Comunali, Pd verso Luciano? Si profila uno scambio di “cortesie”, ma c’è chi si oppone
Nel frattempo Bruno Censore si professa «spettatore»: «Apprendo di queste vicende soltanto dai giornali»
Dice di stare «sotto coperta» da quando ha preso la mazzata alle elezioni politiche dell’anno scorso. Dice di apprendere le cose «dai giornali». Ringrazia di essere stato contattato ma, purtroppo per il giornalista, non ha «molto da dire». Bruno Censore, insomma, parla da «spettatore». Interpellato sulle imminenti amministrative di Vibo Valentia, lui che da ex-tutto continua ad avere un certo peso nel Partito democratico malgrado si affanni a far credere il contrario, afferma candido: «So che faranno una sorta di comitato per gestire le elezioni, Insardà, Mirabello e Viscomi. Così ho letto sui giornali». E dove sennò…
Ammettendo che si voglia prendere per buona la sua versione, dunque, restano le dichiarazioni pubbliche rilasciate da due dei suddetti che hanno titolo ad esprimersi a nome del partito: il segretario di federazione Enzo Insardà e il consigliere regionale Michele Mirabello. Insardà nei giorni scorsi al Vibonese lasciava aperto il canale di un’interlocuzione – in vista delle elezioni di primavera nel capoluogo – con il gruppo di Stefano Luciano, quest’ultimo estremamente deciso a presentarsi ai vibonesi da candidato a sindaco. Un canale aperto, quindi, come confermato questa mattina alla Gazzetta del sud da Mirabello, il quale di Luciano ha detto: «A parte la parentesi provinciali, alle elezioni politiche è stato col Pd», e sull’amministrazione Costa aveva assunto «un ruolo critico da oltre un anno, rinunciando ad assessorati e poltrone». Ora, bisogna rilevare innanzitutto che quella «parentesi provinciali», liquidata come tale in maniera forse superficiale, è costata l’espulsione (sacrosanta) all’intero gruppo consiliare. Così come bisogna anche rilevare la ritrosia del Pd medesimo a stringere l’unica alleanza che avrebbe una parvenza di logica per un partito che si professa «coerente», ovvero quella con il gruppo della sinistra e di Antonio Lo Schiavo. Ma siccome, a quanto pare, la coerenza torna buona soltanto per accusare chi non ce l’ha, ecco che il quadro che viene fuori è di un Pd (almeno oggi) orientato ad appoggiare Luciano, a sua volta sostenuto anche dal Movimento sovranista di Franco Bevilacqua, Mimmo Arena e Salvatore Bulzomì, non proprio novellini Fidel Castro. Il perché sono in tanti a chiederselo. I più cattivi, in particolare, vociferano di uno scambio di “cortesie” elettorali: il Pd appoggia Luciano alle comunali, e Luciano appoggerà il Pd (magari lo «spettatore» Censore) alle prossime regionali. Ma si sa, ai cattivelli piace pensar male. E a pensar male si fa peccato… [L’articolo prosegue sotto]
Particolarmente decisi ad evitare l’Inferno, in quest’ottica, ci sono poi diversi dirigenti locali dem che non vedono assolutamente di buon occhio l’ipotesi Luciano, dall’ex assessore provinciale Pino Ceravolo al presidente Enzo Romeo. Una fetta importante di partito, seppur non predominante (per adesso), che in caso di decisioni calate dall’alto difficilmente ci metterebbe la faccia.
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