Crisi al Comune di Vibo, Console (Udc): «A Costa servono i numeri ma come fa a chiederli al Pd?»
Per l’ex assessore al Commercio i consiglieri diffidati sono gli unici che possono prolungare il mandato del sindaco. «Ma sono gli stessi - afferma - che per mesi lo hanno bocciato su tutti i fronti. Nessuno può essere così scriteriato»
«Per essere investiti della responsabilità di governo e per continuare a farlo ci vogliono i numeri. Lo sappiamo noi, lo sanno i cittadini e, in più occasioni, ha dato dimostrazione di saperlo anche il sindaco. Ebbene, le chiarissime dichiarazioni di chiusura rilasciate dai gruppi consiliari di Stefano Luciano e di Antonio Lo Schiavo, indirizzano la ricerca dei numeri in queste ore esclusivamente sul restante gruppo di opposizione, quello formato dai consiglieri comunali sospesi del Pd». È quanto sostiene in una nota il coordinamento cittadino dell’Udc di Vibo Valentia, per voce dell’ex assessore comunale al Commercio Nico Console. «Quegli stessi consiglieri che – aggiunge -, nello svolgimento del ruolo istituzionale di opposizione, in più riprese hanno raccontato di “Una città abbandonata a se stessa, sporca, con le strade piene di buche. Una città preda dell’incuria, che non viene amministrata da chi vede nell’ultimazione del teatro il suo unico e principale obiettivo” dove “è impossibile non accorgersi dello scollamento tra il capoluogo e le sue frazioni” con “due principali corsi della città, diventati ormai una sorta di cimitero dei negozi” e con “Vibo Marina in ginocchio”. Finendo così col dichiarare testualmente, pochi giorni fa, che “l’evidente grado d’insoddisfazione dei cittadini, delle categorie economiche e delle parti sociali” conseguente al fatto che “intere parti del programma del sindaco sono rimaste non attuate o peggio stravolte”, induce a sfiduciare il sindaco; come da tempo sconfessato dai suoi stessi sostenitori». Per Console, «di fronte a tali dichiarazioni di assoluta bocciatura vorremmo capire come si può ancora confidare di trovare sostegno per la realizzazione in un anno di ciò in chi lamenta che nulla si è fatto per quattro anni o, ancor peggio, la condivisione di un nuovo programma, non sottoposto agli elettori, ma elaborato evidentemente solo per perdere ancora tempo ed impedire che i cittadini ritornino al voto già nella prossima primavera».
Per l’ex assessore «questa ricerca affannosa dei numeri da parte del sindaco e le dichiarazioni pubbliche di sfiducia di tutte le opposizioni sono due facce della stessa medaglia, “come la giri e la volti è sempre 69” dicevano i saggi, e siccome perfino in politica la matematica è una scienza esatta, il sindaco non ha più i numeri! Con buona pace di chi non vuol rendersene conto! Allora, in questo delicato momento per la città bisognerebbe occuparsi più che nella ricerca di un’improbabile convergenza delle opposizioni, nell’esercizio di riconoscimento della dignità, intesa come senso del decoro e dell’onorabilità verso sé e verso gli altri, verso i cittadini, le istituzioni ed i loro rappresentanti. Insomma, per convincere il gruppo dei consiglieri sospesi del Pd a sostenere numericamente un’azione amministrativa dagli stessi ritenuta fallimentare, non è seriamente pensabile proporre un nuovo programma; semmai recitare un nuovo incantesimo, dal quale si sono svegliati anche i cittadini che votarono Costa, col quale irretirli. E dunque, salvo assurde alchimie e formule magiche condite di compassionevole amore per la città, riteniamo che tra questi nessuno sia così scriteriato da smentirsi fino al punto di convincere pubblicamente in questi giorni, in queste ore, sé stessi ed i cittadini che fino ad oggi abbiano scherzato e siano stati anche loro in ottima compagnia “su Marte”; mentre a Vibo le colpe e le responsabilità continuano ad essere sempre solo degli altri».
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