Riduzione dei costi della politica a Vibo, la proposta di Romanò dopo il nostro servizio
L’invito ai candidati a sindaco ad includere nei loro programmi elettorali il taglio delle indennità di carica, dei gettoni di presenza e dei rimborsi. Quali forze politiche risponderanno?
“Prendendo spunto dall’articolo di Giuseppe Baglivo del 1° marzo scorso sui gettoni di presenza al Comune di Vibo (LEGGI QUI: Costi della democrazia e gettoni di presenza: il “bello” della politica a Vibo), ritengo che i candidati alla carica di sindaco della nostra città dovrebbero includere nei loro programmi indicazioni precise sul taglio dei costi alla politica, gettoni di presenza ai membri delle Commissioni, rimborsi ai datori di lavoro dei membri delle Commissioni, rimborsi viaggio per l’accesso alla sede municipale ai consiglieri residenti nelle frazioni, indennità di carica agli amministratori”. Questo l’incipit di una proposta avanzata dal dott. Nicola Romanò dopo il nostro articolo sui costi della democrazia e dei gettoni di presenza al Comune di Vibo Valentia. “A elezioni avvenute – spiega Romanò -, non se ne farà sicuramente nulla” e quindi ecco le proposte che i candidati a sindaco dovrebbero includere già da ora nei loro programmi elettorali: “riduzione del numero delle Commissioni (adesso sono cinque) e dei membri di ogni Commissione (adesso sono 16); l’assegnazione dei posti alle liste, secondo il criterio di proporzionalità tra maggioranza e minoranza, con un 60% alla maggioranza e 40% alla minoranza (come avvenuto nei Comuni di Cosenza, Avellino, Campobasso, Perugia , Viterbo, ecc.)”. Inoltre, ad avviso di Nicola Romanò, sarebbe utile stabilire “che le sedute delle commissioni non possono superare il numero di due a settimana; in presenza di rimborsi ai datori di lavori, le sedute di commissione si tengano per lo più in un arco temporale non coincidente con l’orario di lavoro dei componenti-lavoratori dipendenti; per avere diritto al gettone venga stabilito il tempo minimo di presenza alle sedute di commissione non possa essere inferiore al 70% della durata delle riunioni (dall’apertura delle sedute alla sua chiusura)”. Quanto ai rimborsi viaggio ai consiglieri delle frazioni per recarsi nella sede municipale, secondo Romanò “sarebbe il caso di prevedere che, salvo rinuncia, la distanza dal loro luogo di residenza alla sede municipale si calcola fino al limite dell’area abitata del capoluogo e quindi i chilometri da Vibo Marina al Palazzo municipale sono – in via convenzionale – pari a nove e così via per le altre frazioni. Ciò per equità nei riguardi degli altri consiglieri residenti a Vibo, che non hanno diritto al rimborso chilometrico, e per evitare che la distanza venga abilmente manovrata. Il quadro dei cambiamenti sarebbe incompleto – conclude Romanò – se non includesse un’autoriduzione della propria indennità di carica da parte del candidato a sindaco”. LEGGI ANCHE: Costi della democrazia e gettoni di presenza: il “bello” della politica a Vibo
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