Comunali a Vibo: corsa dei candidati per rispettare la legge Spazza-corrotti
Sbagliati i certificati sinora presentati ai fini elettorali. Cinque giorni di tempo per porre rimedio e pubblicare tutto su internet. Il vero nodo restano però i carichi pendenti ed i legami con la ‘ndrangheta
Corsa contro il tempo per i 446 candidati al Consiglio comunale di Vibo Valentia per adempiere ad un nuovo obbligo di legge introdotto con la legge del 9 gennaio scorso, meglio nota come “Spazza-corrotti”. Entro 14 giorni prima del voto dovranno infatti pubblicare sul sito internet del partito con il quale sono candidati (se si tratta di partiti nazionali), oppure del movimento con il quale si concorre alle elezioni amministrative, il certificato penale rilasciato dal casellario giudiziale. Un adempimento “saltato” a causa di un fraintendimento con la cancelleria della Procura di Vibo e che ha spinto oggi i rappresentanti delle liste ad affrettarsi per recarsi di corsa nel palazzo di giustizia onde evitare multe salate. Sanzioni che partono infatti da dodicimila euro ma possono arrivare sino a 120mila per i legali rappresentanti delle liste ritenuti inadempienti rispetto agli obblighi di legge. I movimenti politici non identificati in un partito politico nazionale dovranno quindi munirsi entro lunedì di un proprio sito internet sul quale pubblicare i casellari giudiziali di tutti i candidati al Consiglio comunale, oltre ad un curriculum per ciascuno degli stessi aspiranti consiglieri. Una misura introdotta dalla legge “Spazza-corrotti” approvata a gennaio (fortemente voluta dal Movimento Cinque Stelle) e che mira ad offrire – almeno nei Comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti – maggiore trasparenza in tema di candidature. Un passo in avanti certamente, ma che rischia di rivelarsi del tutto insufficiente a fronte di una realtà del tutto particolare come quella vibonese.
Se almeno due sono infatti i candidati al Consiglio comunale di Vibo gravati da condanne penali irrevocabili e definitive, diversi sono invece i candidati indagati ed anche sotto processo. Un “nodo”, questo, che la legge “Spazza-corrotti” non affronta, imponendo solamente la pubblicazione del casellario giudiziale (che comprende quindi le sole sentenze definitive) ma non quello dei carichi pendenti, cioè dell’iscrizione sul registro degli indagati e dei procedimenti penali in corso. La scelta su tale “tipologia” di candidati, quindi, è affidata ancora una volta unicamente alle forze politiche e gli schieramenti in campo a Vibo Valentia non si sono fatti troppi problemi e troppi scrupoli nel candidare anche indagati e personaggi sotto processo (per reati che vanno dalla truffa al falso sino alla bancarotta fraudolenta, al peculato, all’occupazione abusiva di suolo demaniale ed all’abuso d’ufficio). Sono tuttavia i legami di parentela diretta o i rapporti con la criminalità organizzata di alcuni candidati al Consiglio comunale (di tutti gli schieramenti in campo) a destare maggiore preoccupazione. Un tema sul quale torneremo prossimamente, anche alla luce dell’inchiesta sul clan dei Piscopisani che apre uno spaccato quanto mai significativo sui rapporti ed i legami di alcuni elementi di spicco della consorteria con diversi politici vibonesi impegnati nella spasmodica ricerca del consenso elettorale. LEGGI ANCHE: Comunali a Vibo: ecco tutti i cambi di “casacca” dei candidati al Consiglio
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