Comunali a Vibo, Luciano rompe gli indugi: «Pronto a ridare dignità alla città»
Al convegno del 501 escono allo scoperto anche i partiti da destra a sinistra: in prima fila Bevilacqua e Censore
L’investitura ufficiale gliela danno le personalità presenti nella sala congressi del 501 Hotel, che a vederle da vicino viene da strabuzzare gli occhi. Ma sono lì, da destra a sinistra tutte insieme, a sostenere la candidatura a sindaco di Stefano Luciano. Il giovane avvocato vibonese, dopo gli ultimi nove anni trascorsi tra i banchi di Palazzo Luigi Razza, si appresta a fare il salto di qualità, o quantomeno a provarci. Da ieri sera è uscito allo scoperto e insieme a lui, come detto, sono usciti allo scoperto i suoi principali sostenitori. Stavolta non si tratta di maldicenze della stampa che davano la componente maggioritaria del Partito democratico alla corte di Luciano. Perché Bruno Censore, Michele Mirabello, Enzo Insardà erano lì, nella stessa sala, in prima fila, accanto a chi ha sulle spalle una storia di destra importante: Franco Bevilacqua, Pino Scianò, Nicola D’Agostino. Tra i presenti anche Salvatore Bulzomì e Mimmo Arena, sempre del Mns; e poi, per tornare a sinistra, il segretario provinciale del Psi Gianmaria Lebrino o uno dei tanti volti noti della politica di qualche anno fa, l’ex assessore provinciale Barbara Citton. E ancora, si intravede pure qualche dirigente dell’Udc in missione esplorativa, perché il tavolo col centrodestra è ancora in piedi ma hai visto mai che viene giù…
Luciano – la cui forza si sostanzia anche nella debolezza disarmante dei partiti che lo appoggiano convintamente senza che dei partiti lui faccia parte – ha portato al suo convegno (che aveva più il sapore del congresso) pezzi importanti della politica, come detto, ma anche dell’imprenditoria, del mondo delle professioni, del sindacato. In sala tra i volti noti quello di Mario Romano, presidente del giovani di Confindustria del Mezzogiorno, o del segretario nazionale della Cisal Franco Cavallaro, e ancora dirigenti sanitari e primari dell’ospedale di Vibo, oltre al pacchetto di ex consiglieri comunali e provinciali ed ex assessori delle ultime due amministrazioni cittadine. In molti di loro l’entusiasmo inizia a salire di pari passo con la convinzione di potercela fare a giocare un ruolo importante nella partita delle amministrative di primavera. «Se andiamo al ballottaggio non c’è partita», sussurra qualcuno con un sorriso stampato in volto. [L’articolo prosegue sotto la pubblicità]
Ma l’avversario non starà a guardare. E Luciano il suo avversario lo ha individuato, lo ha puntato e lo terrà nel mirino per tutta la campagna elettorale. La strategia politica e comunicativa è chiara, il discorso di ieri è stato l’assaggio: attaccare in maniera frontale Forza Italia e Giuseppe Mangialavori, enunciarne i «disastri» e come contraltare offrire proposte di risoluzione dei problemi, dal capoluogo alle frazioni. Ieri, pur per sommi capi, il leader di Vibo Unica ha parlato di infrastrutture, cultura, politiche sociali, commercio, urbanistica, finanziamenti europei. A precederlo, nel convegno moderato dal giornalista Peppe Sarlo, l’intervento del professore dell’Unical Giulio Nardo (assente per impegni lavorativi l’altro relatore Ettore Jorio), esperto di diritto amministrativo e fallimentare, che ha offerto alcuni spunti interessanti su come trasformare in risorse i beni non utilizzati dei Comuni e su come fare per attrarre finanziamenti dall’Europa dando respiro al bilancio sempre più deficitario di Palazzo Luigi Razza. I dati politici della serata restano fondamentalmente due: la candidatura ufficiale di Stefano Luciano; e i partiti che la sostengono con i rispettivi leader: il “comunista” Bruno Censore, il “fascista” Franco Bevilacqua e via di questo passo, ad libitum sfumando. E nessuno che ci veda una contraddizione…
In foto dall’alto: Sarlo, Luciano e Nardo; Bevilacqua accanto a Censore e gli altri presenti in prima fila
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