Tropea, l’appello del consigliere Pietropaolo: «Stabilizzate gli ex Lsu/Lpu»
L’esponente dell’opposizione tiene alta l’attenzione sui precari: «Figure essenziali per il mantenimento dei servizi ai cittadini. Dal 1° gennaio resteranno senza lavoro»
«Mi faccio portavoce di uno stato d’animo di sedici dipendenti, otto amministrativi e otto operai, che rischiano seriamente di rimanere senza lavoro dal primo gennaio prossimo». È il grido d’allarme lanciato da Massimo Pietropaolo, consigliere comunale di minoranza eletto con la lista Rinascita per Tropea guidata da Peppino Romano, in merito alla condizione degli ex Lsu/Lpu, i lavoratori i cui contratti sono in scadenza con la fine dell’anno e per i quali non è stata ancora trovata una soluzione definitiva. La problematica ha risonanza regionale: in tutta la Calabria sono infatti circa 4.500 i precari a rischio, decine e centinaia per ogni comune, e servirebbero circa 50 milioni di euro per dargli un futuro. Il problema principale, però, non sarebbe recuperare i soldi, ma la legge: da ovviare ci sono, tra gli altri obblighi, il superamento del tetto di spesa del personale e il turn over, cioè l’assunzione di nuovi lavoratori in sostituzione di chi è andato in pensione. A nulla sono valse fino a questo momento le rassicurazioni della classe politica, così come la grande manifestazione tenutasi lo scorso 16 novembre a Catanzaro, dove circa mille lavoratori si sono riuniti guidati dalle sigle sindacali per protestare in prefettura. Proprio in riferimento all’evento Pietropaolo puntualizza: «Mi auguro che nella riunione di Catanzaro fosse presente anche qualche rappresentante del Comune di Tropea, anche se la cosa non mi risulta. Gli ex Lsu/Lpu – ha proseguito il consigliere – sono figure essenziali per il mantenimento dei servizi più importanti per i cittadini, lavorano da vent’anni e nel tempo sono diventati figure qualificate, sia negli uffici sia come operai che intervengono anche per problematiche urgenti sul territorio comunale». Una criticità che interessa la Perla del Tirreno in modo più marginale rispetto ad altri municipi, ma non per questo meno importante: «Il problema a Tropea – ha illustrato Pietropaolo – è contenuto numericamente rispetto ad altri comuni, ma non lo è dal punto di vista sociale e umano perché sedici famiglie rischiano di restare senza lavoro e i precari non possono restare in mezzo a una strada da un giorno all’altro». Soluzione ancora all’orizzonte, ma che potrebbe avere risvolti positivi nelle settimane a venire: «Mi risulta che alcuni deputati calabresi cinquestelle si stiano occupando della problematica con degli emendamenti, ma dipende tutto dal Governo centrale. Anche se – ha incalzato – degli amministratori diligenti dovrebbero far proprio l’esempio di Reggio Calabria, dove sono riusciti a stabilizzarne un centinaio. Se hanno trovato la quadra per 104 non credo sia un problema trovarla per 16», ha concluso Pietropaolo.
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