Elezioni al “veleno” a Joppolo fra lettere anonime e imbarazzi
Dura condanna dell’ex sindaco Salvatore Vecchio che ne ha anche per il silenzio sull’accaduto da parte dell’amministrazione comunale. In precedenza a denunciare il tutto con un manifesto è stata la lista “CambiAmo Joppolo”
Clima elettorale “incandescente” e “avvelenato” a Joppolo e frazioni dove dopo la nostra inchiesta sui candidati (e i loro familiari) alle prese con problemi giudiziari e iscrizioni a logge massoniche, qualche “manina” invece di metterci la faccia – come fatto dalla nostra testata e dai suoi giornalisti – ha scelto invece la facile via dell’anonimato per inoltrare a mezzo paese lettere contenenti invettive, insulti e volgarità sui candidati mescolate a delle verità finite in secondo piano per via del mezzo (la lettera anonima) scelto per divulgarle.
Se i primi a condannare tale modo di fare politica sono stati i rappresentanti della lista civica “CambiAmo Joppolo” con candidato a sindaco Giuseppe Dato, che hanno affisso per le vie del paese un manifesto per denunciare quanto sta accadendo, ad uscire allo scoperto è ora l’ex sindaco Salvatore Vecchio che – dopo aver sostenuto nella precedente competizione elettorale del 2016 l’attuale sindaco Carmelo Mazza (uscente e non ricandidato) – da tempo ne ha preso le distanza e ne stigmatizza ora il silenzio sulle lettere anonime che non stanno risparmiando quasi niente e nessuno dei due schieramenti in campo. [Continua in basso]
Questo il testo dell’intervento di Salvatore Vecchio: «Come qualche mese addietro, il postino ha bussato ancora per consegnare una lettera imbucata da mano apparentemente ignota. Il che mi spinge, in quanto già sindaco e cittadino di questo comune, a scrivere questa nota – chiarisco subito – non per me, avendo io i mezzi e gli strumenti per tutelarmi nelle sedi competenti, nonché quelli che mi permettono di investigare e venirne a capo in quanto ai mittenti, ma per stimolare l’attenzione dei miei concittadini sulle conseguenze prossime e future connesse con la diffusione di tali lettere.
Aggiungo un ulteriore chiarimento: neanche scrivo per ottenere sui social commenti favorevoli o il solito “mi piace”, anche perché temo ingiustificati schizzi di fango su chi volesse esternarmi stima e amicizia. Grazie, ma é meglio evitare.
La lettera anonima è come una specie di “killer”, come quelli di basso lignaggio, vado indietro nei ricordi, che al tempo del vecchio conio venivano ingaggiati per poche migliaia di lire per fare del male, vuoi usando bombe rudimentali o, per qualche lira in più, usando la pistola. Fare del male, anche se vengono risparmiate le cose e l’integrità fisica delle persone, è anche l’obiettivo perseguito, per dirla con Sciascia, dagli “ominicchi” che vivono all’ombra dell’anonimato e agiscono per odio sociale, per congenite frustrazioni e bassezza d’animo. Ed è ipotizzabile che, senza un corale “basta”, oggi Tizio, domani Caio, dopo Sempronio, quindi Mevia, ecc., potrebbero trovarsi nella stessa situazione delle persone oggi “puntate” da mano apparentemente ignota. [Continua in basso]
Fatta questa premessa di carattere generale, devo dire:1) le lettere anonime diffuse nel nostro comune hanno in quanto alla tempistica una loro peculiarità. Le prime sono state diffuse quando si credeva che le elezioni amministrative sarebbero state indette alla scadenza naturale della consiliatura; l’ultima, in ordine di tempo, viene diffusa nel momento in cui Joppolo e frazioni si accingono a celebrare la festa della democrazia, ossia a scegliere liberamente i propri rappresentanti, ai quali vengono demandate la cura e la tutela degli interessi della comunità. Ebbene, l’anonimo si butta a “pie pari” nella competizione elettorale amministrativa non per partecipare al dibattito politico-amministrativo con proposte e suggerimenti o per stimolare con programmi e progetti il confronto, o per indicare traguardi, quanto invece per screditare, con espressioni volgari, dileggianti e umilianti, ingiustamente lesive della dignità e dell’onore di coloro i quali si propongono all’elettorato, nonché dei loro familiari, viventi o defunti.
Sicché, appare evidente il duplice obiettivo che l’anonimo intende perseguire: dare sfogo a vecchie e nuove frustrazioni e ad una innata cattiveria; indurre i cittadini a degradare il confronto dalle proposte, dai programmi, dai progetti a uno scontro “spazzatura”. Altro che festa della democrazia! Aggiungo subito per evitare errate interpretazioni che mi è ben chiaro che coloro i quali corrono per una carica pubblica devono mettere in conto che, con il loro tacito assenso, dovranno sottoporsi anche al giudizio impietoso dei cittadini, degli elettori e degli avversari. Si chiama diritto di critica, che può essere esercitato anche con toni aspri e aggressivi, in ogni caso mai diretti nei confronti dei familiari, mai con attacchi gratuiti e con arbitrarie aggressioni al patrimonio morale, personale e professionale. In una parola vi sono dei limiti alla continenza aggressiva, qui abbondantemente superati; 2) a fronte del superamento di tali limiti il silenzio dell’Amministrazione Comunale è assordante. Non intenderò dire – sia ben chiaro- che il sindaco e la giunta comunale avrebbero dovuto esprimere solidarietà agli ex amministratori e a quelli in carica o nei confronti di comuni cittadini/e, sui quali è stato schizzato fango, no! Il punto è un altro e mi spiego! Nel superamento dei limiti alla continenza aggressiva è insito il tentativo di turbare la civile convivenza e disgregare il tessuto umano e sociale di questa piccola comunità, è insito anche l’evidente tentativo di coartare il corpo elettorale nel momento della formazione del consenso, nonché quello di ostacolare, con minacce implicite ed esplicite di nuovi “killeraggi”, la partecipazione attiva alla vita politica e sociale particolarmente delle donne. In una parola si vuole che la paura prevarichi la libertà. [Continua in basso]
E’ quanto sarebbe bastato per una doverosa parola di ferma condanna da parte del “Comune – così recita lo Statuto – ente rappresentativo dell’intera comunità locale, della quale cura e tutela gli interessi e promuove la crescita civile, sociale ed economica”. Ma non solo parole di condanna, quelle doverose ma inutilmente attese, quanto anche parole, anche queste inutilmente attese, atte a ricreare un clima di generale concordia e a dare nuova linfa al senso di comunità. Invece, a cinque giorni dall’apertura dei seggi elettorali, il sindaco e la giunta comunale, dimentichi che il Comune dovrebbe svolgere con i provvedimenti amministrativi e con i comportamenti degli amministratori anche un ruolo pedagogico, non vedono, non sentono e non parlano. Verosimilmente per quieto vivere.
Tuttavia, io mi sento di giustificare tanto silenzio, perché immagino quanto sia intenso, al punto da non ammettere tregua o distrazioni, il lavorio nel Palazzo di città nel quale è massimo l’impegno nello sfornare a guisa di marchette elettorali provvedimenti amministrativi certamente inopportuni perché assunti nel pieno della competizione elettorale per il rinnovo del consiglio comunale, ma soprattutto perché di dubbia liceità».
Ricordiamo che i candidati a sindaco che si sfidano a Joppolo sono Valerio Mangialardo e Giuseppe Dato.
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