Comunali a Tropea, toni soft da Romano, j’accuse da L’Andolina e Cricelli
I candidati usciti sconfitti dalla tornata elettorale di domenica scorsa usano toni contrapposti. Romano ritiene di aver fatto il possibile, L’Andolina e Cricelli lanciano invece accuse sibilline
Usa toni pacati, Giuseppe Romano, nel commentare la sconfitta nella tornata elettorale del 21 ottobre scorso che ha portato alla vittoria il coordinatore cittadino di Forza Italia, Giovanni Macrì. Nessun attacco, nessun riferimento a complotti o tradimenti, ma la consapevolezza di aver fatto il possibile e di essersi scontrato con delle variabili difficilmente prevedibili: «In linea di massima crediamo di non doverci rimproverare nulla, abbiamo preso i voti che ci aspettavamo di prendere, abbiamo fatto una buona affermazione, ma il crollo delle altre due liste, quella di L’Andolina e quella di Cricelli, ha visto il conseguente dirottamento dei voti verso Macrì che, alla fine, è riuscito ad affermarsi». Un primo cittadino che, come affermato da Romano, sarà sotto la lente d’ingrandimento della lista “Rinascita per Tropea”, la quale, grazie al 34% di preferenze ottenute, è riuscita a portare in consiglio comunale tre esponenti: lo stesso candidato a sindaco, Massimo Pietropaolo e Virginia Saturno. «Speriamo che Macrì si impegni a realizzare quanto promesso – ha spiegato Romano – e porti avanti un programma condiviso. Noi come minoranza saremo vigili affinché le cose per la città vadano sempre per il meglio e, ovviamente, saremo dei forti oppositori qualora dovessimo riscontrare pratiche che non condividiamo. Tutto questo non per partito preso ma per spirito di responsabilità verso il paese». Di diverso avviso, invece, Massimo L’Andolina, il quale non ha dubbi: l’era Macrì non riuscirà a risollevare Tropea. «Rispetto la scelta dell’elettorato, anche se non la condivido perché la ritengo sbagliata e sono convinto che il tempo mi darà ragione». Un’analisi che però non può ignorare quel 17% di voti che l’ha piazzato in terza posizione, consentendogli di entrare in consiglio comunale per la porta secondaria come membro della minoranza. «La sconfitta è frutto di grossolani errori politici di chi, credendosi più intelligente degli altri e lavorando su due tavoli, pensava di avere il risultato in mano. Sono dell’avviso – ha proseguito L’Andolina – che le battaglie si debbano affrontare a viso aperto, questo ci ha insegnato la cultura occidentale e la convinzione verso le proprie ragioni». Accuse sibilline, pronte a lasciare il dubbio sull’identità del “doppiogiochista” che avrebbe determinato il tracollo. Sullo scontro tra i primi due candidati, invece, l’esponente de L’altra Tropea punta l’indice sulla figura di Romano: «Se si bipolarizza l’elettorato è chiaro che in queste condizioni viene scelto l’uomo, per cui se si propone un sindaco degli anni ’70 e lo si contrappone a uno del 2020, verrà scelto senza dubbio quest’ultimo. L’elettore potrebbe anche riconoscere che il più giovane abbia fatto dei torti alla città, ma è disposto a perdonarlo non volendo tornare indietro di cinquant’anni e puntare su un sindaco anche valido ma che ha fatto il suo tempo». Anche da parte del fanalino di coda, Nicola Cricelli e della lista “Tropea nel cuore”, rimasto fuori dal consiglio comunale per via dei 338 voti ottenuti, arriva il j’accuse: «Nella notte tra sabato e domenica c’è stato il saccheggio di voti nella mia lista da parte delle altre compagini e, ovviamente, coloro i quali mi hanno affidato alcuni candidati hanno tradito andandomi contro e votando gli altri. Mi dispiace – ha continuato – perché mi sono sempre speso per Tropea, sin dagli anni ’70, ma il risultato è quello che tutti sanno». Sul nuovo sindaco, invece, non si sbilancia: «Aspettiamo di vederlo all’opera. Dopo giudicheremo», ha concluso.