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Fusione tra Comuni: tutti i vantaggi di avere nel Vibonese un grande ente territoriale

Gli aspetti positivi sarebbero di natura economica e amministrativa oltre che di generale sviluppo dell’intera area interessata. Il progetto in cantiere prevede l'unione con il Comune capoluogo di provincia di altri 13 enti locali

Fusione tra Comuni: tutti i vantaggi di avere nel Vibonese un grande ente territoriale
Corso Vittorio Emanuele III a Vibo Valentia

Diversi sarebbero i vantaggi che deriverebbero dalla fusione dei 14 Comuni del Vibonese così come prospettato dal Comitato “Progetto Valentia” promotore del “Progetto di fusione e la nascita della città di Valentia”. Idea che, appunto, prevede la trasformazione del Comune di Vibo Valentia in un grande ente territoriale. I Comuni che dovrebbero fondersi con l’amministrazione del capoluogo di provincia sono Pizzo; Mileto; Maierato; Jonadi; San Gregorio d’Ippona; Sant’Onofrio; San Costantino Calabro; Filandari; Briatico; Filogaso; Stefanaconi; Cessaniti; Francica, per una popolazione residente pari a 79.500 abitanti. Tornando, dunque, ai vantaggi questi – secondo i promotori della fusione – sarebbero di tipo finanziario e amministrativo, oltre che di generale sviluppo. [Continua in basso]

Ritorno economico

«La creazione del nuovo ente in luogo dell’estinzione dei Comuni esistenti – si legge nel dossier già presentato alle amministrazioni comunali coinvolte nel progetto – prevede cospicui contributi statali e regionali per un lungo periodo. Nella fattispecie gli incentivi nazionali prevedono l’erogazione del 40% dei trasferimenti erariali ricevuti da ciascun ente nel 2010 per 10 anni (la quota era 20% fino al 2015), con un tetto a 2 milioni per ogni ente interessato (prima era 1,5 milioni), ma comunque nei limiti degli stanziamenti finanziari previsti annualmente.  Per fare un esempio: un nuovo Comune di poco più di 12mila abitanti per il 2016 ha ottenuto 1milione e 300mila euro».

Gli incentivi regionali, invece,  – si legge sempre nel testo predisposto dal Comitato promotore – prevedono l’erogazione di 250mila euro per ente per 5 anni (con una soglia a 1 milione), incrementabili in presenza di alcune caratteristiche.  Ad esempio, per le fusioni successive al giugno 2015, i contributi sono: incrementati del 30% se la popolazione del nuovo Comune supera i 10mila abitanti o la fusione ha interessato almeno 3 Comuni, di cui almeno 1 obbligato; incrementati del 60% se la popolazione del nuovo Comune supera i 15mila abitanti; raddoppiati se la fusione coinvolge tutto l’ambito territoriale adeguato». [Continua in basso]

A partire dalle fusioni successive al giugno 2016, invece, i contributi sono dimezzati se il nuovo Comune non supera la popolazione necessaria per l’esonero dall’esercizio associato di funzioni fondamentali. Possono inoltre essere previsti altri vantaggi per il nuovo Comune, quali deroghe nazionali ai limiti sulle assunzioni, e premialità nei bandi regionali, a partire da quelli che veicolano le risorse dell’Unione europea.

Vantaggi di tipo burocratico-amministrativo

Per l’ente che nascerà vi è «l’opportunità di riorganizzare i servizi e specializzare il personale. Possibilità di potenziare i servizi ai cittadini decentrati presso i municipi. Infatti -spiegano i promotori della fusione  –  allo scopo di preservare e valorizzare l’identità storica delle comunità locali originarie e di realizzare il decentramento di funzioni è inoltre possibile l’istituzione di Municipi, che possono prevedere propri organi elettivi o funzionare solo da punto di erogazione dei servizi». [Continua in basso]

