Vibo Unica nel Pd, Policaro: «Rispetto la scelta degli altri ma non erano questi i progetti»
Intervista al consigliere comunale, rimasto solo nel gruppo che andrà a costituire a Palazzo Luigi Razza dopo il passaggio di Stefano Luciano e degli altri eletti tra le fila dei dem vibonesi
Scomoda il sommo poeta perché, a suo dire, rende bene il suo stato d’animo. E gli torna utile a spiegare questioni molto prosaiche come il passaggio del suo gruppo consiliare mani e piedi dentro il Partito democratico. Mani e piedi ma non la testa, non la sua. Giuseppe Policaro fra due giorni entrerà a Palazzo Luigi Razza da consigliere comunale d’opposizione. Lo farà costituendo il gruppo Vibo Unica, a questo punto “Vibo Unico”. Perché gli altri, a partire dall’ex condottiero Stefano Luciano che era a capo della coalizione “Nuove prospettive”, hanno ufficializzato il passaggio nel Pd. Come detto, Policaro, per rispondere alla domanda sul perché non abbia seguito i suoi colleghi, attinge al sesto canto del Purgatorio di Dante: «Quando termina il gioco della Zara, chi perde se ne sta in disparte, pensieroso, ripete i tiri fatti e tristemente impara per la prossima volta».
Avvocato, passando dalla letteratura alla politica. Qual è la sua posizione?
«Ho partecipato alla campagna elettorale sposando un programma nel quale avevo messo le mie idee, che intendo portare avanti nelle file dell’opposizione. Per quanto mi riguarda sarà un’opposizione leale e responsabile, lavorerò per dare un contributo positivo alla città».
I suoi colleghi, però, hanno deciso di farlo in un altro gruppo, in un partito.
«Io mi sono candidato portando avanti le istanze di una coalizione civica. Per me, tale era e tale è rimasta. Vorrei ricordare che anche nel 2015 mi sono candidato in una lista civica. Se avessi avuto altre intenzioni, non avrei cambiato solo ora, lo avrei già fatto dal momento della candidatura. E dunque, nel rispetto dei tanti elettori che mi hanno accordato la loro fiducia sulla base di una posizione e di un progetto chiari, non intendo spostarmi».
Come giudica, allora, il passaggio del resto del gruppo nel Pd?
«Capisco la posizione degli altri e la rispetto, ma io sono ancora in fase di analisi del voto. Non mi piace precipitarmi in scelte che richiedono un approfondimento particolare. Ho deciso di mantenere questa posizione; in futuro, terminata l’analisi del voto che dovrò fare insieme a chi mi ha sostenuto, valuteremo l’approccio da tenersi. Sono convinto che bisogna far sedimentare le cose, è necessario un convincimento profondo quando si compiono certi passi, che vanno fatti a seguito di un’analisi puntuale».
Quindi questo passaggio in massa del principale gruppo d’opposizione nel principale partito della coalizione come lo giudica?
«Dico solo che le evoluzioni politiche non erano parte del progetto. Io capisco la fluidità della politica, ma sono un tipo concreto e pragmatico».
Un suo giudizio sulla giunta comunale del sindaco Maria Limardo.
«Osservo che è stata nominata facendo ricorso prevalentemente a personalità esterne, il primo cittadino ha scelto secondo un suo diritto. Come prima impressione posso dire che mi sembrano delle persone che possono dare il loro contributo personale, ma aspetto di vederle a lavoro per esprimere un giudizio di merito. In ogni caso, riconosco il grande consenso popolare che ha premiato il sindaco Limardo, e per quanto mi riguarda continuerò nelle battaglie politiche sempre a favore della città e mai contro qualcuno».
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