Comunali a Vibo, il Pd chiama al tavolo Luciano e Lo Schiavo
Riunione in via Argentaria per cercare la sintesi, ma le posizioni restano distanti. E spunta pure la proposta di primarie di coalizione
Il centrosinistra alla ricerca di sé stesso si è riunito l’altra sera nella casa del Partito democratico. La sfida è quella dell’unità in vista delle comunali di primavera per la scelta del sindaco di Vibo Valentia. Una sfida improba perché le divisioni continuano ad essere nette, e si sono palesate anche in questo confronto a più voci. Al tavolo, oltre alle due “anime” Michele Mirabello ed Enzo Insardà da una parte ed Enzo Romeo e Pino Ceravolo dall’altra, erano presenti pure i Progressisti per Vibo con Antonio Lo Schiavo, Loredana Pilegi e Sergio Barbuto; Francesco Colelli, già candidato alle primarie del centrosinistra nel 2015; e soprattutto Stefano Luciano, da qualche settimana candidato a sindaco ed in cerca proprio dell’appoggio del Pd.
La questione da dirimere era e resta molto semplice: il Pd con chi sta? Le posizioni dei dem paiono pressoché immutate, con la componente censoriana a spingere per Luciano e il coordinamento cittadino che vedrebbe bene la ricandidatura di Lo Schiavo. A mutare, invece, potrebbero essere le condizioni proprio di questi ultimi due soggetti politici. Luciano di fare passi indietro non ne vuole sentire, avendo ormai avviato la sua campagna elettorale. E Lo Schiavo non è intenzionato ad aspettare Godot, ovvero che il Pd decida cosa vuole fare da grande. Situazione che potrebbe presto trasformarsi in un boomerang proprio per i democratici, che davanti hanno ancora tre strade da percorrere ma non sanno che fare: appoggiare Luciano, piegando la componente cittadina al volere di Censore; appoggiare Lo Schiavo, provocando l’ira dell’ex deputato che non esiterebbe a reagire (ma nei tempi e nelle sedi “opportune”); oppure spaccarsi, appoggiando, ogni componente, il suo candidato del cuore. E se quest’ultima ipotesi potrebbe anche andare bene a Luciano, di certo non andrebbe bene a Lo Schiavo che è stato netto nell’affermare a più riprese che il sostegno a lui non dev’essere meramente numerico, ma incentrato su una progettualità politica. Nel corso della riunione alcuni presenti, tra cui storici militanti del Pd, avrebbero avanzato anche la proposta di fare primarie di coalizione per scegliere il candidato; proposta che sarebbe stata pure accettata da Lo Schiavo ma scartata – of course – da Luciano. Le riunioni continuano ma il tempo passa. E il Pd rischia di trovarsi senza candidato e senza neanche una lista completa.
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