La terza città della Calabria

Il nuovo ente locale – a fusione completata – diverrà la terza città della Calabria per numero di abitanti, ed – è scritto sempre nel report – «il primo polo urbanistico-economico per la fisiologica collocazione baricentrica del più importante distretto turistico ed enogastronomico regionale.  La Costa degli dei, è già una realtà di importanza nazionale, con la polarizzazione di realtà consolidate nel panorama internazionale, quali Tropea, Ricadi e Pizzo che nel loro complesso registrano una densità di strutture turistico alberghiere tra le più alte d’Italia, con qualità della ricettività di livello, anche, elevato.  Essere la “capitale” di questo distretto non è una rivendicazione di facciata o puramente campanilistica, ma un’occasione per consolidare alcuni risultati acquisiti nel corso di decenni, attraverso anche il potenziamento o la creazione di grandi infrastrutture viarie e non solo».

La nascita del nuovo ente locale, dunque, a giudizio dei componenti il Comitato promotore, potrebbe consentire «di progettare e far finanziare il più suggestivo lungomare con annesso water-front della regione, compreso tra Pizzo (partendo dalla chiesetta di Piedigrotta) e Briatico, passando per Vibo Valentia Marina, attraverso la suggestione di scorci paesaggistici e percorsi naturali (inclusi i tracciati ciclabili) che culminerebbero nell’ideale approdo turistico di nuova realizzazione presso la costa di Briatico.  L’intera area costiera che interessa gli attuali tre comuni di Pizzo, Vibo Valentia Marina e Briatico ha dinanzi a sé l’arcipelago Eoliano (Patrimonio Unesco) che rappresenta grande attrattore turistico, ma che non possiede un terminal portuale peninsulare di riferimento.  La creazione di una nuova infrastruttura di questo tipo, ingrandendo l’attuale struttura di Vibo Marina in direzione Pizzo inglobandone ed ampliandone i servizi ferroviari esistenti, con funzione di servizi alla diportistica che divenga “ponte” verso le magnifiche isole siciliane, sarà occasione di osmotico scambio, non solo turistico, ma, anche, di esperienze umane e culturali».

Snodo essenziale

La città che verrà, si dicono convinti dalla sede del Comitato, «sarà snodo nevralgico dell’entroterra, già insignito con il riconoscimento della Dop e della Igp, per la produzione e coltivazione di peculiarità del settore agroindustriale.  Sarà perciò deputata ad ospitare, attraverso la creazione di infrastrutture nevralgiche (quale l’Hub ortofrutticolo) per la commercializzazione delle produzioni ortofrutticole.  Sarà luogo di ricerca per la filiera e per la promozione, grazie alla nascita di una fiera stabile del “cibo Mediterraneo”, sul modello delle Fiere di Parma e Verona.  L’ente del futuro si colloca sulle direttrici viarie di grande comunicazione (A2, Trasversale delle Serre, Strada Statale 18 Tirrena Inferiore) avrà bisogno di raccordi veloci con lo snodo autostradale, attraverso il collegamento dello svincolo Gerocarne- Soriano (già Serre), con l’attuale area urbanizzata di San Gregorio – Ionadi – Francica – San Costantino – Cessaniti e, quindi, con la Z.I. di Località Aeroporto, candidata a divenire il centro nevralgico dei servizi metropolitani».

Sempre nell’ottica delle grandi infrastrutture viarie, viene considerata necessaria la realizzazione di una nuova linea di Alta Velocità ferroviaria che «possa soddisfare – viene annotato – le nuove esigenze e rivendicazioni del nuovo ente lungo la dorsale Francica-Mileto in guise da servire un bacino d’utenza che spazia sino ai comuni della Città Metropolitana di Reggio Calabria.  La collocazione ottimale vicino alle direttrici viarie esistenti potrà anche consentire lo sviluppo, anche in chiave turistica, di due metropolitane di superficie con direzione Pizzo (Via Vibo ripristinando il vecchio percorso delle Ferrovie calabro lucane) e Tropea (Via Briatico).  Non bisogna dimenticare che tale scelta avrà notevoli ripercussioni anche sul piano del turismo religioso vista la vicinanza  – è scritto infine – con il santuario della Madonna di Paravati, edificato in onore di Natuzza Evolo, sede di pellegrinaggio per innumerevoli fedeli.

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