicola Morra ripropone sulla propria bacheca facebook l’articolo de Il Vibonese.it e tutti gli interrogativi da noi sollevati. Sulla vicenda si resta in attesa di un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro dell’Interno
Assume rilevanza nazionale l’editoriale de Il Vibonese.it del 22 novembre scorso (LEGGI QUI: Provincia di Vibo ed elezioni: la politica “spalle al muro” dopo la richiesta di dimissioni per il presidente ) nel quale – prendendo spunto dalla richiesta della segreteria del Pd rivolta agli altri partiti per chiedere congiuntamente le dimissioni del presidente della Provincia – sottolineavamo l’assurdità di una situazione che vede Salvatore Solano rinviato a giudizio anche per reati aggravati dalle finalità mafiose con l’ente Provincia costituito parte civile, “con decreto presidenziale”, nel medesimo procedimento (“Petrol Mafie”). Un editoriale non sfuggito al presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, il quale – oltre a ringraziarci pubblicamente per il lavoro svolto – ha ripreso sulla propria bacheca facebook sabato 27 novembre il nostro editoriale dalla prima all’ultima parola.
A sua volta quanto pubblicato dal presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, è stato ripreso stamane anche da un quotidiano regionale. [Continua in basso]
Anticipando di fatto anche alcuni parlamentari del Pd (il deputato Antonio Viscomi, per come annunciato dalla segreteria provinciale del Pd di Vibo Valentia in ordine ad una prossima presentazione di un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno sul “caso Solano”), Nicola Morra ha quindi posto all’attenzione dell’opinione pubblica tutti gli interrogativi da noi formulati ed in particolare l’ipotesi che – terminate le operazioni di voto per il rinnovo del Consiglio provinciale – il prefetto di Vibo Valentia, Roberta Lulli, decida di vederci chiaro sulla Provincia (rassicurando così l’opinione pubblica) azionando tutti i poteri previsti dalla legge per accertare eventuali infiltrazioni mafiose nella vita dell’ente, atteso soprattutto il fatto che le ipotesi di reato contestate al presidente Salvatore Solano attengono sia alla formazione del consenso elettorale ottenuto dallo stesso nel 2018 (corruzione ed un reato elettorale le contestazioni), sia alla fase successiva attraverso l’ipotesi di reato di turbata libertà degli incanti (con l’aggravante mafiosa ed in concorso con il cugino Giuseppe D’Amico – arrestato – e tre funzionari della Provincia).
Una situazione incandescente, dunque, sulla quale non si sono al momento pronunciati neanche i candidati a consiglieri provinciali, né – tantomeno – chi tali liste ha approntato. Una situazione divenuta di rilevanza nazionale e che potrebbe registrare ulteriori sviluppi qualora venga presentata sulla vicenda – anche nel silenzio sinora mantenuto dalla Prefettura di Vibo – un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno.
Per intanto registriamo che il nostro invito alla politica «che non può fregarsene e lavarsi le mani» – dinanzi ad una situazione unica nel suo genere e senza precedenti in Italia (un presidente della Provincia a giudizio con l’ente parte civile nel medesimo procedimento) – è stato condiviso (facendolo proprio) dal presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra. E scusate se è poco…
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