Caccia, Viscomi replica a Barilaro: «Priorità proteggere natura già distrutta da incendi»
Il deputato del Pd definisce «polemica sterile» quella sollevata dal sindaco di Acquaro. Al centro della questione, il calendario venatorio approvato dalla Regione
Botta e risposta tra il deputato calabrese del Pd Antonio Viscomi e il sindaco di Acquaro Giuseppe Barilaro. Dopo che il parlamentare ha annunciato un’interrogazione contro la delibera della Regione che prevede l’apertura della caccia il primo settembre, il primo cittadino del centro vibonese ha infatti definito le dichiarazioni di Viscomi «demagoghe e offensive per un’intera categoria», quella dei cacciatori.
Pronta la risposta: «Per mestiere, il sindaco Barillaro dovrebbe conoscere molto bene le questioni organizzative e i ritardi che gli incendi di questi giorni stanno portando all’attenzione di tutti: manutenzione del territorio, pulizia dei boschi, sistemi di sorveglianza e controllo, mezzi e uomini per l’azione di contrasto agli incendi. E chi più ne ha più ne metta – scrive in una nota Viscomi -. E da cacciatore esperto sa pure bene quale sia il ruolo che i cacciatori sono chiamati a svolgere nella protezione delle risorse naturali. Così come dovrebbe pure già conoscere i vincoli, anche per le attività venatorie, che la legge prevede per i terreni che siano stati non solo percorsi dal fuoco ma anche registrati nell’apposito elenco catastale, che immagino sarà puntualmente rispettato nel suo comune». [Continua in basso]
Secondo il deputato, «non si comprende granché il senso della polemica che ha voluto innescare, e neppure si comprende se parla più da sindaco o da cacciatore. Però, a leggere bene, le sue parole confermano semmai che meglio poteva e doveva fare la giunta regionale dal momento che ha stabilito un calendario venatorio senza tenere conto – come la legge consente – delle diversità di specie e di ambiti territoriali. Se lo avesse voluto, anche solo prevedendo date diverse la Regione avrebbe potuto rispondere al dramma degli agricoltori, consentendo l’apertura per la caccia al cinghiale e rinviandola invece per le altre specie da proteggere in un habitat naturale ormai distrutto. Questa sarebbe stata, dal mio punto di vista, una scelta giusta e ragionevole da fare e che invece non è stata fatta da una giunta che con gli incendi in pieno sviluppo, mentre il presidente Draghi chiamava il sindaco di Reggio Calabria per assicurare sostegno immediato, si preoccupava del calendario venatorio».
«Purtroppo – continua Viscomi – per fare polemica di parte c’è sempre tempo per chi ne ha voglia, anche a costo di creare fantasmi immaginari e distorcendo il senso delle cose dette: vecchi stratagemmi di una politica altrettanto vecchia. Io credo invece che in questo momento, in una provincia il cui territorio è martoriato dagli incendi e il cui mare è rovinato da una depurazione ormai sotto osservazione da parte dell’autorità giudiziaria, in una regione con 11000 ettari bruciati e incalcolabili danni subiti da chi nella natura lavora e che merita di essere risarcito velocemente, sia ormai chiaro a tutti quanti che questa è l’unica terra che ci è data, e che proteggerla e custodirla è un dovere di tutti, qualunque sia il suo ruolo e la sua funzione.
È questione di priorità, perché senza il verde dei nostri boschi e l’azzurro di un mare pulito, e dei loro complessi ecosistemi, non avremo futuro. Questa, e solo questa – è la conclusione – , dovrebbe essere a mio avviso la costante preoccupazione di chi assume la responsabilità di amministrare un territorio. Le polemiche sterili invece lasciano il tempo che trovano e soprattutto lasciano irrisolti i tanti problemi della Calabria e della provincia di Vibo, dei suoi boschi e del suo mare».
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