Il Comune di Serra San Bruno verso il dissesto finanziario
In mancanza di aiuti dal Governo, l’attuale amministrazione guidata dal sindaco Alfredo Barillari costretta a dichiarare il default per ripianare gli enormi debiti ereditati dalle precedenti gestioni
Si avvia a dichiarare il dissesto finanziario il Comune di Serra San Bruno, travolto dai debiti – ben 8 milioni di euro – ereditati dall’attuale amministrazione guidata dal sindaco Alfredo Barillari. Una scelta che appare quasi obbligata alla luce della mancata alienazione di alcuni beni immobili, tentata dagli allora commissari prefettizi Salvatore Guerra e Sergio Raimondo che hanno retto le sorti dell’ente locale all’indomani delle dimissioni dell’ex sindaco, Luigi Tassone, eletto nel gennaio dello scorso anno consigliere regionale con il Pd. I beni messi in vendita non hanno portato agli incassi sperati e non hanno trovato, nella stragrande maggioranza dei casi, nessun acquirente. [Continua in basso]
Da qui la scelta dell’attuale amministrazione comunale – che verrà annunciata il 29 luglio nel corso del Consiglio comunale e di una conferenza stampa – di procedere alla dichiarazione di dissesto finanziario. Una scelta dettata dai numeri che, impietosi, certificano più di mille parole (la matematica, lo si sa, non è un’opinione) il fallimento di un’intera gestione politico-amministrativa che ha visto negli anni alla guida del Comune di Serra San Bruno i seguaci dell’ex assessore regionale Nazzareno Salerno (Forza Italia e prima ancora Ncd) e quelli dell’ex deputato del Pd Bruno Censore. Cordate politiche per anni in netta contrapposizione fra loro ma che hanno poi trovato la “sintesi” nel c.d. “Accorduni di Verona”, ovvero il “patto” fra l’ex assessore regionale Nazzareno Salerno (stabilitosi a Verona per via della vicenda giudiziaria “Robin Hood” che lo vede coinvolto) e l’ex deputato Bruno Censore. Da tale asse politico – che comprendeva pure Luigi Tassone ed Jlenia Tucci – era nata nel marzo 2019 la nuova maggioranza politica capace di tenere in vita l’amministrazione Tassone che, persa l’originaria maggioranza, si era vista affiancare nel ruolo di vicesindaco proprio da Jlenia Tucci (vicina a Nazzareno Salerno ma che, soprattutto, nel 2016 si era candidata contro Tassone). Il tutto sino al gennaio 2020 quando Luigi Tassone ha deciso di candidarsi a consigliere regionale e poi di dimettersi dalla carica di primo cittadino una volta eletto alla Regione.
Quindi, la fase di commissariamento del Comune con il tentativo di vendere parte del proprio patrimonio (vivaio Rosarella, mercato coperto di piazza Calipari, terreni rurali e lotti dell’area Pip di località Terra rossa) per far fronte ai debiti, e poi la storica sconfitta alle amministrative del settembre 2020 dell’asse politico Salerno-Censore-Tassone-Tucci-Procopio (che aveva riproposto l’Accorduni del marzo 2019) e l’insediamento della nuova amministrazione guidata da Alfredo Barillari. Ora, dunque, numeri alla mano, la decisione di procedere alla dichiarazione di dissesto finanziario del Comune. Una “bancarotta” determinata dalle precedenti gestioni politico-amministrative che peserà sulla futura programmazione delle attività dell’ente (dalle funzioni di base ai servizi considerati indispensabili) e che sarà pagata da tutti i cittadini con l’aumento al massimo dei tributi locali. Scelta obbligata, secondo l’attuale primo cittadino Alfredo Barillari, in assenza di aiuti dal Governo e che sarà meglio spiegata lunedì prossimo.
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