Comune di Vibo, viaggio nel Palazzo ostaggio di politica e burocrazia – Video
Mentre il sindaco Costa si appresta a varare un nuovo rimpasto di Giunta, raccogliendo il salvagente del senatore Mangialavori, la super-dirigente Teti tiene saldamente in mano le redini dell’apparato e annulla l’ennesimo avviso
Anche il senatore Giuseppe Mangialavori, già main sponsor del sindaco Costa, si sfila. I suoi assessori, quelli di Forza Italia, rassegnano le dimissioni. I consiglieri no: gli azzurri così consentiranno all’amministrazione comunale di Vibo Valentia di vivacchiare fino alla scadenza naturale del mandato. Per Mangialavori il ragionamento è semplice: sempre meglio un’amministrazione eletta, anche scadente e disgraziata, come quella di Vibo, che non una gestione commissariale, stile quella di Lamezia Terme. Il paradosso però è che Vibo sta come, anzi peggio di Lamezia, e la colpa i cittadini la danno proprio all’Amministrazione che hanno eletto. A Palazzo Luigi Razza non c’è aria di resa dei conti. Anzi. Si va avanti come ieri, come sempre. Qui la percezione diffusa è che, a proposito di commissariamenti, la politica sia già stata commissariata dalla sua stessa burocrazia. Adriana Teti è la dirigente in capo alla quale il sindaco Costa ha concentrato più settori. È di fatto la donna più potente di Vibo Valentia. Lei, secondo chi sta in questo Palazzo, conta più di consiglieri e assessori, forse più dello stesso sindaco. Per capire quanto conti, la dirigente Teti, basta fare un passo indietro. Tutto passa da lei. Pratiche, licenze, gare, che bandisce e non infrequentemente interrompe. Ricordate la nostra inchiesta sul trasporto pubblico locale? Sui bus sempre vuoti? Sulle pensiline assenti e sugli orari che non conoscono neppure i preposti al servizio? C’era una gara ferma da un anno che poteva risolvere molti problemi, quella sull’arredo urbano complementare al servizio di trasporto. Bisognava solo aggiudicarla. E invece, la dirigente Teti la annulla del tutto. È l’ultima della serie. Si azzera, si ricomincia daccapo. Perché? Perché rassegnare questa città agli ultimi posti per qualità della vita e servizi?
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