Baratto amministrativo, anche Nesci sconfessa il Meet-up vibonese
Gli attivisti avevano presentato ieri una proposta di regolamento al sindaco Costa qualificandosi come «Meet-up M5s». La parlamentare puntualizza: «Iniziativa autonoma. Non rappresenta la linea né la voce del movimento».
Un’iniziativa certamente ragionevole, avanzata con le migliori intenzioni, che ha però sollevato un vero e proprio polverone che appare eccessivo di fronte alla “banalità” dell’argomento in questione.
Baratto amministrativo, la proposta del M5S al sindaco di Vibo
Già questa mattina ci aveva pensato il consigliere comunale di maggioranza, Claudia Gioia, capogruppo di Vibo unica, a fare una tiratina d’orecchie agli attivisti del Meet-up vibonese, chiarendo come la proposta di introduzione del baratto amministrativo sia già da tempo all’attenzione del consiglio comunale che, sull’argomento, si trova concorde a prescindere dallo schieramento.
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Ora, interviene addirittura la principale esponente vibonese dei pentastellati a prendere le distanze dall’accostamento tra Meet-up e Movimento 5 stelle. Un accostamento peraltro suggerito dagli stessi attivisti che, nella nota di ieri parlavano, testualmente, a nome del “MU (Meet-up, ndr) Movimento 5 stelle Vibonese”.
La parlamentare Dalila Nesci così argomenta: «I Meet-up sono autonomi. A differenza di chi ha uno specifico mandato elettorale, essi non rappresentano la linea e la voce del Movimento 5 stelle. I Meet-up sono gruppi di persone che si ispirano idealmente ai principi e al programma del movimento, operando nei territori con una visione propria rispetto ai problemi, alle necessità e alle posizioni politiche. Indipendentemente dal merito delle singole iniziative, tengo a precisare – prosegue – che il Meet-up è un importante strumento di impegno civile, ma esso non coincide, come a volte si crede, con la sede territoriale del M5s, che al contrario dei partiti non ha sezioni né organizzazioni piramidali. La linea del movimento è sempre detta, espressa e comunicata dagli eletti».
La parlamentare mette in guardia anche rispetto alle “derive” politiche che i Meet-up potrebbero ingenerare: «in essi – spiega – si può sviluppare una coscienza critica e un senso profondo della comunità. Può anche succedere, purtroppo, si sfrutti l’identità e l’azione del Movimento 5 stelle per scopi estranei alle idealità e agli obiettivi del movimento», catechizzando infine i media affinché «utilizzino la denominazione senza collegarla al movimento, al fine di fornire un’informazione precisa e senza possibilità di equivoci».
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