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Comune di Vibo, servizio idrico: morosi nel mirino. In arrivo cartelle per quasi 4 milioni

Via libera dal dirigente Scuglia all’avvio dell’iter per la consegna delle notifiche ai cittadini. Già pronto l’elenco dei solleciti

Comune di Vibo, servizio idrico: morosi nel mirino. In arrivo cartelle per quasi 4 milioni
Palazzo Luigi Razza, sede del Comune di Vibo Valentia
Domenico Libero Scuglia

In arrivo solleciti di pagamento per il servizio idrico integrato per quasi quattro milioni di euro. Il saldo riguarda le annualità 2019/2020. Presto, dunque, i cittadini vibonesi morosi si ritroveranno nella buca delle lettere il sollecito inviato dall’amministrazione comunale di Vibo Valentia. La determina, che dà il via libera all’intero iter amministrativo, è stata predisposta e firmata dall’attuale dirigente del settore Bilancio e programmazione finanziaria, il segretario generale dell’ente Domenico Libero Scuglia. Al momento, infatti, sono gli uffici di competenza di Palazzo Luigi Razza «a provvedere direttamente alla riscossione volontaria delle entrate relative al servizio idrico integrato». [Continua in basso]

Dunque, – scrive Scuglia nella sua determina dirigenziale – «poiché negli anni 2019 e 2020 sono state emesse le liste di carico, relative rispettivamente alle annualità 2019 e 2020, occorre notificare i solleciti di pagamento agli utenti che non hanno ancora versato i canoni relativi alle predette annualità. L’ufficio tributi, inoltre, – annota sempre il dirigente comunale – ha già predisposto l’elenco dei solleciti di pagamento del servizio idrico integrato per il recupero delle somme dovute e non ancora versate per le suddette annualità per un importo complessivo di 3.899.997,16 euro per un numero di articoli pari a 8.394». Considerato pertanto tutto ciò, Scuglia ha approvato, con il suddetto atto dirigenziale, la lista dei solleciti di pagamento del canone del servizio idrico integrato predisposta dal personale incaricato del Comune per le annualità 2019 e 2020.

Lotta all’evasione

Maria Limardo

Lo avevano scritto a inizio agosto: l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Maria Limardo vuole combattere con ogni mezzo consentito dalla legge chi evade i tributi comunali. Ed ha già iniziato a mettere in campo un’azione di forza proprio con l’invio a breve delle cartelle riguardanti il pagamento del servizio idrico integrato per gli anni 2019 e 2020. Il tutto – naturalmente – in attesa del Piano operativo per la lotta all’evasione. La giunta, infatti, con apposita delibera, ha dato incarico e indirizzo sempre ai primi di agosto alla parte dirigenziale dell’Ente nel suo complesso di varare un nuovo strumento per combattere il fenomeno che, tra l’altro, prevede controlli incrociati e verifiche sul posto. La decisione dell’esecutivo – lo ricordiamo – nasce dal fatto che «il contrasto a tale fenomeno risponde a criteri di giustizia fiscale, oltre che di rispetto del principio di legalità, in quanto finalizzato ad una più equa distribuzione del prelievo e, quindi, alla partecipazione dei contribuenti alla spesa pubblica locale nella misura prevista dal regolare andamento del gettito ordinario». L’esecutivo di Palazzo Razza ha, quindi, deliberato di applicare gli indirizzi necessari «all’adozione di misure di contrasto all’evasione ed elusione dei tributi locali dell’Ente e, quindi, all’ottimizzazione del servizio di riscossione o recupero degli stessi». [Continua in basso]

Le ingiunzioni

La cosa rilevante è che il nuovo Piano non prevede più che il servizio tributi venga svolto dall’Agenzia della riscossione. Sempre nella delibera licenziata dall’esecutivo per autorizzare la stesura del Piano operativo per la lotta all’evasione viene, infatti, ricordato che il Comune, a suo tempo, ha deciso di affidare all’Agenzia della riscossione la gestione coattiva dei tributi, ma la suddetta scelta negli anni «non si è dimostrata efficace, in quanto l’Agenzia ha registrato percentuali di riscossione minime», mentre anche la Commissione straordinaria di liquidazione ha evidenziato, che per gli anni di loro competenza (periodo del dissesto: dal 2013 ad agosto 2021), «su 16 milioni di euro ammessi alla liquidazione ne è stata riscossa la sola somma di 5 milioni». Di conseguenza – ha sottolineato la giunta nel suo documento – l’amministrazione «già con delibera numero 39 del 12 luglio del 2019 (“Riscossione coattiva delle entrate tributarie e patrimoniali dell’Ente. Atto di indirizzo”), ha «individuato tale criticità e di conseguenza ha demandato al dirigente atti finalizzati a recuperare direttamente tramite ingiunzione gli importi superiori o uguali a 5mila euro. Con delibera numero 667 del 21 maggio del 2021 si è poi stabilito di esternalizzare il servizio, mediante procedura aperta, per la gestione, accertamento e riscossione, ordinaria e coattiva, dei tributi e delle entrate extratributarie».

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