Comunali, Soriano: «Il Pd, Lo Schiavo e Luciano siedano allo stesso tavolo»
L'ex dirigente democratico auspica l'avvio di un confronto fra tutte le parti che si dicono «alternative a Forza Italia e Mangialavori»
Ha avuto un ruolo di primo piano nel Pd di Vibo Valentia, del quale è stato segretario di circolo per anni, ma ormai da diverso tempo si è discostato dal partito e dalla politica attiva. Il nome di Stefano Soriano, però, al pari di quello del padre Michele, pure lui figura apicale fino al clamoroso strappo dell’anno scorso, torna a circolare in questi primi giorni di dibattito in vista delle amministrative di primavera. Nello schieramento di centrosinistra, dove tizio aspetta le mosse di caio e sempronio cerca i punti deboli di tizio, diventerà quindi interessante capire la posizione che assumeranno coloro che, nei recenti appuntamenti elettorali, si sono defilati o hanno addirittura fatto il gioco della controparte.
In quest’ottica, da Stefano Soriano giunge un auspicio, un suggerimento quasi al suo ex partito, affinché si gettino le basi per «creare un’alternativa al centrodestra». In che modo? «Penso che la cosa più sensata da fare sia quella di partire da un tavolo di confronto che veda uno di fronte all’altro tutte quelle forze che si reputano alternative a Forza Italia e alla compagine di Giuseppe Mangialavori. Mi sembra surreale assistere ai discorsi di gente che viene a chiedere il voto senza neanche sapere chi sarà il candidato a sindaco». Su chi debba prendere l’iniziativa, non ha dubbi: «Credo tocchi al Pd il ruolo di mediatore di questo confronto. Non voglio dire cosa debbano o non debbano fare, io ormai da tempo sono lontano. Ma penso che non si possano sottrarre al ruolo di responsabilità che gli spetta». Le difficoltà, però, sorgono già dall’idea su chi mettere a questo tavolo. Perché secondo Soriano dovrebbero sedersi tutti, dalla sinistra al centrosinistra fino al centro moderato. Che tradotto in nomi significa far sedere Sinistra italiana col Pd, e soprattutto Antonio Lo Schiavo con Stefano Luciano. E non sembra, al momento, che le posizioni di questi ultimi due siano conciliabili. «Ma sarebbe un errore. Io, Stefano, Antonio e tanti altri: siamo una generazione di quarantenni che ha a cuore le sorti di questa città. Secondo me abbiamo il dovere di sederci tutti e parlare, poi ognuno può giungere alle conclusioni che ritiene più opportune. Ma sarebbe un errore non provarci. Ognuno, se ama Vibo, deve dimostrare senso di responsabilità. Poi si discute e la figura giusta per interpretare le esigenze di tutti verrà fuori. Tutte queste componenti, se si mettessero insieme, avrebbero serie possibilità di vincere. A patto che ci siano meno personalismi e più spirito di sacrificio».
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