Comune di Vibo, i precari in servizio presso l’Ente a casa e senza stipendio. E la Regione?
Si attende che dalla Cittadella completino l’iter amministrativo per ripristinare i Tirocini di inclusione sociale. Appello dei sindacati
È passato un mese e qualche giorno da quando i 24 tirocinanti in servizio presso il Comune di Vibo Valentia hanno smesso di lavorare. Era il 17 agosto l’ultimo giorno di impiego previsto dal contratto. Poi nulla più. Attendono che la Regione Calabria completi l’iter amministrativo per la loro riassunzione a Palazzo Luigi Razza grazie ai Tirocini di inclusione sociale. Il Governo ha già fatto la sua parte con il via libera al Decreto Legge Sostegni bis, contenente appunto gli emendamenti riguardo i tirocinanti calabresi: sono stati, infatti, approvati il contributo di 25milioni di euro per la proroga dei Tis e l’aumento dell’indennità. Poi, però, tutto si è impantanato alla Cittadella. Da allora i precari attendono che qualcuno tiri fuori le carte e firmi. [Continua in basso]
Senza lavoro e senza paga
Nel frattempo, però, oltre a non essere impiegate, queste persone non percepiscono alcuno stipendio. Se ne stanno a casa, infatti, non vengono pagate. «Ma non lo decidiamo noi di stare a casa senza fare nulla – replica una precaria, visibilmente stizzita – Sono anni che facciamo questa vita: arriva la scadenza del nostro contratto e attendiamo il rinnovo, ma a noi serve essere stabilizzati dopo tanti anni di questa vita sospesa. Non è possibile lavorare in questo modo, vivere così». Non solo: molte di queste persone ormai da tempo svolgono il loro lavoro all’interno degli uffici del Comune capoluogo. Va da sé che quando mancano si vengono a creare dei problemi, soprattutto in un ente, come Palazzo Razza, che ha una cronica carenza di personale dipendente. Alcuni di loro prestano servizio addirittura da dieci anni e svolgono mansioni nei diversi settori: dalla portineria ai servizi cimiteriali agli uffici amministrativi normalmente aperti al pubblico, nonché a ruoli afferenti anche materie politiche. Insomma, nonostante non siano ufficialmente impiegati e la loro funzione funga da supporto alla normale attività amministrativa dell’Ente, questi precari risultano comunque preziosi e la loro assenza si fa sentire.
L’appello del sindacato
La vicenda, che riguarda di fatto circa 7mila precari in tutta la Calabria, è naturalmente seguita con particolare apprensione dalle parti sociali. «Rivolgiamo un forte appello alla Giunta regionale affinché si accelerino al massimo i tempi e siano rispettati gli impegni per l’avvio dei Tirocini nei Comuni. Chiediamo al presidente facente funzioni, Nino Spirlì, e all’assessore alle Politiche del Lavoro Fausto Orsomarso, cui diamo atto dell’impegno in questa direzione, di compiere l’ultimo passaggio necessario a dare ai tirocinanti, alla Calabria e al Paese il segnale che l’aver affrontato il problema dei Tirocini non sia stato e non sarà soltanto un’occasione di propaganda elettorale», scrivono in una nota Enzo Musolino, segretario confederale di Cisl-Calabria, e Gianni Tripoli, segretario generale di Felsa Cisl-Calabria.
«Quello che chiediamo si può fare – tuonano i due sindacalisti – Sappiamo che la giunta è in procinto di acquisire il decreto di rimodulazione dei fondi del Piano di azione e coesione. Si possono accelerare i tempi chiedendo immediatamente ai Comuni di essere presenti ad una convocazione prima delle elezioni per la sottoscrizione delle convenzioni. Si accelerino i tempi anche per la convenzione con l’Inps, che si potrà anche spostare in avanti, ma prima della chiusura della campagna elettorale si dia comunque ai tirocinanti Tirocini, che aspettano da mesi di essere nuovamente utilizzati nel percorso di formazione, un segnale di libertà, democrazia e partecipazione. Lo chiediamo con forza – sottolineano Musolino e Tripoli – e siamo pronti e disponibili in qualunque momento e a qualunque ora a sottoscrivere un protocollo che vada nella direzione che noi auspichiamo, altrimenti ci si potrà aspettare una reazione non più di natura concertativa e collaborativa. Nello stesso tempo – chiudono i sindacalisti – chiediamo che il Ministero della Funzione pubblica proceda finalmente alla redazione alla pubblicazione del bando che riguarda i tirocinanti ministeriali».