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“Ritorno al Pd”, Insardà lavora alla riconciliazione con i dissidenti

La conferenza stampa dei consiglieri comunali “traditori”, che sarà ospitata nella sede della federazione provinciale a Vibo, viene preceduta da un intervento accomodante del segretario: «È normale che ci siano forte dialettica e posizioni alternative, ma non possiamo vivere in un conflitto permanente»

“Ritorno al Pd”, Insardà lavora alla riconciliazione con i dissidenti

I riflettori della politica tornano ad accendersi su via Argentaria a Vibo, sede della federazione provinciale del Partito democratico, alle prese in questi giorni con la complicata fase post elettorale delle Provinciali e con un percorso di avvicinamento al congresso – e ai prossimi appuntamenti con le urne – più accidentato che mai. Se l’attenzione si è recentemente spostata sul clamoroso strappo del sindaco di Pizzo Gianluca Callipo che, in aperta contrapposizione alla ricandidatura di Mario Oliverio alla guida della Regione, ha espresso il suo appoggio a favore del forzista Mario Occhiuto, ritorna ora d’attualità il “caso” dei sei consiglieri comunali del Pd che alle recenti elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale hanno sostenuto, anche qui, il candidato del centrodestra Salvatore Solano e i consiglieri delle sue liste. Il gruppo, guidato in Consiglio da Giovanni Russo e, fuori di esso, dall’ex dirigente dem Vito Pitaro, proverà a spiegare le sue ragioni questa mattina in una conferenza stampa che si terrà, non a caso, in… via Argentaria. Mentre si attende ancora di conoscere eventuali determinazioni adottate dalla Commissione di garanzia, evocata per la verità senza troppa convinzione dai vertici di partito in un recente incontro, e di capire se e quando qualche dirigente locale rassegnerà le dimissioni dopo la figuraccia di Palazzo ex Enel, i “dissidenti” tornano simbolicamente e fisicamente alla “casa madre” per argomentare una difesa che sa di trattative aperte e lascia presupporre un “lieto fine” in una vicenda divenuta emblema di plastico trasversalismo. Un’uscita che, al netto del politichese, potrebbe leggersi in questa direzione è quella del segretario provinciale dem Vincenzo Insardà, già fautore di una linea morbida nei confronti dei consiglieri “traditori”, con buona pace anche del candidato Pd alla presidenza della Provincia Antonino Schinella, che aveva dal canto suo invocato provvedimenti esemplari. (L’articolo prosegue sotto la pubblicità)

Insardà condanna sì il «modus operandi ambiguo, contraddittorio, risultato di scelte non supportate da un chiaro progetto politico» emerso in occasione delle elezioni provinciali, e parla anche di un Pd che «non può rimanere indifferente a queste dinamiche, per non restare attardato su crinali ambigui e pericolosi, volti solo a destrutturare ulteriormente la nostra storia». Crinali, aggiunge, imboccati «per palese convenienza nonché per avventarsi anticipatamente nella corsa alle armi in vista di nuove competizioni elettorali da postazioni improbabili rispetto alla cultura e all’etica che vogliamo affermare». Poi i toni si fanno più concilianti e il segretario ricorre quindi all’intramontabile teorema della “sintesi” tra le diverse “sensibilità”. «Dobbiamo – afferma il segretario provinciale Pd – scegliere se costruire un partito o un comitato elettorale. A mio avviso, il nostro congresso dovrà servire a questo. Il congresso non è e non può essere un luogo nel quale portare avanti una battaglia personale, non avrebbe alcun senso. Deve essere un’occasione di larga e consapevole partecipazione, di confronto sulle idee, sui progetti, su visioni differenti. Deve essere, in altre parole, occasione di sintesi globale». Che Insardà voglia gettare acqua sul fuoco sulle scelte dei fuoriusciti, che si chiamino Callipo, Russo o Pitaro, si evince nel momento in cui afferma: «è normale che ci siano una forte dialettica e posizioni anche alternative nelle dinamiche interne, ma questa pluralità non può essere il pretesto di un conflitto permanente. È una questione di buonsenso, ancor prima che una questione di organizzazione politica. Questa chiarezza, il partito, noi, la dobbiamo ai nostri iscritti ed ai cittadini tutti. Per concludere, dobbiamo avere il coraggio trovare dei punti risolutivi su questi temi, solo così potremo rilanciare il progetto politico del Pd, con una classe dirigente profondamente rinnovata e una nuova idea di cultura e di società europea».                                                                                                                            In merito all’articolo, il segretario provinciale del Pd, Enzo Insardà, tiene a precisare che “il documento inviato alla stampa vuole essere, così come scritto in premessa, esclusivamente un contributo alla discussione per il congresso regionale e nazionale. In merito alla vicenda delle elezioni provinciali ed in particolare alla questione dei consiglieri comunali del gruppo del Partito Democratico di Vibo Valentia, la posizione della Federazione è stata già espressa nel corso della conferenza stampa tenutasi in data 5 novembre nella sede in via Argentaria. In coerenza con quanto espresso, nessuna iniziativa è stata assunta in senso opposto. Sarà la Commissione di garanzia ad intraprendere le azioni ritenute necessarie nelle modalità previste dal regolamento. Tale precisazione si rende necessaria al fine di non generare confusione nell’opinione pubblica”.

 

 

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