Sul voto alle elezioni provinciali il Pd rischia l’estinzione al Comune di Vibo
I sei consiglieri comunali del gruppo democratico verso il sostegno al candidato del centrodestra Solano. Il partito resta silente mentre si consuma il “misfatto” ai danni di Schinella e medita una dolorosa epurazione
«Alle elezioni provinciali il gruppo consiliare del Pd si muoverà compatto». Così parlava giorni addietro a Il Vibonese, il capogruppo democrat in consiglio comunale a Vibo, Giovanni Russo, immortalato in una foto nello studio del neosindaco di Tropea Nino Macrì, coordinatore cittadino di Forza Italia vicinissimo al senatore Giuseppe Mangialavori. Una presenza, quella di Russo nel pieno dei festeggiamenti in casa azzurra, che alimentava a dismisura il sospetto che alle prossime elezioni provinciali le scelte del gruppo Pd a Palazzo Luigi Razza si possano orientare verso il candidato di centrodestra Salvatore Solano, a discapito del candidato ufficiale del Pd Antonino Schinella. Russo, non a caso, non specificava verso dove il gruppo – composto da sei consiglieri – si “muoverà compatto”, ma negli ambienti politici vibonesi si dà ormai per certo che quella direzione è già segnata. E non prevede retromarce. I sei voti dei consiglieri dem – determinanti per il peso ponderato sull’esito finale delle consultazioni – andranno a sostenere il candidato dello schieramento in teoria avversario. Ciò in virtù di un accordo, ad oggi non smentito e di cui non si fa ormai più mistero, tra il principale azionista del gruppo consiliare Vito Pitaro, l’ex presidente del consiglio comunale Stefano Luciano e il senatore Giuseppe Mangialavori. Un patto di reciproco sostegno che dalle Provinciali dovrebbe poi estendersi alle prossime competizioni comunali e regionali. Un’intesa che inizialmente prevedeva il sostegno a Solano da parte di Roschetti, Cutrullà, Massaria e Ursida (in quota Pitaro) al quale si sarebbero poi accodati anche Russo e Contartese, ultimi in ordine di tempo a prendere le distanze dalla Federazione democratica. Oltre le Provinciali, quello che si profila tra piazza Municipio e via Argentaria, è un vero e proprio terremoto politico che porterebbe la compagine a traslare armi e bagagli dall’opposizione alla maggioranza, o quantomeno a porsi in una posizione di non belligeranza nei confronti dell’Amministrazione Costa, come noto a forte trazione “forzitalica”. Così come del resto, in virtù dello stesso patto, farà nuovamente il gruppo Vibo Unica di Stefano Luciano con i suoi sette consiglieri, già fuoriusciti da «una maggioranza egemonizzata da Forza Italia» (si disse tra l’altro all’epoca delle dimissioni di due assessori e del presidente) ma ora di fatto ritornati in quell’alveo. Non che ad oggi l’opposizione dei due gruppi in questione abbia impensierito oltremodo il sindaco, ma l’ex magistrato potrà dormire sonni ancor più tranquilli beandosi della trasversalità delle forze a suo sostegno. Forze che, se già nel recente passato fossero state coerenti con le posizioni assunte in Consiglio, lo avrebbero mandato a “casa” da un pezzo in virtù dei numeri preponderanti di tutta l’opposizione unita. (L’articolo prosegue sotto la pubblicità)
Il voto delle Provinciali avrà di certo conseguenze interne al Pd e dalle sue stanze, dopo l’avviso del deputato Antonio Viscomi dall’ultima Direzione («I voti si vedono»), si vocifera di inevitabili provvedimenti nei confronti dei “sabotatori” della candidatura del sindaco di Arena Schinella. Il partito, per la verità, ad oggi si è adagiato su una posizione eccessivamente attendista e, nonostante le insistenti voci dell’accordo ormai raggiunto e di fronte alla prospettiva di estinguersi da un emiciclo nel quale all’origine contava ben 11 rappresentanti, è rimasto silente. Incartato, forse, in un eccessivo tatticismo che rischia a conti fatti di favorire i fuoriusciti, facendo passare quasi in silenzio un’operazione spregiudicata quanto eclatante. I massimi dirigenti, forse pentiti di aver messo in mano il gruppo a chi si è poi dimostrato irriconoscente, sottraendone la leadership al già candidato a sindaco Antonio Lo Schiavo, hanno preferito trincerarsi in un imbarazzato mutismo. Anche nel corso dell’ultima Direzione, a parte il sibillino avviso ai naviganti di Viscomi, hanno accuratamente evitato parole di condanna di fronte all’evidenza del loro capogruppo al Comune capoluogo che festeggia l’elezione di un avversario politico alla guida di un Comune strategico (foto in alto). Probabilmente si è ritenuto di non esasperare troppo gli animi e sperato in un ravvedimento dell’ultimo minuto da parte di Pitaro e dello stesso Russo. Ma, a “buoi ormai fuggiti dalla stalla”, la posta in gioco è davvero troppo grossa per restare inermi. In ballo vi è l’esistenza stessa del partito a Vibo e la sua rappresentanza nella principale assise comunale della provincia. Unica speranza per i democrat è paradossalmente rappresentata proprio da chi a suo tempo venne messo alla porta. Vale a dire da quell’Antonio Lo Schiavo che, avendo attivamente ripreso il dialogo con via Argentaria e assicurando almeno quattro voti a favore di Schinella (gli unici che, insieme al voto di un consigliere in quota Giamborino, racimolerà a Vibo), si candida a riprendere in mano le redini del centrosinistra vibonese e a provare a rimettere insieme le tessere di un mosaico oggi più frastagliato che mai.
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