Comune di Vibo e Sistema, il Pd sulle nomine «da padre in figlio» e sui canoni di locazione
Dal capogruppo democrat Stefano Luciano duro affondo in consiglio comunale sui rapporti tra l’ente e il centro bibliotecario vibonese con sede a Palazzo Santa Chiara
«La mia interrogazione è finalizzata a conoscere i rapporti tra il Comune di Vibo Valentia e il Sistema bibliotecario vibonese in relazione ai fatti recenti che si sono verificati. Ossia la nomina del direttore e, in generale, rispetto a quelli che sono gli atti amministrativi: contratti di locazione, copertura di superfice, attività svolte all’interno del Sistema e altro». Così Stefano Luciano, capogruppo consiliare del Partito democratico a Palazzo Luigi Razza, in consiglio comunale in occasione della presentazione della sua interrogazione sul Sistema. L’interessato – nonostante l’assenza in aula dell’assessore di riferimento, il titolare dell’Urbanistica Pasquale Scalamogna – ha comunque illustrato le finalità della sua richiesta inoltrata a suo tempo all’amministrazione targata Maria Limardo non mancando di sollevare ombre e sospetti.
Ed ha, pertanto, aggiunto che queste relazioni, tra Comune e Sistema, «appaiono ormai organiche nelle varie iniziative pubbliche nelle quali l’ente si cimenta nell’ambito delle sue attività culturali. Io, quindi, in qualità di consigliere comunale, di rappresentante istituzionale, chiedo formalmente di conoscere cosa il mio Comune fa insieme al Sistema e in che termini stiano i rapporti tra le parti in causa». [Continua in basso]
Attacco a Scalamogna
Detto questo, Luciano ha poi fortemente stigmatizzato l’assenza di Scalamogna, peraltro «senza una giustificazione scritta, che possa chiarire in qualche modo se lui abbia o meno un altro impegno istituzionale ugualmente importante. La sua assenza – ha tuonato il capogruppo democrat – è un fatto di una gravità inaudita oltre che rappresenta giuridicamente la violazione palese di norme regolamentari. E qui torno al concetto che spesso esprimo pubblicamente: quando il sindaco dice che questa è una amministrazione trasparente e rispettosa delle regole, io sono qui invece a dire che sono tutte parole vuote a cui corrispondono fatti che rappresentano l’esatto contrario, perché abbiamo un sindaco che non è capace di controllare il proprio assessore e permette questo scempio istituzionale. Io non ho ricevuto risposta all’interrogazione, non vedo all’orario previsto l’assessore presente in aula pronto a rispondere a una mia interrogazione che nasce – ha spiegato ancora Luciano – da una esigenza di trasparenza e di legalità, perché io ho sollevato problemi che attengono alla trasparenza e alla legalità. Va da sé che il sindaco e l’assessore si sottraggono a questo confronto. Io sono indignato non solo per l’assenza del sindaco, ma anche perché un assessore si permette di violare le norme dei regolamenti e di violare la richiesta di forze politiche che chiedono un confronto sulla legalità. Lo fanno non venendo in aula. Questa, ripeto, è una cosa gravissima».
Cosa ha chiesto Luciano
Nel merito dell’interrogazione, Luciano ha pubblicamente detto in aula che rispetto a un organismo e a un palazzo (Palazzo Santa Chiara di proprietà dell’ente, ndr), che è bene comune, «è da due anni che attendo di avere risposte, attendo che si venga nell’assise a fare chiarezza, ma voi – ha rimarcato il consigliere di minoranza – sfuggite da un confronto e da una discussione che vadano in questa direzione. Cosa avete allora da nascondere sul Sistema? Cosa avete da nascondere rispetto al fatto che io non ho la certezza che vengano pagati i canoni di locazione e che io non ho la sicurezza che dentro quel palazzo vengano svolte attività di interesse pubblico e non attività private? Cosa avete da nascondere – ha chiesto sempre con forza il capogruppo democrat in Consiglio – rispetto ai rapporti economici che riguardano i Comune di Vibo Valentia e il Sistema e rispetto a nomine che vengono fatte da padre in figlio e sulle quali si chiede che venga fatta chiarezza? Si chiede che l’assessore e il sindaco vengano in Consiglio a chiarire se la procedura sia stata corretta: se è giusto che un padre, senza una procedura di evidenza pubblica, possa nominare un figlio in regime di continuità. Voglio un confronto di merito». [Continua in basso]
L’assenza di Scalamogna, quindi, a parere dell’interessato, «la dice lunga su quello che è il contenuto politico e amministrativo sul quale il sindaco ha sperato di costruire qualcosa e che invece ha fatto fare passi indietro. Questo – ha detto ancora Luciano – è il momento più buio degli ultimi vent’anni di vita di questo Comune. L’assessore non viene in aula per spiegare i rapporti con il Sistema e, cosa ancora più grave, non giustifica il suo comportamento. Allora delle due l’una: o avete qualcosa da nascondere sul Sistema, e non fate venire l’assessore in Consiglio, o, ancora peggio, – ha concluso l’esponente dem – l’assessore se ne frega del Consiglio».
Gli altri punti in agenda
I lavori del consiglio comunale sono poi proseguiti con una interrogazione presentata dai consiglieri dem Stefano Luciano e Stefano Soriano e dal consigliere del gruppo Misto Laura Pugliese sui fondi di Vibo capitale italiana del libro e sulla quale ha riferito l’assessore alla Cultura Daniele Rotino. Quest’ultima ha, tra l’altro, spiegato che tutti gli atti sono pubblicati «sul sito istituzionale del Comune e che si procede tenendo presente le richieste presentate che vengono poi catalogate in base alla loro tipologia». Altra interrogazione ha riguardato la stabilizzazione dei precari di Calabria Lavoro. L’interrogazione è stata presentata dai consiglieri del gruppo Misto Laura Pugliese e Elisa Fatelli e da Lorenza Scrugli del gruppo “Vibo Valentia da Vivere”. In merito ha risposto l’assessore al Personale Domenico Primerano, che ha annunciato che la Regione ha fatto sapere che se l’ente procede alla loro assunzione il Comune ha diritto per tre anni a un rimborso di 9mila euro l’anno per ogni dipendente, ma la pratica è ferma perché serve il Piano del fabbisogno del personale.
Infine, il Consiglio ha proceduto ad approvare, con i soli voti della maggioranza, delle variazioni di Bilancio, già licenziate dalla giunta Limardo. Disco verde anche al bilancio consolidato del 2020 ed al regolamento per la gestione dei contratti di sponsorizzazione.